Re Auto, ricorso alla Consulta per il «frena-rimborsi»

Re Auto, ricorso alla Consulta per il «frena-rimborsi» L'INTESA: SIAMO STATI DOPPIAMENTE SCIPPATI. LA PROSSIMA SETTIMANA SIT-IN CONTRO IL PROVVEDIMENTO Re Auto, ricorso alla Consulta per il «frena-rimborsi» consumatori contestano il decreto. Mariano: così evitiamo nuovi aumenti ROMA Nell'aspra contesa tra consumatori e compagnie di assicurazione sull'Rc Auto, entra in gioco anche la Corte Costituzionale, che sarà chiamata a pronunciarsi sul decreto frena-ricorsi varato venerdì dal Governo. È l'Intesa dei consumatori che alza il tiro e chiede l'intervento della Consulta, annunciando che già da domani il provvedimento sarà impugnato «nelle numerose udienze fissate davanti ai giudici di Pace, ricorrendo alla Corte Costituzionale per palese incostituzionalità». La chiesa del governo spetta invece al ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, che assicura «abbiamo agito nell'interesse dei consumatori». La mossa dell'esecutivo diminuisce significativamente la possibilità di ricorrere contro le compagnie assicurative per ottenere i rimborsi dovuti dopo la sentenza Antitrust sul cartello che ha consentito di mantenere alti i listini. L'Intesa (che raggruppa Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) parte lancia in resta e afferma che il decreto è incostituzionale perché la nuova norma, «nel sottrarre il principio di ecpailà ai ricorsi sulla Re Auto, modifica le regole del gioco per favorire gli interessi delle compagnie contro i diritti dei consumatori». L'Intesa, inoltre, rivolge un appello ai parlamentari di maggioranza e opposizione perché non votino «una legge iniqua che fa strame dei diritti, non solo perché è fondamentalmente ingiusta», ma anche perché l'associazione promette di segnalare agli elettori e ai loro collegi elettorali «l'elenco dei deputati e senatori che dovessero permetterne l'approvazione». Ma accanto alla battaglia in tribLinale e a quella in Parlamento, l'Intesa promette di portare avanti tinche la protesta nelle piazze, per mantenere viva la mobilitazione dei cittadini «doppiamente scippati, prima con aumenti ingiustificati del 94nZn negli ultimi sei anni, a fronte di una inflazione del 14,5nzri, e successivamente beffati e scippati dei loro diritti da una «legge truffa consumatori». La prossima settimana verranno stabilite date, luoghi e modalità di nuovi sit-in. Non c'è solo l'Intesa, tuttavia, a tuonare contro il decreto frenaricorsi. «Per fermare un rimborso - afferma Paolo bandi dell'Adiconsum - il governo ha decapita¬ to l'accesso alla giustizia per tutto il settore del consumo». In pratica, continua, «viene eliminato il giudizio di equità per tutti i contratti di massa o di adesione. Si è quindi decapitato un diritto importante per i consumatori. Questo significa che per chiedere o contestare una bolletta o un servizio per l'acqua, il gas, la luce, l'assicurazione, il telefono, l'asilo, in futuro il consumatore dovrà rivolgersi all'avvocato, anche per contenziosi da pochi euro». Conferma l'intenzione Angelo Pisani, coordinatore Adiconsum Campania, per il quale il decreto governativo «non eviterà altre esemplari condanne alle società assicurative e non può limitare o frenare il diritto al rimborso ed al risarcimento danni dovuto, senza alcun dubbio, alle vittime del sistema assicurativo». «Un bello sgambetto - lo definisce infine Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc - a chi stava impostando una giusta rivendicazione con, a nostro avviso, lo strumento sbagliato, che era l'intasamento degli uffici dei giudici di pace». Niente di tutto questo, secondo il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, che difende il decreto frena-ricorsi affermando che senza di esso le domande di risarcimento sarebbero stale una sorta di boomerang per gli stessi consumatori: «Se fossero partite tutte le richieste di rimborso - ha sottolineato il ministro - le compagnie avrebbero dovuto pagare cifre tali che si sarebbero rivalse aumentando i premi sulle assicurazioni». Ma il decreto non è l'unica arma che il governo mette in campo per bloccare ulteriori aumenti dei premi: il comitato di controllo sarà l'avamposto dell'esecutivo contro i rincari. Quando si verificheranno «aumenti dei premi assicurativi al di sopra di una certa media - ha promesso Marzano - saranno chiamale le compagnie che applicano questi aumenti e gli si chiederà perché: se non ci sono motivi i seri le compagnie dovranno fare un passo indietro». D'accordo il presidente della Commissione Attività Produttive del Senato, Francesco Pontone (AN). «Il decreto del governo ha detto ieri - si è reso necessario a causa del contrasto inconciliabile tra le associazioni dei consumatori e le compagnie di assicurazione, entrambi fermi su posizioni oltranziste», [r.e.s.] LE 17 COMPAGNIE MULTATE IN MILIARDI DI LIRE

Persone citate: Angelo Pisani, Antonio Marzano, Francesco Pontone, Marzano, Vincenzo Donvito

Luoghi citati: Campania, Roma