L'ISLAMICO BUONO di Claudio Gorlier

L'ISLAMICO BUONO IL PREMIER DELLA MALAYSIA L'ISLAMICO BUONO Claudio Gorlier MAHATHIR bin Mohamad, dal 1981 primo ministro della Malaysia: l'islamico buono, o, per lo meno quello accettabile in Occidente. E' vero che, alla fine degli Anni ottanta, si scontrò con le politiche del Fondo Monetario Internazionale; però seppe operare dei compromessi, e l'economia del suo paese decollò, facendo di lui un'icona del Terzo Mondo. Il presidente Bush lo ha in palmo di mano perché il suo partito di governo, lo United Malays National Organisation, ha ripetutamente sconfitto l'integralista Parti Islam; perché insiste nel condannare il terrorismo islamico e i kamikaze; perché la Malaysia, paese multirazziale, ha accettato le regole del capitalismo e aperto le porte a più di una corporazione americana. Al Cairo per l'incontro ad alto livello tra esponenti dei paesi arabi, Mahathir ha tenuto una conferenza presso l'Università Al Azhar, ampiamente pubblicizzata dalla stampa internazionale, con particolare rilievo negli Stati Unici. Pur rivendicando i diritti dei palestinesi e criticando Israele, Mahathir si è scagliato contro attacchi terroristici «casuali, isolati e non coordinati», tali da recare danno alla causa araba. L'insegnamento fondamentale del Corano, ha insistito Mahathir, riguarda la pace. Tutti i popoli islamici devono essere in pace tra di loro, e cercare rapporti pacifici con i popoli di altre fedi. Affermazioni di questo genere sono balsamo per noi occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti. C'è, comunque, un ma, e qui viene da rammentare la massima paolina, verosimilmente ignota a Mahathir, che la carità comincia in casa propria. Dal 1998 l'allora vicepresidente del Consiglio della Malaysia. Anwar Ibrahim, si trova in carcere. La sua vicenda è davvero singolare, e inizia con un processo che, trovandomi nel dicembre di quell'anno a Kuaia Lumpur, capitale della Malaysia, cercai di raccontare ai lettori de La Slampa. Mahathir aveva scelto Anwar come successore, ma cambiò idea e decise di sbarazzarsene. Lo1 fece accusare di sodomia con prove abbastanza chiaramente truccate. Anwar, sposato e padre, aveva fama di donnaiolo, ma questo non è un reato in base alla legge islamica. Il suo autista lo accusò di stupro; moglie e figlie lo difesero; il suo avvocato finì a sua volta in giudizio per disprezzo della corte. Mentre Koala Lumpur raggiungeva la sua massima espansione, con i due grattacieli Pctronas già più elevati delle sfortunate Torri Gemelle, e dunque gli edifici più alti al mondo, il processo a Anwar diventò uno spettacolo nazionale, occupando pagine e pagine di giornale e inondando i programmi televisivi. Naturalmente il reprobo venne condannato, tutti gli appelli furono respinti, e il vittorioso Mahathir si garantì un potere che detiene tuttora, in piena salute e giovanile nonostante si awii agli ottanta. Lo scorso anno è stato accolto con tutti gli onori a Washington, e ora può indottrinare il pubblico del Cairo. In quanto a Anwar, resta in galera, ma questo è soltanto un modesto incidente di percorso.

Persone citate: Anwar Ibrahim, Bush, Mahathir

Luoghi citati: Cairo, Israele, Stati Uniti, Washington