Pfeiffer, così bella e così assassina di Alessandra Levantesi
Pfeiffer, così bella e così assassina PRIME CINEMA Pfeiffer, così bella e così assassina Un dramma per quattro bionde nel mèlo «White Oleander» Alessandra Levantesi L' OLEANDRO è una pianta dal fascino insidioso, si sa che tutte le sue parti contengono un veleno dagli effetti mortali. Significativamente «White Oleander - Oleandro bianco» è il fiore preferito di Michelle Pfeiffer, artista visiva bella e terribile da cui la figlia adolescente Alison Lohman è ammaliata e soggiogata. Ma un giorno Michelle finisce in prigione per aver ucciso l'amante infedele e Alison, privata dell'avvolgente presenza, è costretta da un lato a confrontarsi con la dura realtà e dall'altro a prender atto che la genitrice, pur con la sua creatività e la sua libertà di spirito, non rappresenta proprio il modello ideale. E' un processo di crescita lungo e irto di difficoltà, che passa per il calvario di una serie di affidamenti uno più traumatizzante dell'altro. Robin Wright Penn, la prima vice-mamma, è un'alcolista innamorata pazza di un uomo più giovane e devota affiliata di una sette religiosa; la seconda, Renée Zellweger, è un'attricetta mal maritata, pronta a dare e ricevere affetto, però depressa e con mania suicida; finisce quasi che la meglio delle tre è una pragmatica emigrata russa che impiega le ragazze affidatele nel commercio di abiti usati. Nel giro di pochi anni l'adolescente acqua e sapone si trasforma in una specie di punk, mentre la Pfeiffer, assassina fiera e non pentita, dal carcere continua a tessere la sua tela per tenere legata la figlia. Se in Usa il romanzo di Janet Pitch (pubblicato in Italia dal Saggiatore), al quale con qualche libertà il film si ispira, ha venduto oltre il milione di copie, l'opera di esordio nel cinema di Peter Kosminsky, regista inglese di esperienza televisiva, ha fatto un incasso molto modesto. Forse un mèlo di questo genere, per essere convincente, avrebbe richiesto più senso delle sfumature e maggiore complessità, però lo stile di Kosminsky è limpido e le quattro bionde protagoniste si impongono per bravura e credibilità. WHITE OLEANDER di Peter Kosminsky con Alison Lohman, Michelle Pfeiffer, Renée Zellweger, Robin Wright Penn. Usa 2002, drammatico Cinema Ambrosio, Arlecchino, Étoile. Medusa di Torino; Odeon, Plinius, San Carlo di Milano; Embassy, Maestoso, Eurcine, Jolly, Andromeda, Delle Mimose. Warner Medici, Cineland, Metropo,i.i:n di Roma.
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