La madre di Samuele contro il procuratore di Aosta di Enrico Martinet

La madre di Samuele contro il procuratore di Aosta PRONTA UNA DENUNCIA DI TAORMINA: «QUELLA SEDE E DIVENTATA INSOPPORTABILE». ANNAMARIA A COLLOQUIO CON GLI PSICHIATRI PER L'ACCERTAMENTO La madre di Samuele contro il procuratore di Aosta Enrico Martinet AOSTA «L'ira di Dio si abbatterà sul Ris di Parma». Ancora: «Questa storia deve finire, adesso Aosta, come Procura, è diventata una sede insopportabile». Questa sorta di Apocalisse è invocata dal professor Carlo Taormina, difensore di Annamaria Franzoni Lorenzi indagata per l'omicidio del figlio Samuele nella villetta di Montroz, a Cogne, il 30 gennaio di un anno fa. Sul Ris: «Combatterò fino in fondo perfino a livello istituzionale, perché questo è diventato un "caso" istituzionale. Il carabinieri del Ris hanno compiuto indagini di polizia giudiziaria nell'inchiesta poi hanno firmato una consulenza perla Procura. Inaudito». Lontano da questa atmosfera di incroci di querele annunciate, che fa pensare a un processo nel processo in cui si scambiano i ruoli di accusa e difesa, di indagati e non, si è svolto il primo (e forse unico) colloquio tra psichiatri nominati dal gip di Aosta Fabrizio Gandini e Annamaria, nella villona di Monteacuto Vallese, piccolo «feudo» della famiglia Franzoni sull'Appennino emiliano. Anche il titolare dell'accertamento psichiatrico, il dottor Roberto Gianni, finisce nel «j'accuse» di Taormina: «Parlan¬ do con "La Stampa" ha violato il segreto cui era tenuto». Durante il «Porta a Porta» di Bruno Vespa, nella serata di martedì, il criminologo-detective Carmelo Lavorino, indagato per ingiurie e molestie a Daniela Ferrod, che a Cogne è vicina di casa dei Lorenzi, ha annunciato ima controquerela per calunnia. Il giorno dopo, l'avvocato Taormina tuona la sua azione legale contro il procuratore capo di Aosta Maria Del Savio Bonaudo, «rea» di aver detto, durante la trasmissione di Rallino, che per Annamaria esiste il pericolo della reiterazione del reato. E per aver pronunciato la frase «massacrato un figlio» per far comprendere il perché della pericolosità. Tutto finisce in un «botta e risposta» nei «lanci» delle agenzie di stampa, in tv, quindi sui giornali, mentre i due psichiatri torinesi Roberto Gianni e Rossana Rosso rientrano in auto da Monteacuto a telefoni spenti e con l'esito di colloquio e test nelle loro cartelle. L'accertamento psichiatrico servirà al gip Gandini per decidere sulla richiesta fatta proprio il giorno della Cassazione, il 31 gennaio, perché venisse revocata o modificata la custodia cautelare in carcere per Annamaria. L'impedimento alla revoca è la reiterazione del reato, cioè la possibilità che Annamaria possa uccidere, non riuscendo a controllare la propria aggressività. Gli esperti del giudice l'hanno sottoposta «in un clima di serenità», come commentano in casa Franzoni-Lorenzi, al «Tat», un test non fatto durante la lunga perizia psichiatrica, che valuta proprio il controllo dell'aggressività, di un «sentimento distruttivo». Fra dieci giorni, che ci sia o'meno un secondo incontro con l'indagata, le conclusioni sull'accertamento saranno sulla scrivania del gip. Comunque sarà la «sentenza», Annamaria non dovrebbe tornare in carcere, a meno che non vi siano nuovi elementi indiziari molto gravi. Anche se la decisione del giudice fosse contraria a entrambe le richieste della difesa (revoca o modifica della custodia in carcere) Annamaria non sarebbe arrestata perché deve ancora pronunciarsi sulla custo¬ dia cautelare il Tribunale del Riesame di Torino, cui la Cassazione ha afiidato il compito. Taormina aspetta e nel frattempo accusa il procuratore Bonaudo: «Ha passato il segno. Sostenendo che per Annamaria sussiste la reiterazione del reato ha dato un calcio nel sedere alla Cassazione che l'ha esclusa e ha mancato rispetto al codice deontologico dei magistrati. Per questo la denunciamo e segnaliamo la questione al Consiglio superiore della magistratura. Non mi capacito di come un magistrato non si vergogni mentre ignora la presunzione di innocenza. Ecco perché dico che Aosta come sede dell'inchiesta, diventa insopportabile. Adesso vediamo se la tracotanza e il continuo calpestare i diritti dei cittadini, che sono tali anche se indagati, non siano presi in considerazione dal Csm». Il procuratore Maria Del Savio Bonaudo: «Non ho nulla da commentare, prendo atto delle decisioni dell'avvocato. Mi è stato chiesto un parere sulla pericolosità dell'indagata e io ho l'ho espresso». La Procura aveva dato parere negativo, il 31 gennaio, alla richiesta di revoca o modifica della custodia cautelare presentata dal professor Taoimina. L'avvocato: «In tv la Bonaudo ha detto che per la Franzoni esiste il pericolo della reiterazione del reato» Dopo il primo incontro sul «controllo dell'aggressività» possibile un secondo test tra 10 giorni