Gli amori segreti di Pepe Carvalho di Rocco Moliterni

Gli amori segreti di Pepe Carvalho MOGLI TRISTI, MARITI BISESSUALI, VECCHI ROCKER VESTITI DA ELVIS PRESLEY: ESCONO TRE RACCONTI DELL'INVESTIGATORE CREATO DALLA FANTASIA DI VAZQUEZ MONTALBAN Gli amori segreti di Pepe Carvalho Laura e Marta tra le braccia del Marlowe delle Ramblas Rocco Moliterni ..f^ IRCA dieci anni fa, poco " V^ dopo il mio ritomo dagli Stati Uniti, ero andato a vivere in uno di quei quartieri che vengono costruiti in tutte le città per le coppie di noveUi sposi. Un quartiere sen^a carattere, o forse proprio con quel carattere. Un'incubatrice per le nuove generazioni. Ero ancora incerto se imbarcarmi di nuovo nella carriera universitaria o lavorare come investigatore privato traendo profitto da quanto avevo imparato nella Cia»: così Pepe Carvalho racconta quando conobbe una sua vecchia fiamma in Le ceneri di Laura, la prima delle Tre storie d'amore di Manuel Vàzquez Montalbàn, che Feltrinelli manda in questi giorni in libreria nella collana Supereconomica. Montalbàn le scrisse nel 1987 per una serie televisiva e hanno, soprattutto la prima, più l'aspetto della traccia per una sceneggiatura che quello del vero e proprio racconto. Anche se sono condite con tutti gli elementi caratteristici delle storie del Marlowe delle Ramblas. Ci sono le periferie di Barcellona e le cene di Biscuter o di Fuster, la lonza conservata nel suo grasso e i vini della Roja, i volumi strappati foglio a foglio e gettati nel caminetto (tranne i romanzi di Conrad, «gli unici libri che non riusciva ancora a bruciare») e le affettuosità di Charo, l'ironia e il disincanto di uno che ne ha viste troppe per prendere ancora il mondo e sé stesso sul serio. Come sempre andiamo alla scoperta delle trasformazioni urbanistiche, sociali, politiche di una Spagna che ^i è lasciata alle spalle il franchismo e ha fretta di recuperare il terreno jerduto. Ci sono mogli tristi, come a Laura del primo racconto, che grazie a Carvalho scopre la letteratura e l'indipendenza. Pepe iniziò a stancarsi di lei forse «quel pomeriggiq jftgui,. mentre lui le sbottonava la camicetta, lei citò un paràgrafo dai Lineamenti fondamentali dell'economia politica di Karl Marx». Dieci anni dopo Pepe si vede arrivare un'urna con le ceneri e scopre che lei è stata ammazzata. A pagargli l'indagine saranno la «capellona» e altri colleghi di lei, che non riescono a capire chi possa avere voluto uccidere una donna così buona e disposta a spendersi per gli altri. Nel secondo racconto, Quel che poteva essere e non fu, il nostro Pepe si immerge in un'indagine nel mondo della musica: hanno ritrovato in un cassonetto della spazzatura, vestito da Elvis Presley, un vecchio rocker. Vent'anni prima era stato famoso grazie alla band «Il gatto con gli stivali» che brillò una sola estate. L'unico successo del gruppo faceva «Catalina è roba fina, Catalina setosina, oh oh oh Catalina». Come in un film di Almodóvar, il morto era bisessuale, aveva una moglie che lavorava in squallidi locali di periferia e un bambino prodigio ugola d'oro di tradizionah flamenchi. All'apparenza il morto è nullatenente, quando la vedova scopre, grazie a Carvalho, che ha una piccola fortuna, si dimostra pronta a concedere le sue grazie al nostro investigatore, ma lui resiste. Non farà lo stesso con Marta, la protagonista del terzo racconto. La ragazza che non sapeva dire di no. Lei è un'altra moglie stanca che tradisce il marito. Pepe la tiene d'occhio, fotografa il momento in cui le viene ucciso l'amante tra le braccia. I comportamenti di Marta incuriosiscono Pepe, che le fa «conoscere la presunta macchia lasciata dal cuore sanguinante di un cavaliere medievale sulla scalinata della pala del Rey, le fette di mosciame innaffiate di birra che servivano alle Rondas, i biliardi del Monforte, il mistero di una cappella romanica soffocata tra le case della plaza del Padrò, davanti a una fontana prima tolta di mezzo dai rossi e poi rimessa in sito dai franchisti». Si incuriosisce al punto che ci finisce a letto: «era come l'aveva immaginata lui, il coipo pieno di forme incompiute, i muscoli lunghi, i seni fatti su misura per il cavo di una mano piccola...». Il racconto finisce come una variante ante litteram dell'Amore infedele di Adrian Lyne. Quello che colpisce sono gli studi di avvocati che in quegli anni incerti tenevano alle pareti tanto il quadro di Franco quanto quello di re Juan Carlos, entrambi ovviamente con dedica. Ci sono allevatori di polli che fanno la figura dei polli, e clienti di Charo che parlano di ricette come l'insalata di avocado con il caviale o gli spinaci con cappelunghe e ceci. In tutti e tre i casi il nostro «annusapatte» (cosi la polizia definisce gli investigatori privati che si occupano di infedeltà coniugali) se la cava brillantemente e impiega poco a scoprire i colpevoli. Certo i tre racconti non hanno l'ariosità dei romanzi e le trame finiscono per essere troppo veloci. Saranno contenti quelli che leggono i gialli di Montalbàn per gli intrecci, meno quelli che l'apprezzano per le sfumature dell'affresco sociale. Andrea Camilleri e Manuel Vàzquez Montalbàn, rispettivamente inventori del commissario Montalbano e di Pepe Carvalho Leonardo Sciascia raccontò levicissitudini della sala che riapre Il 14 febbraio "K Manuel Vàzquez Montalbàn Tre storie d'amore '■■'■■" i

Luoghi citati: Barcellona, Spagna, Stati Uniti