La Ics aumenta la produzione
La Ics aumenta la produzione DI FRONTE ALLA SITUAZIONE POSITIVA DI SCARMAGNO CE' APPRENSIONE PER IL FUTURO DELLA FINMEK DI CALUSO, CHE CONFERMA LA CASSA INTEGRAZIONE La Ics aumenta la produzione I piano non prevede esuberi di lavoratori Mauro Revello IVREA Punta al rilancio, senza annunci eclatanti, ma con una più concreta politica dei «piccoli passi». La Ics di Scarmagno, alla sua settima dirigenza negli ultimi due anni, ha illustrato ieri pomeriggio ai sindacati e ai vertici dell'Associazione Industriali i suoi piani per il futuro. Un futuro che prevede la produzione di 50 mila macchine nel corso dell'anno, cioè 15 mila in più rispetto alle cifre con cui si è chiuso il 2002. Nessuno, comunque, nasconde le difficoltà, sia quelle di mercato che quelle determinate dalla situazione negativa lasciata in eredità dalle precedenti gestioni. La nota positiva è rappresentata dal fatto che non sono previsti esuberi, anche se lo spettro della cassa integrazione è dietro l'angolo e potrebbe già presentarsi in primavera. Ma il piano della famiglia Pugliese, che con la Ixfin detiene il 49 per cento di Ics (il resto è dell'imprenditore friulano Carlo Fulchir), viene unanimamente definito ragionevole e, soprattutto, realistico. «La nuova proprietà - commenta Federico Bollono, della Fiom - si è presentata, a differenza dei predecessori, con un approccio sobrio. Va bene, ma non possiamo dimenticare che a Scarmagno siamo arrivati al settimo gruppo dirigente. Non dobbiamo avere pregiudizi, ma guardare i fatti: per questo sarà fondamentale capire cosa succederà nelle prossime settimane». Una parte importante la giocherà l'Olivetti, principale fonte di attività per Ics: il volume di acquisti potrebbe aumentare, scongiurando così il pericolo di cassa integrazione. E' cauto Alberto Mancino, della Uilm. «Certo, questo piano parte con i piedi per terra afferma -. Dare giudizi, però, adesso sarebbe prematuro. Ci sono molti aspetti da sviscerare, come la possibilità di attuare la tanto nominata "diversifi- cazione" oppure le sinergie all'interno del gruppo, a partire da Olivetti e Magneti Marelli». Dalla Firn si chiedono verifiche costanti sull'avanzamento dei programmi. «Questo piano ha sicuramente dei titoli dice Donato Spinazzola -. Vi¬ sta l'esperienza degli anni passati, però, questi titoli devono essere monitorati e realizzati». In attesa di capire l'immediato destino della Ics, intanto, continuano le note dolenti alla Finmek (ex Compuprint) di Caluso. L'azienda, ieri, ha confermato la richiesta di altre tre settimane di cassa integrazione, in aggiunta alle tre appena concluse, sempre per la necessità di risolvere i problemi emersi nei contatori Enel. La cassa interesserà 75 lavoratori (sui 350 presenti nello stabilimento) per i primi sette giorni, ma il numero è destinato a calare nelle due settimane successive. «Nessun lavoratore - dice Bollono - farà comunque più di cinque settmane complessive di cassa integrazione, e non è escluso che si scenda a quattro». La commessa Enel, in ogni caso, viene protratta fino all'estate prossima. Nei prossimi giorni si discuterà anche l'ipotesi di prolungare i contratti di formazione lavorc (interessano 150 addetti), in scadenza a marzo. Vi," . i i Segnali positivi dal piano dell'ultima dirigenza della «Ics» di Scarmagno
Persone citate: Alberto Mancino, Carlo Fulchir, Donato Spinazzola, Federico Bollono, Mauro Revello, Olivetti
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