«Washington dice la verità» di Paolo Mastrolilli

«Washington dice la verità» KHiDHIR HAMZA, EX CAPO DEL PIANO Di RIARMO IRACHENO «Washington dice la verità» «Saddam può costruire due atomiche l'anno» intervista Paolo Mastrolilli NEW YORK .-^ E le cose stanno così, ''3 Saddam è già in grado di costruire due bombe atomiche all'anno». Khidhir Hamza comincia dalla parte che conosce meglio, perché è stato a lungo responsabile del programma di riarmo nucleare iracheno, prima di fuggire negli Stati Uniti. Anche lei è convinto che i tubi di alluminio potevano essere usati per arricchire l'uranio? «Sì, perché possono essere modificati, e Baghdad possiede i macchinari per farlo. Anche senza ritoccarli, comunque, quei cilindri possono produrre uranio arricchito, ma a ritmi più lenti e col rischio che si rompano spesso. Io ho fatto dei calcoli, sulla base degli strumenti e dei materiali a disposizione degli scienziati iracheni. Se hanno importato il numero di cilindri di cui si parla, anche utilizzandoli al regime più basso possono produrre l'uranio necessario a realizzare due bombe all'anno». Le intercettazioni telefoniche erano vare? «Parlavano la mia Ungua, e posso dire due cose: usavano l'accento di Tikrit, ossia la regione d'origine di Saddam dove vengono reclutati i membri delle forze speciali, e discutevano di come nascondere armi». I laboratori mobili esistono davvero? «Li avevamo anche noi, nel programma nucleare, per spostare macchinari e materiali importanti. Non servono solo a nascondere le armi agli ispettori. Il governo cominciò a svilupparli subito dopo la Guerra del Golfo, per non offrire obiettivi ,a nuovi possibili bombardamenti. Durante il conflitto, quattro istallazioni nucleari su sette e tre siti biologici erano stati distrutti. Quindi Saddam ordinò di rendere mobile tutto ciò che poteva essere trasportato, in modo da sottrarlo a futuri attacchi». Le foto satellitari dei bulldozer mostravano davvero il tentativo di nascondere il terreno contaminato? «Lo facevamo anche noi. Nelle strutture nucleari avevamo preparato tre strati di terra diversi, in modo che anche se gli ispettori scavavano, non avrebbero trovato nulla». Le altre foto mostravano camion che portavano via materiali, mezzi per la decontaminazione, presunti depositi chimici attivi e banchi di prova per i motori dei missili. Le sono sembrate convincenti? «Erano unite ad informazioni di intelligence, e la veridicità di queste dichiarazioni fa la differenza. Comunque non ha senso avere mezzi per la decontaminazione vicino a siti bonificati, e i programmi missilistici vietati sono ben documentati anche dagli ispettori dell' Onu». Le armi scomparse, come le 6500 bombe chimiche, esistono davvero o sono state distrutte? «Gli ispettori le avevano registrate e gli americani sono convinti che Saddam le abbia ancora. Le prove della loro distruzione non ci sono e se non le consegna attaccherano». E' vero che gli scienziati nascondo documenti e rischiano la morte se parlano? «Lo facevo anche io, quando ero in Iraq. Avevo una macchina piena di documenti nel garage, e li dovetti bruciare per paura che gli ispettori li trovassero». I legami con al Qaeda sono credibili? «Sarebbe una strategia tipica di Saddam: far stabilire i terroristi nel Nord, perché così o rovescia la responsabilità sui curdi, oppure ottiene la giustificazione per attaccarli allo scopo di ripulire il territorio. Quanto ai passaggi degli uomini di Al Qaeda dal Nord al Sud, quelle strade sono aperte: da lì scappai con la mia famiglia». Lei è convinto che ci sarà la guerra? «A questo punto sì. Gli americani hanno bruciato diverse fonti di intelligence per mostrare queste prove, e Saddam non ha più spazio per tornare sui suoi passi». .

Persone citate: Del Piano, Khidhir Hamza

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, New York, Stati Uniti, Washington