Salvate il soldato RAI

Salvate il soldato RAI IL DIFFICILE RUOLO DI TORINO, SEMPRE PIÙ SCHIACCIATA TRA LE AMBIZIONI DI ROMA E MILANO Salvate il soldato RAI il caso tesan STUDI tv «affittati a ore» a trasmissioni pensate e coordinate a Milano come quelle di Paolo Limiti e Fabio Fazio. Sospeso il programma Parola mia di Luciano Rispoli e Gian Luigi Beccaria. Fine della fiction «Cuori rubati». Il presente è questo, ma ci può essere di peggio se la Rai venderà alcuni immobili torinesi per reinvestire il ricavato su altre sedi. Mentre a Torino si chiede di ridurre gli spazi per le produzioni radiofoniche, si ipotizzano l'ampliamento del centro milanese di corso Sempione e il raddoppio di Saxa Rubra a Roma. La preoccupazione è di perdere il palazzo della radio in via Verdi 31. Un bijoux, una struttura unica, da cui sono partite le prime onde medie. Torino chiama Roma. Domani nasce il.. Comitato a difesa della Rai in Piemonte. Si chiamerà Radio Torino come agli albori, oppure RES Civica, cioè «Risorse d'Eccellenza da Salvare». Lo si deciderà in una riunione tra operatori che hanno già elaborato un documento di intenti che ha raccolto l'adesione di nomi famosi della cultura subalpina. Tra loro personaggi conosciuti al grande pubblico come Piero Chiambretti, Luciana Littizzetto, Dacia Maraini, Mario Missiroli, Ugo Nespolo. Molti i docenti universitari, Giovanni De Luna, Roberto Alonge, Gian Paolo Caprettini, Massimo Firpo, Alberto Gozzi, Massimo Salvadori. E' ampia la rosa di persone che hanno a cuore le sorti di Torino, che intendono partire dalla memoria per dare forza alle vocazioni del futuro, allo sviluppo europeo di questa regione in profonda trasformazione. Radio e tv sono gli strumenti che le consentono di farsi conoscere oltre i naturali confini. Il primo documento è stato firmato anche da Ersilia Alessandrone Perona, Fausto Amodei, Mario Brusa, Guido Ceronetti, Stefano Della Casa, Anna Maria Donadoni, Luciano Fornero, Bruno Gambarotta, Carla Gobetti, Emilio Jona, Beppe Navello, Alessandro Signetto, Egi Volterrani, da tanti altri. Lo storico De Luna, a conclusione di un dibattito svoltosi su questo giornale, ha proposto di chiedere alla Rai di far confluire su Torino tutti i programmi che possono giovarsi dei giacimenti culturali subalpini (il cinema, la musica, la letteratura, ecc.): «Mettere in onda - ha esemplificato - il salone del Libro o il Museo del Cinema, progettare una Radio Olimpia che accompagni il percorso verso i Giochi Invernali del 2006». Contestualmente, De Luna sollecita la ricerca di accordi tra Rai ed enti locali per favorire l'ampliamento e la sinergia dell'avviatissimo Museo del Cinema con il Museo della radio e della televisione. Ha un'idea suggestiva: attingere dagli archivi le risorse per nuove produzioni. Musica per le orecchie di chi si è sempre battuto per ridare volume ai microfoni dell'ex Eiar. Il regista Massimo Scaglione lo ha sostenuto anche in Senato anni fa per conto della Lega. Il giornalista Giorgio Merlo, deputato della Margherita, si è rivolto più volte ai vari presidenti Rai. Recentemente è intervenuto il gruppo di Forza Italia in Comune. L'assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri, ds, ha assicurato la volontà di valorizzare le risorse Rai di Torino, chiedendolo all'ente pubblico, ma anche unendo gli sforzi con il Museo del Cinema, impostazione che il presidente Mario Ricciardi condivide. Restano diversità di vedute sul destino della palazzina radio. Alfieri e Ricciardi esprimono esigenze che al momento non sembrano compatibili con chi sogna il riutilizzo dei megastudi di via Verdi 31. «Lavoriamo assieme», dice Luciano Gravino, 50 anni, attore, che sta di fatto svolgendo il ruolo di promotore del nascituro Comitato per la Rai di Torino. Il presidente del Corecom, Pierumberto Ferrerò, sostiene che gli enti locali possono contribuire anche con risorse proprie a un progetto globale. Un percorso su cui si è già mosso pure Enzo Cucco, ex consigliere regionale, che per conto della Rai sta occupandosi della fascia rivolta a programmi sociali. 1 sindacati intemi alla Rai di Torino - Cgil, Cisl, Uil e Snater stanno compiacendosi dell'attenzione: finalmente viene ascoltato il grido d'allarme che loro lanciarono alcuni anni fa. La cittadella della Cultura, delle Comunicazioni è raccolta in un prezioso rettangolo: la Mole, l'ex teatro Scribe, il centro di produzione tv di via Verdi 16, quello della radio di via Verdi 31, il Palazzo degli Stemmi, l'ex Cavallerizza, il teatro Gobetti. Il Comitato si riunisce nel vicino Palazzo Nuovo, non a caso, perché anche l'Università vuol essere coinvolta. L'assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri favorevole al progetto anche se restano divergenze sul destino della palazzina della radio Nasce un comitato per la sede di via Verdi che mette insieme artisti, scrittori e intellettuali come Littizzetto, Ceronetti, De Luna, Chiambretti, Salvadori e Maraini ■VniiNt mmmmmmm «w^ «i '» iiinwiiiJiiiii..iiw)t:iiì Paolo Limiti: la sua è un esempio di trasmissione pensata a Milano e realizzata solo in parte a Torino