"La tecnologia non si fermerà" di Paolo Mastrolilli

"La tecnologia non si fermerà" ARTHUR CLARKE, L'AUTORE DI «2001 ODISSEA NELLO SPAZIO» "La tecnologia non si fermerà" «Siamo soltanto all'inizio delle esplorazioni del cosmo. Il volo su Marte è ormai alle porte» intervista Paolo Mastrolilli NEW YORK IL contatto avviene verso le dieci di mattina, come promesso. La voce non arriva dallo spazio oltre il sistema solare, che aveva esplorato con la fantasia trentacinque anni fa, ma dal caldo tropicale dello Sri Lanka, dove si è rifugiato ormai da tempo. Sir Arthur Clarke risponde al telefono con gentilezza britannica, ma subito avverte: «Se chiama per la storia dello Shuttle, una cosa deve essere chiara dal principio: è stato un contrattempo. Tragico e drammatico, soprattutto per le vite perdute, ma solo un contrattempo. Ce ne sono stati altri molto famosi, come il Challanger nel 1986 e l'incendio sull'Apollo, e ce ne saranno altri. Ma pensare che le esplorazioni spaziali si fermino per questo è da folli, o da ignoranti della natura umana». Avrà sbagliato i calcoli sui tempi, l'autore di «2001 Odissea nello spazio», ma alla sua visione di possibilità infinite non ci rinuncia: «Le dico solo questo, per spiegare le nostre potenzialità: se per caso domani scoprissimo che su Marte c'è la cura per l'Aids, o un qualunque altro motivo forte per andarci, sbarcheremmo su quel pianeta nel giro di cinque anni. Non di più». Eppure il disastro del Columbia ha spinto molti intellettuali a mettere in dubbio la nostra fede nella tecnologia. La sua non crolla mai? «Guardate dove siamo, grazie alla tecnologia. Ha fatto la differenza tra la vita e la morte, per il genere umano, ed è la nostra porta potenzialmente aperta sull'immortalità. Basta guardare ai dinosauri, così forti e potenti, eppure estinti nel lampo di un impatto. La tecnologia è l'unica garanzia che abbiamo per evitare di fare la stessa fine, e proteggerci dalla minaccia degli asteroidi e le comete. E un giorno, quando ne avremo bisogno, ci consentirà anche di lasciare la Terra e andare a vivere altrove». L'incidente di sabato non rimanda questi piani? «Così ragionava chi pensava che il naufragio del Titanio avrebbe bloccato la navigazione transoceanica. Vede, è come se lei ora stesse parlando con Cristoforo Colombo. Dal punto di vista tecnologico, il nostro livello di avanzamento nel settore spaziale è paragonabile a quello marittimo all'epoca dell'esploratore genovese. Quanti disastri sono avvenuti, nel frattempo? Quanti progressi miracolosi abbiamo fatto, da allora ad oggi? Eppure lui riuscì comunque a scoprire l'America». Quali saranno, allora, le prossime conquiste? «Il turismo spaziale sarà il più grande business di questo secolo. E con l'aumento dell'interesse commerciale per i voli, si moltiplicheranno anche le risorse a disposizione per potenziarli e migliorarli sempre più». La Nasa vorrebbe costruire un motore a propulsione nucleare, per andare su Marte in tre settimane invece di sei mesi. E' la prossima frontiera? «Senza dubbio. Le ultime sonde, come il Mars Global Surveyor, hanno provato che sul pianeta c'è la vita, almeno quella vegetale. Dal punto di vista scientifico l'interesse è troppo grande, per resistere alla voglia di mandare un uomo a verificare di persona». In «2001» lei immaginava anche le esplorazioni oltre il sistema solare: le considera ancora possibili? «Abbiamo già raggiunto i confini del nostro sistema, mandando sonde su tutti i pianeti, tranne Plutone. Con le missioni senza astronauti siamo sulla soglia per muoverci verso le stelle. Se poi in futuro decideremo di mandare anche uomini non so dirlo, ma certo non posso escluderlo». Andremo a vivere su altri pianeti? «Dopo la stazione orbitante, costruiremo basi sugli altri pianeti per la ricerca scientifica. A seconda dei risultati, potremmo anche decidere di colonizzarli. Sarà importante, nel futuro, avere un'alternativa potenziale alla Terra». Pensa che nell'universo ci sia qualche forma di vita intelligente simile alla no¬ stra? «Quali sono le motivazioni logiche e scientifiche per escluderlo con certezza?». Ad esempio il fatto che gli alieni, a parte vari avvistamenti contestati, non sono mai venuti da noi a presentarsi, «Ma questa - risponde Clarke con una risata - è la prova semmai della loro intelligenza! Se fuori dal nostro pianeta esiste una forma di vita superiore, perché mai dovrebbe venire a mescolarsi con le nostre beghe? Sto scherzando, ma non è una motivazio: .e sufficiente. Basta guardare a noi stessi. Gli uomini vivono da migliaia di anni, ma sono riusciti a mettere piede solo sulla Lima, a poche miglia dal giardino di casa. Non ci siamo presentati a nessuno, fuori dal nostro sistema solare, eppure esistiamo». In «2001» il computer Hai sì impossessa della missione e uccide gli astronauti. Rischiamo di essere soppiantati dalle nostre stesse macchine o da altre forme di vita? «Dovreste chiederlo a David Bowman, il comandante della missione. Io però conosco un tipo che amava fare questa battuta: gli uomini sono l'anello di congiunzione tra i primati e la vita intelligente». ^^ Purtroppo "™ il progresso ha spesso richiesto delle vittime. La tragedia del litanie non ha chiuso l'era dei transatlantici Si è andati avanti A A Sarà sempre così 77 Lo scrittore Arthur Clarke

Persone citate: Arthur Clarke, Clarke, Cristoforo Colombo, David Bowman

Luoghi citati: America, Columbia, New York