«Riformerò la giustizia, la sinistra non mi fermerà» di Amedeo La Mattina

«Riformerò la giustizia, la sinistra non mi fermerà» NEL MESSAGGIO AL CONVEGNO DI TODI IL PRESIDENTE NON PARLA PIÙ' DI ELEZIONI ANTICIPATE MA ATTACCA GLI AVVERSAR!: BASTA MANOVRE «Riformerò la giustizia, la sinistra non mi fermerà» Berlusconi accelera. Appello di Pera: i moderati dei poli facciano uno sforzo Amedeo La Mattina inviato a TODI (Perugia) Riforme, «innanzitutto una profonda riforma della giustizia». «Non è più possibile tergiversare su un punto essenziale: impedire l'uso illegittimo della giustizia da parte di chi non sa più distinguere il proprio ruolo giurisdizionale dalla propria appartenenza politica». E sia chiaro che l'opposizione «non riuscirà con i suoi veti e con la sua politica del "tanto peggio tanto meglio"» a frenarle o, peggio, impedirle. Il 2003, promette Silvio Berlusconi, sarà l'anno delle riforme, nonostante la sinistra non abbia ancora rinunciato a «manovre giudiziarie o di piazza per tentare di ottenere ciò che non è riuscita ad ottenere democraticamente dalle urne». Sono le «ultime vicende» (la decisione della Cassazione di mantenere a Milano i processi Iri-Sir e Sme) che hanno determinato il premier a mettere il turbo alla sua maggioranza. Un percorso che preoccupa il capo dello Stato con il quale Berlusconi ieri ha avuto «una lunga e cordiale telefonata». Ufficialmente i due presidenti hanno parlato solo della vicenda internazionale, ma c'è anche la politica intema a segnare il barometro dei rapporti tra Palazzo Chigi e il Quirinale. E da vari esponenti della maggioranza si fa sapere che il barometro segna molto nuvoloso. Le prossime mosse di Berlusconi sono riassunte in sette pagine inviate via fax al semina¬ rio della Casa delle libertà e f lie Ferdinando Adomato ha letto tra gli applausi dei partecipanti. Ma molti ieri hanno notato che il presidente del Senato Marcello Pera, intervenuto a Todi, si è limitato a parlare di riforme istituzionali. Nessun accenno alla riforma delle giustizia. Un modo per dire che la priorità va data alle modifiche costituzionali. In sala molti hanno definito le parole di Pera «un controcanto» rispetto a Berlusconi, in linea con il Quirinale. Ma veniamo alle dichiarazioni del premier, che ha frenato sulle elezioni anticipate quando ha detto che questo è l'anno delle riforme e che la maggioranza ha di fronte «un altro ampio arco di legislatura per completare il programma di governo». Ecco, innanzitutto una riforma che impedisca «l'uso illegittimo della giustizia», per distinguere magistratura e polìtica. «Il congresso di Magistratura Democratica - ha osservato il premier - è stato purtroppo emblematico, facendo venùe definitivamente allo scoperto la saldatura tra una parte dei magistrati che si autodefinisce senza alcun imbarazzo, di sinistra, e i settori più radicali e oltranzisti della sinistra stessa». Sul banco degli imputati Berlusconi mette l'opposizione che «in questo primo scorcio di legislatura è ricorsa a tutti i mezzi, anche i più spudorati, per gettare fango, in Italia e all'estero, sul governo della Repubblica e sui partiti del centrodestra». Una sinistra che «sta tentando di far passare nell'opinione pubblica l'idea che certe riforme sono incompatibili con il moderatismo». E' vero ' invece il contrario per il premier: «Nessuna delle riforme che la maggioranza sta portando avanti è in contrasto con la linea di moderazione che è patrimonio irrinunciabile della Casa delle Libertà. Voglio ribadire che il centrodestra è lo spazio politico dei moderati». In questo passaggio c'è forse una risposta al presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il quale l'altro ieri, sempre a Todi, aveva invocato proprio la moderazione. Magari, come hanno detto il presidente Pera e il ministro Rocco Buttigliene, facendo la riforme con i moderati dell'Ulivo. «Anche spaccando l'opposizione - ha sostenuto Buttigliene - e pigUando il meglio che c'è. L'esempio migliore è il Patto per l'Italia». Ma Berlusconi non ci crede più all'ipotesi di una sinistra riformista che si affranca da quella massimalista. Ha invitato gli alleati a serrare le righe di fronte a «questa sinistra capace solo di condurre un'opposizione al limite dell'ostruzionismo». Occorre «rinsaldare lo spirito di coalizione rifuggendo dalla tentazione di marcare eccessivamente i pur legittimi interessi di partito». Nessuno deve sentirsi escluso dall'alleanza, perché «nella maggioranza non ci sono né golden share né alleati privilegiati né corsie preferenziali: remiamo tutti insieme sulla stessa barca e nella stessa direzione». Un appello forte all'unità quello del premier, perché «l'unità è il valore dei valori». Il presidente del Senato Marcello Pera con il premier Silvio Berlusconi in una foto d'archivio

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