Il killer mancato è tradito dal Dna di Gianni Giacomino

Il killer mancato è tradito dal Dna TRACCE DEL SUO SANGUE SUL CAPPOTTO DEL FERITO, GLI INVESTIGATORI DI FRONTE A UN MURO DI OMERTÀ Il killer mancato è tradito dal Dna In manette pregiudicato che aveva acco te ato 'ex amico Gianni Giacomino VENARIA REALE Bernardo Arabia, 51 anni, pluripregiudicalo: è stalo lui ad accoltellare tre mesi fa a Venaria Angelo Crescimone, 58 anni, detto «calibro 9». Lo hanno scoperto i carabinieri del nucleo operativo di Venaria che hanno lavorato gomito a gomito con i colleghi del Ris di Parma. Sulla maglia di Crescimene, in mezzo al suo sangue i tecnici hanno ritrovato delle piccole macchioline emaliche con un Dna diverso. Era quello di Arabia che dall'altro giorno è rinchiuso nel carcere delle Vallette con l'accusa di tentato omicidio. I militari hanno poi denunciato altre quattro persone per favoreggiamento e tra loro, particolare davvero singolare, c'è pure Crescimone. Quest'ultimo infatti non ha mai detto una parola sul suo aggressore: né mentre era all'ospedale in fin di vita, né dopo che si è ripreso. Bocca sempre chiusa. «Abbiamo lavorato in un clima di assoluta omertà - ha spiegato il sostituto procuratore Antonio Malagnino che ha coordinato le indagini - meno male che qualcuno ha collaborato, ma intanto di questo accoltellamento dobbiamo ancora conoscere il movente». La storia è strana anche perché i due protagonisti si conoscono da un ventennio e hanno condiviso pure delle vicende processuali. Questo fino alla fine degli anni novanta quando nascono degli attriti e finisce l'amicizia. Partono proprio di qui le indagini dei carabinieri comandati dal capitano Ciliberti. E da via Roma 59, davanti al bar Enoteca dove è avvenuto l'agguato, arrivano fino a Varisella dove abita saltuariamente Bernardo Arabia, difeso dall'avvocato Perga. Li indirizza nel piccolo centro della Val Ceronda un testimone: «Là troverete delle armi». Arabia, alla vista dei militari che si apprestano ad entrare nell'alloggio per effettuare una perquisizione, fugge in mezzo ai boschi. Poi a tarda sera si presenta in caserma. Un comportamento strano che insospettisce gli investigatori. Anche perché la sera del fatto Arabia è stato notato in via Roma. E strano era stato anche il ritrovamento del coltello a serramanico insanguinato lasciato all'interno della macchina di Crescimone che qualcuno nella notte del 15 ottobre scorso aveva guidato fino all'ingresso del pronto soccorso di Venaria. E' a questo punto che per far combinare tutti i tasselli Malagnino ordina l'accertamento tecnico del Ris sulla camicia sporca di sangue e dà carta bianca ai carabinieri per scandagliare a fondo la vita di Arabia e i suoi rapporti con «calibro 9». Cosi un giorno Arabia viene invitato in caserma e dal cappotto lascialo in sala d'attesa i militari prelevano due capelli che finiscono nei laboratori del Racis di Parma. Il profilo genotipico delle tracce ematiche lasciate sull'indumento è identico a quello dei capelli raccolti sul colletto del loden. Bernardo Arabia Angelo Crescimone

Luoghi citati: Arabia, Parma, Varisella, Venaria, Venaria Reale