Obesi? Colpa della carenza dì gas

Obesi? Colpa della carenza dì gas SCOPERTO UN MECCANISMO GENETICO DELLA MALATTIA CHE COLPISCE IL 9 PER CENTO DEGLI ITALIANI Obesi? Colpa della carenza dì gas ricercatori: «C'è un deficit di ossido nitrico» Anna Fregonara MILANO Quando la buona volontà non premia l'obeso che, nonostante il personal trainer in palestra, la corsa sul tapis roulant e l'abolizione di torte e bignè su ordine del dietologo, non perde un chilo, la colpa non è della mancata costanza dello sportivo forzato extra large, ma di un difetto nella produzione di ossido nitrico (NO). Questo gas è stato identificato dagli scienziati come la «sostanza che regola la genesi dei mitocondri», organelli che sostengono la normale attività del tessuto adiposo bruno, l'unico in grado di dissipare l'energia in eccesso accumulata dopo un pasto abbondante trasformandola in calore anziché in grasso di troppo. Nell'obeso, invece, il tessuto adiposo bruno è atrofizzato, le cellule non producono abbastanza mitocondri, l'organismo va in tilt e non smaltisce come invece farebbe una persona sana. A far luce su una delle cause alla base dell'obesità, che colpisce il 90Zo degli italiani adulti e il 200Zo degli under 18 e che si associa sempre più spesso ad altre gravi malattie come diabete, ipertensione e alterazione del livello di grassi nel sangue (dislipidemia), una ricerca tutta italiana. Condotta dal Centro di studio e ricerca sull'obesità dell'università degli Studi di Milano, diretto da Michele Carruba, in collaborazione con Enzo Nisoli dello stesso ateneo e dell'Istituto auxologico italiano di Milano, Emilio Clementi dell'università della Calabria e deldipartimento di Biotecnologie del San Raffaele di Milano, l'indagine è stata pubblicata ieri su «Science», commentata anche in un editoriale firmato da uno dei massimi esperti del settore. «Quello che abbiamo scoperto - spiega Carruba - è che il gas vasodilatante NO, quello che provvede a rifornire di ossigeno tutte le cellule dell'organismo, è coinvolto nella produzione dei mitocondri che trasformano la "benzina cellulare" (grassi e glucosio) nella forma di energia fruibile dai tessuti». Chiarito il ruolo di questo gas, gli studiosi milanesi hanno fabbricato dei topi cosiddetti knock-out, modificati geneticamente in modo da non presentare nel proprio Dna il gene che comanda la sintesi di NO. Ebbene, «questi animali prendevano peso fino a diventare obesi, pur mangiando esattamente come i loro simili normali - spiega Carruba - Non solo. I roditori che non potevano produrre NO erano anche ipertesi, diabetici e dislipidemici». Insomma, il deficit di NO spiegherebbe non una, ma quattro malattie: obesità, ipertensione, diabete e dislipidemia. Patologie che, ha puntualizzato lo specialista, «nell'uomo si associano sempre più spesso (basti pensare ai diabetici di tipo II che, nel 900Zo, sono anche obesi), dando quella che in gergo medico viene chiamata sindrome metabolica». Un quadro clinico via via più diffuso, tanto da allarmare l'Organizzazione mondiale della sanità. «Negli Stati Uniti la prevalenza è addirittura del 270Zo precisa l'esperto - e nonostante l'assenza di dati epidemiolo¬ gici italiani possiamo dire che, come sempre accade nel bene e nel male, anche il nostro Paese rischia purtroppo di arrivare ai dati americani». In Italia l'obesità pesa sulle casse statali con 22,8 miliardi di vecchie lire l'anno solo di costi diretti, il 640Zo dei quali si riferisce al ricovero in ospedale. La prevalenza della malattia, che ha un picco a 64 anni nell'uomo e a 70 nella donna, cresce al ritmo del 250Zo ogni 5 anni. E con lo stesso andamento aumentano le «associate» ipertensione, diabete e dislipidemia. Non va infine dimenticato che lo studio è stato condotto su topi fatti ammalare artificialmente, «dunque resta ancora da chiarire dice Carruba - se anche nell'uomo il deficit di NO possa essere inserito tra i fattori genetici che pesano per il 500Zo sulla comparsa della malattia d'altro 500Zo è da imputare all'ambiente)». Tuttavia la ricerca apre la strada allo studio di terapie innovative contro l'obesità e la sindrome metabolica, non mirate ai sintomi, ma alle cause. Una scoperta italiana spiega uno dei possibili meccanismi genetici dell'obesità

Persone citate: Anna Fregonara, Carruba, Emilio Clementi, Enzo Nisoli, Michele Carruba

Luoghi citati: Calabria, Italia, Milano, San Raffaele, Stati Uniti