«Non ha dimostrato nulla» di Maurizio Molinari

«Non ha dimostrato nulla» L'ESPERTO DI DIFESA AMERICANO CHARLES PENA «Non ha dimostrato nulla» «Doveva provare che il Raiss minaccia gli Usa» intervista Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK . - n OWELL non ha convinto " m perché non è riuscito a dimostrare che Saddam costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti». Questo il commento di Charles Pena, direttore del Centro studi difesa del Cato Institute di Washington e già consulente del Pentagono durante l'amministrazione Reagan per la difesa antimissile. Perché è rimasto deluso dall'esposizione di Powell? «Il Segretario di Stato non ha detto nulla che non sia stato già detto in precedenza. Non ha fornito nuove informazioni, immagini, nastri, intercettazioni. Ha solo continuato ad affermare che l'Iraq ha armi chimiche e batteriologiche e che vuole ottenerne di tipo nucleare». Eppure immagini e nastri sembravano molto accurati. Che cosa non la convince di questo nuovo materiale? «L'Amministrazione ha voluto dimostrare che Saddam tenta di ingannare l'Qnu, di nascondere le armi che ha. Ma questo in realtà nessuno lo ha mai messo in dubbio. Anche prima della risoluzione 1441 sapevamo che Saddam barava con l'Onu. Gli esperti di sicurezza sanno bene che lui le armi ce le ha. Ma la domanda cui Powell doveva rispondere era un'altra: perché l'Iraq costituisce una diretta minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti? Solo rispondendo positivamente a questo interrogativo la guerra preventiva può essere giustificata. Ma il Segretario di Stato non è stato in grado di farlo». Perché Powell non è riuscito a dare questa spiegazione? «L'Iraq può teoricamente minacciare gli Stati Uniti con i missili o con il terrorismo. Riguardo ai missili, Saddam non possiede vettori in grado di colpire a lungo raggio. Sul terrorismo le prove di un tentativo di Saddam di usarlo per colpirci non sono affatto solide. In primo luogo perché non ci sono precedenti: se è vero che Saddam ha consolidati rapporti da anni con gruppi terroristici, è vero anche che non ha mai dato a quei gruppi armi di distruzione di massa. Poteva farlo negli ultimi dieci anni per attaccare Israele, conciderato un nemico al pari degli Stati Uniti, ma non lo ha mai fatto. Powell afferma che il comune odio contro gli Stati Uniti da parte di Iraq e Al Qaeda è l'incentivo per questo attacco non convenzionale, ma è una sua opinione. Non una prova». Perché Saddam Hussein a suo avviso non vuole attaccare gli Stati Uniti con armi di distruzione di massa? «Perché a differenza di Osama bin Laden non è un suicida. E' un dittatore molto razionale e vuole rimanere al potere il più a lungo possibile. Ha visto ciò che è avvenuto in Afghanistan ad Al Qaeda e ai taleban e non vuole finire allo stesso modo». Lei dunque ritiene che Saddam possiede le armi proibite ma che la guerra non è giustificata fino a quando non viene dimostrata la sua volontà di adoperarle per colpire altri Paesi? «Certamente, il possesso di armi di distruzione di massa in sé non costituisce una minaccia. Secondo i dati del Pentagono e del Dipartimento di Stato ci sono al mondo dodici Paesi con armi nucleari, tredici con armi batteriologiche e sedici con armi chimiche. Almeno tre dispongono di tutti e tre i tipi di armamenti. Ma l'amministrazione di Washington non pensa ad attaccare nessuno solo per questo. Il possesso non giustifica l'attacco». Powell ha voluto dimostrare che Saddam ha violato la risoluzione dell'Onu numero 1441. Ci è riuscito? «Certo, ma ciò non significa che sia una ragione sufficiente per gli Stati Uniti per andare in guerra. La debolezza della risoluzione 1441 è che pone l'interrogativo sbagliato: chiede agli ispettori di accertare se l'Iraq collabora mentre avrebbe dovuto chiedere se Saddam è una minaccia».

Persone citate: Charles Pena, Osama Bin Laden, Powell, Saddam Hussein