«Pensioni, oltre la delega non si va» di Luigi Grassia

«Pensioni, oltre la delega non si va» RESPINTA LA RICHIESTA DI CASINI, NUOVE CRITICHE ALLA CGIL. TREU E LAPADULA CONTRATTACCANO «Pensioni, oltre la delega non si va» Maroni: martedì arriva il libro bianco sul Welfare la polemica Luigi Grassia ROBERTO Maroni contrattacca, dopo le polemiche di questi giorni sulle pensioni, e in due interviste con l'Ansa e con «Radio Padania» ribadisce alcuni punti fermi: 1) la riforma della previdenza che sta per arrivare in Parlamento resterà nei limiti della delega, a dispetto degli appelli più o meno pressanti del presidente della Camera Casini e del Ragioniere generale Grilli; 2) le pensioni di anzianità non si toccano, a dispetto dell'allarme lanciato dalla Cgil sulle intenzioni del governo; 3) ogni riforma passerà dal tavolo di Maroni, a dispetto di tutti, e questa è la sua definitiva garanzia sui punti 1 ) e 2). Maroni ha anche annunciato che presenterà dopodomani alle parti sociali le nuove proposte sul Welfare. Le ha definite 'di secondo capitolo del libro bianco di Marco Biagi». Ci saranno aiuti economici, ma soprattutto «una nuova filosofia, quella di mettere la famiglia al centro di ogni intervento, per invertire la tendenza che oggi vede sempre più l'abbandono a se stessi di disabili e anziani, e favorirne invece il mantenimento in famiglia». Fra le altre misure, 160 milioni di euro per finanziare mutui casa a tasso zero per le giovani coppie. Sulle pensioni, le dichiarazioni del ministro del Lavoro e della previdenza (o del Welfare, come si dice adesso) sono sembrate una risposta e un altolà a Casini, che l'altroieri aveva adombrato la necessità di interventi più incisivi rispetto alla delega, e al ragioniere Grilli che aveva criticato i maggiori costi della delega stessa, a seguito delle modifiche introdotte in commissione. Maroni ha detto che le decisioni del governo sulle pensioni «sono già all'interno della delega che il Parlamento sta discutendo». Ha aggiunto che «in Parlamento tutti avranno modo di confrontarsi e di fare le loro proposte», ma ha ribadito che saranno possibili correzioni ma non stravolgimenti. Da «Radio Padania» Maroni ha poi rassicurato «i padani e tutti gli italiani» sul fatto che le pensioni di anzianità «non verranno toccate». ((Ancora ieri - l'altroieri per i lettori - ha sentito un esponente della Cgil dare per certo un intervento del governo: è un nuovo esempio di scorrettezza e di atteggiamento non serio che serve a far alzare la tensione e non facilita il dialogo. È una sciocchezza. Peggio, quasi un' istigazione contro il governo». «Tutto ciò che avverrà sulle pensioni passerà dal mio ministero - insiste Maroni - e quando un ministro dice che sarà cosi, sarà così». Il responsabile economico della Cgil, Beniamino Lapadula, ha rispedito a Maroni l'accusa di essere «poco serio» perché «non più di un mese fa ha detto che per ritardare i pensionamenti pensava soprattutto a incentivi, mentre il Parlamento si occuperà di disincentivi». Ieri Maroni ha replicato anche «all'allarmismo» sulle future pen¬ sioni dei «co.cb.co», i collaboratori coordinati continuativi. «È solo propaganda pensare oggi a cosa succederà tra 30-35 anni. Una cosa da mago Otelma. Si vuole attaccare una proposta del governo per motivi politici. Previsioni a così lungo tennine sono un azzardo». Secondo il ministro questi lavoratori hanno sì «un sistema che fa pagare pochi contributi», ma «il resto lo hanno in busta paga. Deve quindi funzionare la previdenza complementare: si deve passare da un sistema in cui lo Stato è una grande mamma a un sistema in cui il lavoratore si gestisce le risorse». L'allarme sui co.co.co è stato rilancialo dal senatore della Margherita ed ex ministro Treu, secondo cui «questi lavoratori hanno spesso rapporti professionali intermittenti e non riescono ad accumulare contributi per le loro future pensioni. Se continuiamo cosi, tra 10-15 anni troveremo della gente che ha lavorato ma non ha accumulato la pensione». Quel che servirebbe e «un sistema di contribuzione per i periodi in cui questi lavoratori non sono attivi, in modo da garantir loro una pensione decente». Sempre dal centrosinistra ieri è intervenuto anche Lamberto Dini, «padre» della prima riforma delle pensioni. A suo parere la delega all'esame del Parlamento è «inadeguata». Va accelerata l'azione partita nel '95, «estendendo a tutti i lavoratori il metodo contributivo». Non a Maroni, ma a Casini, ha risposto il segretario confederale della Cisl, Baretta, affermando che per le pensioni «la riforma è già stata fatta». Per Baretta «sulla previdenza si fa confusione. Va capito se si parla di deficit pubblico o di pensioni». Sempre a Casini ha risposto il segretario confederale della Uil, Pirani, secondo cui per le pensioni «non c'è alcuna emergenza». È «fondamentale la previdenza integrativa», mentre nuovi interventi sulle pensioni avrebbero «solo l'effetto distorsivo di accelerare l'andata in pensione dei lavoratori, un risultato opposto a quello che si vuole». Il ministro del Welfare, Roberto Maroni Dini: estendere a tutti il «contributivo» Baretta (Osi): la riforma è stata fatta Pirani (Uil): non c'è emergenza Per le giovani coppie in arrivo 160 milioni per mutui a tasso zero