Costa d'Avorio, il governo denuncia l'accordo di pace

Costa d'Avorio, il governo denuncia l'accordo di pace UN COLLABORATORE DEL PRESIDENTE GBAGBO: «L'INTESA VOLUTA DA CHIRAC VA RINEGOZIATA» Costa d'Avorio, il governo denuncia l'accordo di pace Nuovi scontri nella capitale dopo l'uccisione di un politico-attore dell'opposizione ABIDJAN La Costa d'Avorio è stata scossa ieri da una nuova ondata di disordini, seguiti alla scoperta del cadavere di un popolare attore e uomo politico (che probabilmente è stato assassinato da poliziotti). Nei nuovi scontri, scoppiati in mattinata nei quartieri periferici settentrionali della capitale, è morta almeno un'altra persona. Di fronte all'aggravarsi della crisi, Toussaint Alain, stretto collaboratore del presidente Laurent Gbagbo, ha ribadito che «gli accordi di pace inter-ivoriani sponsorizzati dalla Francia vanno rinegoziati». L'intesa voluta o imposta da Chirac, come presidente dell'ex potenza coloniale, sembra traballare più che mai. Gli scontri con la polizia, nei quali ha perso la vita almeno un ivoriano e altri sono rimasti feriti, sono avvenuti dopo che centinaia di persone avevano inscenato ma nifestazioni di protesta per l'ucci¬ sione di Camar H, attore e membro dell'ufficio politico del principale partito di opposizione, l'Unione dei repubblicani dell'ex primo ministro Alassane Ouattara. Il corpo di Camar H è stato ritrovato ieri mattina presto in una discarica per vecchie auto, nel sobborgo di Adjame, con il segno di almeno un colpo d'arma da fuoco. L'oppositore era stato prelevato l'altra sera intomo alle 21,40 da uomini in uniforme. Dal 19 settembre scorso è in atto in Costa d'Avorio una ribellione armata contro il governo del presidente Gbagbo. La Francia, ex potenza coloniale, ha dispiegato nel Paese 2500 soldati della Legione straniera, ufficialmente a protezione dei 25.000 cittadini francesi residenti, in realtà soprattutto per usare queste truppe come forza di interposizione tra i governativi e i ribelli che occupano il Nord della Costa della d'Avorio. Per cercare di mettere fine alla guerra civile, lo scorso 24 gennaio a Marcoussis, presso Parigi, è stato firmato da Gbagbo e dai capi dei ribelli un accordo che prevede la formazione di un governo di riconciliazione nazionale. L'opinione pubblica del CentroSud però non ha gradito, considerando quest'intesa come un cedimento ai ribelli, e i manifestanti sono scesi in strada per chiedere al presidente di denunciare gli accordi. L'altroieri erano stati addirittura centinaia di migliaia gli ivoriani che avevano protestato contro l'accordo, chiedendone l'annullamento, in una delle maggiori manifestazioni di piazza che la Costa d'Avorio abbia mai visto. La decisione, presa a Marcoussis, di attribuire i ministeri chiave della difesa e degli interni ai ribelli del Nord, in modo da favorire la riconciliazione nazionale, ha provocato violenze anche contro i cittadini francesi, almeno duemila dei quali sono fuggiti dal Paese nei giorni scorsi. Chirac è additato come responsabile di aver fatto pressione sul governo ivoriano, perché si mostrasse condiscendente e firmasse un'intesa ad ogni costo. Naturalmente è interesse del governo ivoriano deviare l'ostilità della gente da se stesso ai francesi, ed è interesse dei manifestanti protestare contro Chirac, anziché direttamente contro il presidente Gbagbo, per ostentare fedeltà al governo sottolineando che non lo si vuol rovesciare ma semplicemente indurre a cambiare politica. «Il messaggio che è venuto dalla strada - ha detto ieri Toussaint Alain - è diretto alla Francia». Secondo il collaboratore di Gbagbo, il ministro degli esteri francese Dominique de Villepin «deve avere il coraggio di riconoscere il fallimento degli accordi di Marcoussis e rilanciare il processo negoziale eliminando le clausole che hanno indignato il popolo ivoriano». [Ansa-Reuters-Afp]

Luoghi citati: Costa D'avorio, Francia, Parigi