Appalti stradali, maratona dì interrogatori

Appalti stradali, maratona dì interrogatori ASCOLTATO IERI IL PRIMO DI UNA LUNGA USTA, ALCUNI LEGALI HANNO CERCATO DI OPPORSI Appalti stradali, maratona dì interrogatori Dal gip una ventina dei 150 indagati Giorgio Ballarlo Il viavai nell'ufficio del Gip Emanuela Gai s'è iniziato giovedì mattina, con l'interrogatorio di Sebastiano Borio, titolare dell'omonima impresa di lavori stradali indagato nell'inchiesta sugli appalti truccati. Borio, difeso dagli avvocati Giannandrea Anfora e Luigi Giuliano, è slato ascollalo per circa un'ora nel corso di un incidente probatorio voluto dal Pm Cesare Parodi, ma è soltanto il primo di una lunga lista. Dopo di lui verranno sentili in contraddittorio altri 18 indagati, fra i quali alcuni dei personaggi principali della maxi-inchiesta che lo scorso anno ha portato in carcere una cinquantina di impresari edili e all'iscrizione nel registro degli indagati di altri 150. Entro la metà di marzo, fra gli altri, sfileranno davanti al giudice per le indagini preliminari Piero Arlotto, Bruno Bresciani, Fernando Pia, Nicola Smaldone, Francesco Butano, Claudio Gombia, Paolo Moltura, Ferdinando Lazzaro e altri indagati «minori». La loro deposizione, cosi come quella di Borio, servirà al pm Parodi per fissare davanti a un giudice terzo dei «paletti» intorno alle posizioni di altri quattro indagali: il procuratore del Consorzio Ravennate, Aldo Pullin, e gli imprenditori Giorgio Calligaris, Giovanni Bettino e Giacomo Cumino, gli ultimi due ancora latitanti. In poche parole la Procura intende «cristallizzare» le accuse nei confronti dei quattro, confezionando un quadro probatorio che servirà in seguito davanti ai giudici del Tribunale. «Siamo ormai al "processo precolto" - ironizza uno dei difensori - cosi quando si arriverà a dibalt.imcnlo non ci sarà neppure bisogno di riesaminare la posizione di Pullin e dogli altri tre. Sarà sufficiente riscaldare l'incidente probatorio di questi giorni». Infatti i legali di Pullin, Laura D'Amico e Giampaolo Filiani, hanno cercato di opporsi alla richiesta del pubblico ministero, ma il Gip ha rispedito al mittente le eccezioni di inammissibilità. «Ci interessa chiarire defìnilivamenle queste quattro posizioni - spiega Parodi in modo da arrivare all'inizio di aprile con uno scenario più preciso. Poi, se tutto va bene, s'inizierà a definire le contestazioni degli altri e contiamo di arrivare alla chiusura delle indagini entro l'estate». L'inchiesta che ha seminalo il panico fra gli imprenditori edili e gli uffici tecnici comunali di mezza provincia è onnai alle battute finali. Ci sarà qualche archiviazione ma appare chiaro fin d'ora che la Procura presenterà una valanga di richieste di rinvio a giudizio. In questa fase i tre pubblici ministeri che si occupano di Appaltopoli stanno limando gli ultimi dettagli : Parodi si sta interessando dei reali di associazione a delinquere e turbativa d'asta, mentre i colleghi Roberto Furlan e Paolo Slorari vanno avanti con le corruzioni. «Non credo che questi incidenti probatori muteranno il corso delle indagini - commenta Tom Servetlo, difensore di Bresciani - il mio cliente, così come molli altri indagati, ha già raccontalo tutto nei precedenti interrogatori davanti al pm. Ormai il quadro accusatorio è chiaro». Slessa posizione da parte dell'avvocalo Claudio Morra, legale di Arlotto: «Sono aspetti procedurali che servono alla Procura, per noi non cambia nulla». Finora l'unico ad essere uscito dal procedimento ò il funzionario del Magistrato del Po Adriano De Falco, che all'inizio di gennaio ha palleggialo un anno e 10 mesi con la condizionale restituendo 185 mila euro, l'ammontare delle tangenti che gli sono state contestate dall'accusa. Appalti stradali truccati: l'inchiesta ha già visto una cinquantina di arresti tra gli impresari