Sos acqua, l'oro blu ha gli anni contati

Sos acqua, l'oro blu ha gli anni contati TORINO, SUMMIT INTERNAZIONALE IN VISTA DEL VERTICE DI KYOTO Sos acqua, l'oro blu ha gli anni contati Troppi sprechi incontrollati, a fine secolo molte regioni del mondo rischiano di restare a secco. «Cresce il ruolo strategico dei governi e delle autorità locali: ecco le soluzioni possibili contro la catastrofe» Alessandro Mondo TORINO L'acqua, r«oro blu» del ventunesimo secolo, potrebbe avere gli anni contati. Alcuni esperti si sono persino azzardati a definire una data, ammonendo il mondo intero che in assenza di un deciso cambio di rotta le riserve d'acqua dolce della superficie terrestre - sfruttate oltre misura, spesso inquinate irreparabilmente e già all'origine delle prime guerre di confine - saranno consumate entro la fine del secolo. Vero? Falso? Sono calcoli da prendere con le molle. Ma se qualcuno pensa di delegare la soluzione della nuova emergenza ai summit intemazionali sul tema dell'acqua e più in generale del risanamento ambientale organizzati da un decennio ai quattro angoli del pianeta sappia che la battaglia è persa in partenza. Solenni dichiarazioni di intenti sottoscritte da imponentf delegazioni governative, obiettivi a lungo termine basati su impegni finanziari evanescenti... L'elenco delle occasioni mancate è eloquente: Mar del Piata (Argentina), 1977; Rio de Janei¬ ro (Brasile), 1992; Olanda, 2000; Johannesburg (Sud Africa), appena l'anno scorso. Fra meno di due mesi (16-23 marzo) si replica: questa volta a Kyoto, Shiga e Osaka, in Giappone. Tema: «L'acqua è il business di tutti». E allora? Allora ben vengano le conferenze ad ampio raggio nella misura in cui sapranno considerare le esperienze delle istituzioni locali e valorizzarne le potenzialità sui rispettivi territori. L'incontro dei rappresentanti delle autorità locali (regioni, provincie, comuni) - in programma a Torino domani e sabato alla Camera.di commercio parte da questo assunto. E si direbbe che promette bene: c'è un anno-simbolo, il 2003, eletto ad «anno intemazionale dell'acqua pura»; c'è l'ennesimo summit alle porte, da affrontare tenendo presenti i sostanziiali fiaschi che l'hanno preceduto; c'è una rete di associazioni internazionah delle autorità locali l'«Onu degli enti locali», come è stata definita - soggetta ad un processo di riorganizzazione che si traduce in nuovi stimoli e nel desiderio di contare in base al proprio peso specifico: quello dell'esperienza diretta e del radicamento territoriale. Infine c'è ima città, Torino, che con la sua provincia si è candidata da tempo a diventare uno dei punti di riferimento di questa spinta. Come? Puntando sulla corretta gestione dell'acqua come una scienza, una cultura da insegnare a paesi meno fortunati. Basta ricordare che sotto la Mole è nata «Hydroaid», la prima scuola mondiale dell'acqua per la formazione di tecnici specializzati. E non sarà un caso che «Torino città d'acque» contenda a Venezia l'tcAuthority dell'Acqua». Insomma, ci sono tutte le condizioni per definire un orientamento comune da portare a Kyoto. Perchè quello dell'acqua è un problema globale che però va necessariamente affrontato su scala locale. Come? Partendo dalla base della piramide. Ascoltando quelli che con la gestione di questa risorsa - troppa o troppa poca, pulita o inquinata devono fare i conti tutti i giorni. «Sono gli enti locali a garantire la fornitura alle popolazioni e a gestire i servizi connessi - spiega Mercedes Presso, presidente del- la provincia di Torino e dal 16 febbraio a capo di Camval, il Coordinamento delle associazioni mondiali delle città e autorità locali, che a Kyoto presenterà un documento politico finale -. Agli enti locali dei paesi più ricchi è anche demandato il compito di formare quadri per la progettazione di nuovi impianti». Si potrebbe continuare, magari ricordando il ruolo strategico dei soggetti territoriali sul governo delle acque in agricoltura: costruzione di pozzi, sistemi di raccolta di acqua piovana, programmi di risparmio idrico, reti di irrigazione, etc. Il senso del «prevertice» subalpino è proprio questo: avviare un primo confronto cedendo la parola ad organi di dimensione squisitamente locale, attivi in diverse aree del mondo e già legati da numerosi rapporti di collaborazione (gemellaggi, progetti di riqualificazione ed assistenza nei settori della formazione e della sanità). Basta scorrere l'elenco dei partecipanti: dalla Palestina al Libano, dal Marocco all'Indonesia, dall'Ecuador alla Corea, esponenti di municipalità, provincie ed associazioni si misureranno con i colleghi europei anche sul futuro dell'woro blu». Presenze istituzionali, d'accordo, ma sensibili in misura minore agli interessi e alle cautele diplomatiche che così spesso svuotano le trattative fra stati o leghe di stati. A Torino le premesse sono buone. Più difficile azzardare previsioni su Kyoto. Una volta in Giappone, per l'Onu degli enti locali la vera sfida sarà una sola: trovare il modo di farsi sentire. i NUMERI DELL'EMERGENZA IDRICA ^Mm. ■K&jSG*.''■'~ i .i ; :*r'ii* ■fe^Éiiir ^r:^ ÌS» :*rfk. i*, ' I CONSUMI (IN LITJU) -.O ^ s y ^ ; s J^ s 0 50 30 2* 15 11 2000 500 600 1800 300 150 1 miliardo 400 milioni dì persone nel.( mondo non hanno accesso all'acqua potàbile oltre 2 miliardi dispongono di acqua senza garanzia di qualità pi W 2 miliardi 400 milioni non godono di servoi^sanitari primari l'ingestione o firiiTnersipne in acqua contaminata (assenza di servizi sanitari) . causa l'SOVo delle malattie nei paesi in via di sviluppò e uccide 6000 bambini al giorno 3.000.000 l'anrto le vittime tìeilii diarrea, con perdite economiche stimate in 6 ; miliardi di dollari - '' il costo di un m5 di acqua di ottima qualità nei paesi industrializzati è di 10 centesimi di dòllaro; il costo di un m3 di acqua di cattiva qualità nei paesi del Sud è di 20 dollari ^ jB 1,5 metri l'anno il ritmo di igf,.: abbassamento della falda nella Cina ^i ' settentrionale (da 0,5 a 3 metri In India) 600 agglomerati urbani con oltre un milione di abitanti saranno concentrati .tra il 2020 e il 2025 nei paesi più poveri 1 entro il 2015 circa metà della popolazione, oltre 3 miliardi di persone, abiterà paesi relativamente poveri di acqua (meno di 1700 m3 annui. Gl'Acqua pròcapite) "nel 2025 due persone su tre potrebbero vivere in condizioni di penuria d'acqua 1Ó0 miliardi di euro l'anno garantirebbero acqua pulita praticamente a tutti. 1. sussidi all'agricoltura, per confronto, assommano a 347 miliardi ^ ..*

Persone citate: Alessandro Mondo, Mercedes Presso