Berlusconi: Powell convincente Serve un atteggiamento risoluto di Ugo Magri

Berlusconi: Powell convincente Serve un atteggiamento risoluto IL PREMIER SULL'EVENTUALITÀ DI UN'AZIONE MILITARE Berlusconi: Powell convincente Serve un atteggiamento risoluto «Il segretario di Stato ha dimostrato che l'Iraq ha ostacolato la missione Onu e continua a intrattenere rapporti con il terrorismo internazionale». «La guerra? È l'ultima soluzione» Ugo Magri ROMA Silvio Berlusconi ne è persuaso, gli Stati Uniti hanno recato finalmente le prove che Saddam si sta prendendo gioco dell'Onu. In una dichiarazione diffusa a tarda ora, il premier ha manifestato «apprezzamento» per il j "accuse di Colin Powell davanti al Consiglio di sicurezza. Dice Berlusconi: il segretario di Stato americano «ha dimostrato che il regime iracheno ha ripetutamente ostacolato il lavoro della missione Onu ed ha continuato a intrattenere rapporti con il terrorismo internazionale». Non ci sono dunque più dubbi, dunque. Per il governo italiano Saddam Hussein considera carta straccia le risoluzioni dell'Onu, la loro violazione è «palese e reiterata». Questo dirà oggi Berlusconi alla Camera, quando si presenterà alle 15,30 in aula per illustrare la posizione del governo sulla crisi irachena. E fin qui, la sintonia con l'America risulta pressoché totale. Una certa diversità di accenti si percepisce, invece, sulle conseguenze che se ne debbono trarre. Mentre George W.Bush non vede l'ora di farla finita, scatenando nel giro di poche settimane un attacco contro Baghdad, il Cavaliere spera ancora che la guerra si possa evitare. Ieri pomeriggio l'ha definita, in un discorso alla dirigenza pubblica, «l'ultima soluzione possibile per la crisi irachena», lasciando intendere che ci sarebbe ancora spazio per una retromarcia in extremis di Saddam capace di fermare le lancette dell'orologio. E ieri sera, nella sua dichiarazione scritta, Berlusconi s'è coperto dietro una formula che oggettivamente si presta a diverse letture. Le violazioni irachene, ha argomentato, confermano «la necessità di un atteggiamento risoluto della comunità internazionale per conservare la credibilità dell'Onu per la salvaguardia della pace e della sicurezza nel mondo». Per chi volesse tuffarsi nell'ermeneutica berlusconiana, la parola chiave è «pace». Se si vuol davvero provare a salvarla, sostiene il premier, bisogna mettere in campo un «atteggiamento risoluto», tale da rendere l'Onu credibile agli occhi tanto degli Stati Uniti che dell'Irak. In soldoni, occorre che le maggiori potenze (come usava dire una volta) facciano chiaramente intendere a Saddam Hussein che il tempo a disposizione sta per scadere. Dovrà dare immediatamente risposte serie agli ispettori, sennò l'attacco sarà inevitabile. Questa pressione internazionale, se si dà retta al Cavaliere, farebbe bene a materializzarsi sotto forma di un via libera collettivo alla seconda risoluzione dell'Onu, quella che dovrebbe autorizzare l'uso della forza contro il regime iracheno. Non appena i paesi fin qui riluttanti (Francia e Germania, ma anche Bussia e Cina) si diranno disposti a sottoscriverla, il Baìss di Baghdad capirà finalmente che non è più aria di tira-e-molla. Gli resteranno pochi giorni per cambiare registro e spalancare davvero le porte agli ispettori. Chiedere una seconda risoluzione al Consiglio di sicurezza, tuttavia, equivale pure a mettere un freno all'America (e di questo il premier ha certamente parlato con Carlo Azeglio Ciampi, nel colloquio pomeridiano avuto al Quirinale). La seconda risoluzione, ha dichiarato ieri a più riprese il Cavaliere, è indispensabile «per dare legittimità all'eventuale azione militare». Se ne ricava che, ai suoi occhi, un attacco americano sprovvisto di placet for- male dell'Onu non sarebbe legittimo sul piano del diritto intemazionale. Dunque risulterebbe arduo, anche per un alleato fedele come l'Italia, appoggiare fino in fondo la strategia americana. Da certi vaghi accenni del premier («ho parlato in questi giorni con interlocutori che, anche in ragione della loro più giovane età, mostrano di tenere in considerazione i miei suggerimenti») par di capire che Berlusconi stia consigliando prudenza al suo amico Bush. L'altra notte ha cercato di contattarlo per telefono, anche per riferire quanto gli aveva detto Putin, ma il presidente americano era in viaggio, non è stato possibile raggiungerlo. Così l'esortazione alla cautela è stata inoltrata tramite autorevoli personaggi dell'amministrazione Usa, nella speranza che venga ben accolta. li premier Silvio Berlusconi e un lanciere di Montebello