Il caso delle Re auto spacca II fronte delle assicurazioni di Federico Monga

Il caso delle Re auto spacca II fronte delle assicurazioni L'ANIA AMMETTE: ABBIAMO GIÀ' SUBITO UN GRAVE DANNO DI IMMAGINE. IL GOVERNO PENSA DI INTERVENIRE CON UN DECRETO Il caso delle Re auto spacca II fronte delle assicurazioni Contatti informali e riservati di alcune grandi compagnie con i consumatori per arrivare a un accordo Federico Monga La grana dei rimborsi delle Re Auto sta spaccando il fronte delle compagnie di assicurazione. L'Ania, ufficialmente, è per la linea dura e ancora ieri negava il danno provocato agli automobilisti dal cartello dei prezzi tra il '95 e il 2000. Alcune grandi società, come Ras e Unipol, però in questi ultimi giorni hanno lanciato, in via del tutto informale e riservata, messaggi di pace alle associazioni de: consumatori. Convinti che il muro contro muro non porti da nessuna parte, alcuni dei maggiori gruppi hanno mandato avanti i loro rappresentanti per sondare la disponibilità di Codacons fr C. a trovare un accordo. Che lo scontro frontale abbia già provocato più di un grattacapo agli assicuratori comincia ad esseme convinta anche l'Ania. Ieri r«Intesa dei Consumatori» ha organizzato una manifestazione sotto la sede romana con tanto di blitz pacifico negli uffici. Al termine del faccia a faccia, secondo i rappresentanti di Codacons, Adoc, Federconsumatori e Adusbef, «breve e senza frutti», il direttore dell'Ania Marco Fusciani ha ammesso che «le assicurazioni sono preoccupate perché non avrebbero voluto i danni di immagine che già ci sono». Le associazioni dei consumatori guardano con sospetto anche il paventato intervento nel governo con un decreto già ribattezzato «salva assicurazioni». Provvedimento, auspicato anche dai sindacati di categoria, preoccupati della ricaduta occupazionale in caso di ricorso di massa ai rimborsi, e invece bocciato dall'opposizione di centrosinistra. Il sottosegretario alle Attività Produttive con delega alle Assicurazioni, Mario Valducci, nei giorni scorsi aveva buttato là un'idea, per altro in netta contrapposizione con quanto stabilito dieci giorni fa dalla Corte di Cassazione: spostare la competenza del giudizio sull'ammissibilità al risarcimento dal giudice di pace al giudice ordinario. I consumatori sono subito saliti sulle barricate: «Sarebbe la morte dei ricorsi, visti i costi e i tempi lunghi della giustizia italiana». Tra le proposte, a largo raggio, ci sarebbe anche l'intenzione di spostare la polizza dall'automobile alla patente o introducendo contratti innovativi magari a tempo. Le associazioni di tutela dei consumatori da un lato vanno avanti a testa bassa: hanno consegnato più di centomila moduli per il rimborso e invitano gli automobilisti non sottoscrivere più contratti con le 17 compagnie condannate. Rosario Trefiletti, numero uno della Federconsumatori: «Trovare un'intesa sarebbe la via migliore. La posizione dell'Ania mi pare insostenibile. Capisco una sola loro preoccupazione: temono che trattandosi di un diritto individuale una volta fatta l'intesa con noi, gli automobilisti continuino a fare i ricorsi. Sono però arciconvinto che gli utenti, se avessero la possibilità di ottenere magari uno sconto sulle polizze future, non si prenderebbero più la briga di rivolgersi ad un giudice».

Persone citate: Mario Valducci, Rosario Trefiletti

Luoghi citati: Ania