«Nel rapporto americano ci sono soltanto indizi»

«Nel rapporto americano ci sono soltanto indizi» IH CAPO DEGLI ISPETTORI DELLE NAZIONI UNITE «Nel rapporto americano ci sono soltanto indizi» Blix: noi cerchiamo prove ma Baghdad ce le nega intervista Ragda Drgam NEW YORK AMBASCIATORE Hans Blix, lei era stato informato in anticipo sulle prove che Powell avrebbe presentato al Consiglio di sicurezza? «No. Abbiamo avuto soltanto informazioni su alcune cose come ad esempio l'utilizzo delle foto scattati dai satelliti e su alcune registrazioni telefoniche. Ma non su siti che avremmo dovuto visitare. Tali prove dovrebbero essere fomite a noi e non essere oggetto di rivelazioni giornalistiche». Non crede che gli Stati Uniti abbiano presentato soltanto prove indiziarie che non sono sufficienti per fare tuia guerra? «Non bastano le prove indiziarie, occorrono prove probatorie. E' quello che cerchiamo di avere. Questo tipo di prove viene utilizzato nei tribunali e al Consiglio di sicurezza. Spetta solo al Consiglio decidere». Ritiene che le informazione in suo possesso siano sufficienti per scatenare la guerra? «Non appoggio alcun tipo di intervento. Ciò che mi compete è effettuare ispezioni oneste e presentare rapporti veritieri al Consiglio di sicurezza, cui spetta di prendere la decisione insieme con l'Iraq». Ha delle informazioni sul possesso, o no da parte dell'Iraq, di armi di distruzione di massa? «No. Ma spetta a loro presentare delle prove. Ciò che abbiamo sostenuto nel nostro rapporto è che non c'è nessun tipo di armi di distruzione di massa in Iraq. Abbiamo trovato delle armi, come alcune ogive ma erano testate vuote. Abbiamo trovato dodici pezzi. Certo è un fatto interessante, perché prova l'esistenza di alcune cose proibite. C'è quindi una certa discrepanza tra quello che sostiene l'Iraq e il numero dei missili contati, il che lascia la porta aperta a degli interrogativi». Lei nega di chiedere ulteriore tempo per le ispezioni? Cosa vuole esattamente? «Ci sono delle decisioni facili che gli iracheni possono adottare. Per esempio risolvere la controversia sul volo degli aerei U2. L'Unoscom aveva già utilizzato quegli aerei, forse all'epoca la zona di interdizione al volo non era così affollata. Anche oggi lo si potrebbe fare senza tante storie da parte irachena. Stessa cosa per le interviste agli scienziati e ai responsabili dei programmi degli armamenti. La cosa più importante è avere notizie sulle loro testate. Se non esistono più, allora ci dovrebbero fornire i documenti relativi». Cosa potrebbe rendere proficuo il suo prossimo viaggio in Iraq, insieme con il professor Al-Baradei? «Ci sono tre cose che cerco di ottenere. Primo, il sì alle inter- viste agli scienziati; secondo, l'accettazione dei voli degli U2 con lo stemma dell'Onu, anche se si tratta di una cosa che gli iracheni detestano; terzo, far varare delle leggi che vietino a qualsiasi iracheno l'utilizzo delle armi di distruzione di massa. Resta la cosa più' imaortante che è il loro rifiuto a asciare indagare su ciò che è rimasto in loro possesso, fornendo delle prove attraverso cui essere assolti». Come? «Sono convinto che possiedano ancora dei documenti, qualcosa abbiamo trovato in una abitazione privata. Comunque loro hanno negli archivi delle polizze di spedizione. Credo che i documenti ci siano, poi resta il problema delle interviste». Chiederà un'ulteriore proroga all'Amministrazione Bush? «Se fossi convinto della serietà irachena, avrei chiesto più tempo per le ispezioni. Ma non sono contrario». Perché non la esige allora? «Perché non sono convinto della buona fede degli iracheni». Quindi ritiene che il tempo utile sia passato? «Non del tutto. Baghdad può ancora evitare la guerra se collaborasse seriamente e mostrasse ciò che nasconde oppure se fornisse le prove che la scagionino». Secondo gli americani Saddam sta bluffando e fa spostare i suoi arsenali. «Di questo non abbiamo prove». Ci sono voci di armi trafugate all'estero e di scienziati spediti fuori dal Paese. «Non ho prove, non le abbiamo neppure cercate. Noi cerchiamo i siti, i laboratori per esempio». Cosa pensa delle accuse dell'amministrazione Bush sui legami tra Iraq e Al Qaeda? «Questo non è il nostro compito, noi cerchiamo le armi e non Al Qaeda». Condivide le affermazioni degli americani secondo cui il fallimento delle ispezioni dipende dall'atteggiamento del regime? «Tutte le risoluzioni Onu chiedono la collaborazioni dell'Iraq. Per la riuscita delle ispezioni occorre questo. Senza tutto diventa difficile. Abbiamo la sensazione che in Iraq ci sia un tentativo di depistaggio. La mancata collaborazione sembra dimostrare che abbiano qualcosa da nascondere, il che rende inefficaci le ispezioni. Occorre comunque valutare il prò e il contro nel caso di interruzioni delle ispezioni...». Cioè? «La guerra. Con i morti e le distruzioni. Ci potrebbero essere anche dei problemi politici. Ma non spetta a me giudicare». La sua visita a Baghdad sarà l'ultimo tentativo? «Non lo so. So soltanto che il tempo sta per scadere. Spero soltanto che gli iracheni sappiano approfittare». Se l'Iraq avesse distrutto le armi di distruzione e tutti I documenti relativi, che tipo di prove potrebbero esibire? «Potrebbe consentirci di incontrare gli scienziati senza creare intoppi». Chiederete di poter intervistarli all'estero? «Forse dopo la mia visita a Baghdad». Avete una lista di nomi? «Certo, ci sono tanti nomi. L'importante è che non ci ostacolino e li facciano partire». Crede che Bush muoia dalla voglia di scatenare la guerra? «No, non credo. Credo piuttosto che voglia arrivare al disarmo senza la guerra. Se ciò non avverrà ci sarà la guerra». Copyright Al Kayat ÉL&L Non abbiamo "" trovato armi di distruzione di massa Però ci sono molte discrepanze che fanno supporre che il regime ci stia nascondendo qualcosa: tocca ad esso dimostrare di essere innocente 99 &ÉL Non abbiamo ™^ elementi sui rapporti con Al Qaeda Non è nostro compito scovarli. Non sono contrario alla proroga delle ispezioni ma non sono convinto della buona AA fede del Raiss Il capo degli ispettori, Blix, esce da Downing Street con Blair dopo il colloquio

Persone citate: Blix, Bush, Hans Blix, Powell