Gramsci in love (alla russa) di Mario Baudino

Gramsci in love (alla russa) QUARANTA GIORNI DI EROS PER IL PADRE DEL COMUNISMO: UNA SCRITTRICE LI HA RICOSTRUITI Gramsci in love (alla russa) 1922, così lo stregò la cognata Eugenia Mario Baudino NA corsa in calesse nella camy-J pagna russa intomo al sanatorio di Serebriani, un tenero scambio di battute sulla riva di ruscello, il bacio fatale. Siamo nel 1922: Antonio Gramsci si innamora, anzi si lascia conquistare da Eugenia Schutht, bellissima, affascinante, elegante e rivoluzionaria, oltre che amantc dell'Italia dove ha già vissuto a vent'anni, ricca e del tutto indipendente. E' il primo passo di una lunga vicenda famigliare che vedrà entrare in scena due sorelle di Eugenia, ben più note di lei alla storiografia ufficiale: Giulia, che sposerà il padre nobile del partito comunista e gli darà due figli, e Tatiana, che sarà il suo angelo custode in Italia, soprattutto durante i lunghi anni di prigionia, fino alla morte. Ma a Serebriani quel terribile futuro è ancora avvolto dalla nebbia. Il grande intellettuale si abbandona a discorsi quasi romantici e soprattutto all'amore fisico. Comincia un periodo, che durerà poco più di 40 giorni, di entusiasmo sessuale degno di Nove settimane e mezzo. Gramsci in love, chi l'avrebbe mai detto? Giuseppe Fiori, nella sua celebre biografia, aveva parlato di questo rapporto, che era stato sempre ignorato dall'agiografia gramsciana. Ora però ce lo racconta, con moltissimi particolari, una scrittrice, Adriana Brown, in un romanzo [L'amore assente. Gramsci e le sorelle Schucht) uscito qualche tempo fa da un piccolo editore torinese. Clerico, e curiosamente finora ignorato. Forse non vincerà il Campiello, e come opera letteraria in sé non è privo di qualche difettuccio, ma è straordinariamente interessante. La parte d'invenzione è piuttosto limitata, riguarda un po' di colore intorno ai personaggi e naturalmente i dialoghi, ma tutto il resto nasce dalle parole di un testimone d'eccezione: una signora della buona borghesia romana che fu grande amica delle tre sorelle Schucht, all'inizio soprattutto di Eugenia e alla fine di Tatiana. Il loro rapporto si incrinò solo dopo la morte di Gramsci. Si chiamava; Nilde Perilli (è scomparsa all'inizio degli anni 80) e si adoperò molto, a livello personale, per alleviare le condizioni del grande prigioniero e ottenerne il trasferimento in clinica, grazie ai suoi strettissimi rapporti con un medico fascista assai ben introdotto, Gabriele Bastianelli. Nel dopoguerra cominciò a raccontare alla nipote Adriana le vicende di quegli anni, e le mise anche su carta in una serie di lettere scritte al marito di lei, uno sceneggiatore americano. Quei ricordi della Perilli, come ci ha spiegato la nipote, non erano viziati da preoccupazioni ideologiche o politiche. Erano in presa diretta. Un torrente in piena. La donna aveva avuto un'amicizia appassionata - al limite del rapporto fisico - con Eugenia, proprio all'inizio del secolo, quando la giovane russa viveva da sola in una pensione elegante vicino a Villa Borghese, frequentava artisti e amava dare scandalo; aveva poi diviso le giornate con tutte e tre le sorelle quando Giulia - che a Roma aveva studiato al Conservatorio - nell'autunno del '25 si trasferì in città dalla Russia con Delio, il primo figlio, per vivere accanto al marito, eletto deputato in parlamento; e infine, dopo il ritorno in Russia di Giulia ed Eugenia e l'arresto di Gramsci nel '26, la Perilli aveva condiviso le speranze e i dolori di Tatiana. Raccoglieva confidenze, sapeva molto, e gli Schucht erano una miniera di storie. Una grande famiglia, molto ricca e molto rivoluzionaria. Caratteri forti, o quantomeno imprevedibili. Il padre Apollon, che lo Zar aveva avuto il tempo di confinare con tutta la sua numerosa prole in Siberia, aveva denaro in Svizzera con cui aveva pennesso, appena possibile, una vita spensierata alle sue figlie negli anni della declinante Belle Epoque, ma allo scoppio della rivoluzione sovietica si era gettato anima e corpo nell'avventura leninista. Proprio Tatiana, secondo la Brown l'unica che non avesse il minimo entusiasmo per il comunismo, era stata la prima a lasciare la Russia facendosi sedurre da un ufficiale zarista, cui aveva dato un figlio illegittimo forse per costringerlo, cinicamente, a sbarazzarsi eh lei facendola partire per l'Europa, dove era riuscita a vivere senza gli aiuti dei genitori. Sembra puro feuilleton, ma la Perilli giurava che era vero. Non parrebbe altrettanto incredibile la scena di Giulia che, nell'appartamento romano di proprietà dei genitori della testimone, rimprovera aspramente il marito perche pensa solo alla sua soddisfazione sessuale? 0 quella di un Gramsci che, in Austria, negli ultimi giorni trascorsi con la moglie (in attesa del secondo figlio e in partenza per la Russia), bacia appassionatamente la cognata Eugenia, sotto gli occhi di Tatiana? Qui tanto vale crederci in blocco o, come si suol dire, respingere la provocazione. Ma che il grande intellettuale in questo genere di cose fosse piuttosto impulsivo è dimostrato dal suo stesso matrimo¬ nio: dopo i primi furenti amori con Eugenia, nel sanatorio, era stato stregato da un solo sguardo di Giulia, appena conosciuta, tanto da fuggire subito a Mosca lasciandole scivolare un biglietto in cui le proponeva il primo appuntamento, foriero di rapide nozze. Le due donne non sapevano l'ima dell'altra, e quando venne il giorno della verità riuscirono a stringere un patto di mutua assistenza, a salvare il loro legame di sorelle e forse di informatrici della Gpu, anche se su questo la Perilli non si sentiva d'essere categorica. Solo Tatiana, che non era punto affascinante, restò fuori da questa doppia seduzione. Lei amò l'Antonio Gramsci carcerato con l'ostinazione muta e disperata che passò alla storia. Lui forse le amò tutte e tre, a modo suo. Ma neppure ai grandi simboli della storia si può chiedere di restaro sempre fermi sul piedestallo. Triangolo amoroso in famiglia tra fughe, passioni e incomprensioni Un'amica italiana sapeva tutto: lo raccontò alla nipote, che ora lo rivela Una corsa in calesse intorno al sanatorio di Serebriani, un colloquio romantico sulla riva df un ruscello, il bacio fatale Ecco la verità nascosta dall'agiografia Le sorelle Schucht: in primo piano Giulia, dietro di lei a sinistra Eugenia, a destra Tatiana Giulia Schucht, moglie di Antonio Gramsci