Lo psichiatra Clooney cambia il suo passato di Simonetta Robiony

Lo psichiatra Clooney cambia il suo passato L'ATTORE ALLA BERLINALE CON «SOLARIS» E «CONFESSIONI DI UNA MENTE» DI CUI E' REGISTA Lo psichiatra Clooney cambia il suo passato A Roma svenimenti di fans di fronte alla star hollywoodiana intervista Simonetta Robiony ROMA FINALE con sorpresa alla conferenza stampa che George Clooney e Steven Soderbergh hanno tenuto insieme a Roma peri loro due film : «Confessioni di una mente», di cui Clooney è regista e Soderbegh produttore, e «Solaris», di cui Soderbergh è regista e Clooney protagonista. Una ammiratrice intrufolatasi chissà come, cade a terra svenuta mentre Clooney le firma l'autografo. Lestissimo, come fosse il famoso dottor Ross di «ER», Clooney le si inginocchia accanto e le presta i primi soccorsi! Breve viaggio in Europa di questa coppia che, nonostante dichiari in tutta serietà di esser legata da reciproca attrazione fisica, è una normale coppia di amici, soci fondatori di una casa di produzione comune: prima Roma e Parigi, poi via, al festival di Berlino. D'altra parte i film sono due e sono tosti: promuoverli da noi, anche se usciranno in primavera, è una necessità. Soprattutto per Steven Soderbergh, uno dei migliori autori americani, vincitore contro se stesso di un Oscar con il suo «Trafile» con cui ha battuto il suo «Erin Brockovich». Il cjuale però da un po'di tempo ha deciso di alternare pellicole più commerciali a pellicole più impegnative per non trasformarsi in un mac¬ china hollywoodiana buona a far soldi. «Non si possono far sempre prodotti digestivi. Dopo «Full frontal» m'è capitato di sperimentarmi con la fantascienza e ho girato «Solaris», ispirato al vecchio film di Tarkowski. Alla critica è piaciuto ma il pubblico non l'ha amato perchè è un film che pone domande senza fornire risposte. Io sono soddisfatto lo stesso del risultato perchè chi l'ha visto ne è rimasto incjuietato. Purtroppo, però, con Hollywood non si scherza e non si possono neanche fare sempre film che al botteghino non incassano». Anche per questo Soderbergh e Clooney, uno una vera testa d'uovo nel senso fisico e mentale, l'altro un bellone ma colto, intelligente e ironico, hanno deciso di fare il seguito del loro «Ocean's eleven» e venirlo a girare a Roma, città con un buon clima e ottimi scorci. Perfino più lodato dalla critica di «Solaris», «Confessioni di una mente pericolosa», debutto alla regia di Clooney. Tratto dalla biografia di Chuck Barris, un Jerry Scotti della tv americana anni sessanta che, pochi anni fa, lasciando tutti perplessi, confessò di esser stato un agente della Cia e di aver fatto fuori trentatrè persone mentre «inquinava l'etere» con i suo «Il gioco delle coppie», il film di Clooney finisce per essere un atto d'accusa non solo nei confronti della Cia ma anche verso la tv popolare e quindi è di grande attualità. Forse lei, Clooney, non lo sa, ma in Italia si parla in questo momento della tv deficiente. «Non è solo un problema italiano. Anche da noi c'è molta cattiva televisione. Per cjuesto mi ha interessato la biografia di Chuck Barris, sebbene ai suoi tempi tutto fosse più candido, meno manipolato. E lo so bene io che sono figlio di un anchor-man e sono cresciuto nel mondo della tv. Il fatto è che oggi i elirigenti televisivi si sono messi in mente che il pubblico sia stupido e per questo abbassano costantemente il livello dell'offerta». Lei non è d'accordo? «No. Sono sicuro che la gente è più intelligente di quel che si creda. L'ho sperimentato. Il primo episodio di "ER", uno dei massimi successi della storia televisiva, fu bocciato perchè considerato troppo tecnico e complesso. Dovemmo fare dei test per convincerli che poteva piacere». Da qualche tempo lei interpreta film polemici nei confronti del suo paese: non si sente un bravo ragazzo americano? «Come faccio a parlare di questo nel momento in cui Colin Powell sta mostrando all'ONU le prove per convincere che la guerra contro Saddam è necessaria? Io sono un patriota. E resto un patriota. Ma non mi piace che su cjuesta guerra non ci sia stato un dibattitto pubblico e approfondito e nessuno abbia potuto fare domande giuste e dure». In «Solaris» è uno psicanalista cui viene data la possibilità di modificare le scelte fatte nel passato: lei lo farebbe? «Ho fatto terribili sbagli che hanno danneggiato me e i miei cari. Oggi, però, mi sento in pace con me stesso. Certo, mi piacerebbe non averli fatti, ma non so se oggi sarei lo stesso quello che sono». Nei vostri film, quelli di Soderbergh, quelli prodotti da voi e perfino in questo suo primo film, le donne hanno grandi ruoli: è ima presa di posizione ideologica? «E' vero, sia Natasha McElhone in "Solaris" che Drew Barrymoore nel mio interpretano personaggi femminili significativi. In realtà non è che vogliamo fare film con le donne: è che le donne hanno diritto a un trattamento paritario, una cosa che 0 cinema, spesso, non concede loro». George Clooney. Ha soccorso una ammiratrice svenuta mentre le firmava l'autografo

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