Kazakistan a dittatura del petrolio di Jas Gawronski

Kazakistan a dittatura del petrolio ìl potere è m sviano all'ex comunista nazarbayev Kazakistan a dittatura del petrolio reportage Jas Gawronski ALMATY IL messaggio non avrebbe potuto essere più evidente, anche senza quel foglio di carta puntato con un cacciavite nel corpo del cane, decapitato, appeso a una finestra della sede del suo giornale: «non ci sarà un'altra volta» c'era scritto a lettere maiuscole. Un messaggio ancora più minaccioso di quello che Irina Petrushova aveva ricevuto qualche giorno prima, una corona funebre con il suo nome stampato su un nastro rosa. La sua colpa, quella di dirigere Respublika, un settimanale di opposizione che aveva denunciato la corruzione del regime di Nursultan Nazarbayev, il dittatore del Kazakistan, raccontando dei miliardi di dollari, frutto di bustarelle delle compagnie petrolifere americane, che lui ha depositato in un conto svizzero. Circostanza confermata dal Dipartimento di Giustizia americano e dalla magistratura svizzera che hanno ottenuto il congelamento di quei conti, accusando Nazarbayev di cercare di ostacolare l'inchiesta federale. Il dittatore si difende sostenendo che quei soldi non sono stati nascosti, ma messi da parte «per il bene della nazione». Quella sera, tornando nella sua casa di Almaty, la geometrica ex capitale distesa sotto l'imponente catena Tien Shan che separa l'Asia centrale dalla Cina, Irina trovò la testa del cane nel suo cortile. Poche settimane dopo la sede del giornale venne distrutta da un incendio doloso, e Respublika non è più uscita. 0 meglio la Petrushova, che si è rifugiata in Russia, continua a farla uscire via Internet. Questo è solo il più appariscente di una serie di episodi di vessazione perpetrati ai danni di giornalisti e oppositori politici: storie quotidiane di bocche tappate con la violenza in un paese sempre più ricco di petrolio e più povero di democrazia. Sergei Duvanov, 50 anni, altro giornalista d'opposizione, è stato aggredito e picchiato, gli è stato inciso col coltello un segno incomprensibile sul torace, e poi, pochi giorni prima di partire per gli Stati Uniti, dove era stato invitato a convegni in cui avrebbe denunciato il regime, è stato arrestato: la pretestuosa accusa, stupro di una ragazza di 14 anni. Il 28 gennaio è stato condannato a tre anni di prigione. La figlia diciannovenne di Lira Bajseitova, giornalista del settimanale di opposizione SolDat, è morta misteriosamente mentre si trovava in custodia della polizia. Il giorno prima sua madre aveva pubblicato un'intervista con un procuratore di Ginevra sul lavaggio di denaro sporco kazako. La fantasiosa versione della polizia è che la ragazza si è impiccata con i suoi jeans in preda ad una crisi di astinenza da droga. Per cercare di spiegare questi episodi conviene frugare nell'uomo alla guida del Kazakistan. Nazarbayev il potere lo ha sempre corteggiato, e sovente l'ha detenuto. Alla caduta del comunismo questo operaio metallurgico votato al comando, è numero uno del partito comunista kazakho. Ma subito si reincarna in leader democratico del nuovo Stato, prende il volto dell'uomo della svolta riformatrice per traghettare il suo paese nell'era moderna. Con il richiamo del gas e del petrolio, di cui il paese è ricchissimo, riesce ad attrarre cospicui investimenti stranieri. Per far vedere che cambia tutto, cambia anche la capitale, ne crea una nuova, Astana, nella steppa del nord. I suoi inizi, nei primi anni '90, sembrano credibili, ma è dal '95 quando ha cominciato a mettere nei posti di comando famigliari e ristrette cerchie di amici - che emerge il suo pensiero fisso, mantenere, accentrare e perpetuare il potere. E entra nel delirio dei dittatori: vede lesa maestà ovunque. Si garantisce immunità per tutta la vita, diventa crimine qualsiasi atto che infranga «la dignità e l'onore del presidente». Rivelare qualsiasi informazione sugli «interessi economici e investimenti» suoi e della sua famiglia vuol dire infrangere «segreti di Stato»: sanzioni severissime. Beffardamente il Presidente riconosce che, sì, la legge esiste ma non è mai stata applicata. «Io dico lasciate parlare chiunque, anche chi critica, non c'è bisogno di applicare quella legge». Forse non lo sapevano i giudici che hanno condannato Duganov, il giornalista di opposizione che abbiamo già conosciuto in queste righe, proprio applicando la legge «mai applicata». Nazerbayev, è considerato l'ottavo uomo più ricco del mondo, ma fra i suoi capitali è difficile trovare la sincerità: «Il Kazakistan esce da 75 anni di regime sovietico, la sua storia vera è cominciata da 10 anni. Vuole essere uno Stato democratico che si basa sull' peconomia di mercato. Ma non si può pensare di allentare le redini del potere per passare ad un regime liberale». «Ma veramente pensavate che avremmo potuto raggiungere subito gli standard dell'Europa ?». E in effetti, opposizioni e dissenso, partecipazioni ed esclusioni dal governo sono regolati in modo assai diverso dal vecchio continente. L'opposizione? «In maggioranza sono persone che ho allontanato dal governo perché non si comportavano correttamente. Noi continueremo la guerra alla corruzione malgrado i tentativi di farla passare come guerra al dissenso». Anche il potere statale di famiglia non è uso in Occidente, qui invece la figlia di Nazerbajev, Dariga, è direttore di TV e Radio statali e insieme al marito è proprietaria di quasi tutti gli altri mezzi di comunicazione elettronica e di qualche giornale. L'accesso a Internet è controllato dalla compagnia statale di telecomunicazioni. La divisione dei poteri ga- ranzia delle democrazie occi-dentali qui viene risolta piuttosto sbrigativamente: governatori, giudici, capi delle amministrazioni locali sono nominati dal Presidente. Non c'è più una Corte Costituzionale, i Presidente l'ha soppressa perché gli avrebbe impedito di riscrivere la Costituzione e prolungare all'infinito i privilegi che il Parlamento gli ha riconosciuto nel giugno 2001. Senza molti pudori all'europea, Nazebajev vive nell'impunità totale, e anche quando non fosse più presidente potrà comparire e dettare «la linea» a parlamento e popolazione. Il suo mandato dura fino al 2006, ma ha già lasciato intendere che potrebbe ripresentarsi. Nazebajev verrà in visita in Italia la prossima settimana per far vedere ai suoi concittadini che è accettato in Occidente, sorvolando sulle succitate inchieste delle magistrature americane e svizzere. Ma in realtà l'arrogante potere di questo dittatore orientale vive di quella debolezza del mondo industrializzato chiamata petrolio e di quella paura dell' Occidente chiamata Islam. Il Kazakistan, il triste Kazakistan di Nazebajev, è un elemento cruciale della strategia americana di lotta al terrorismo. Serve a ridurre la dipendenza dal petrolio del Golfo Persico. Il paese ha solo 15 milioni di abitanti, consuma pochissimo dei suoi enormi giacimenti di petrolio sparsi in un territorio grande 5 volte la Francia e sarà uno dei più grandi esportatori di greggio. E poi può diventare uno dei Paesi che fa da freno all'espansione della militanza islamica neh' Asia Centrale. Le soffocate voci dell'opposizione lamentano che l'Occidente ha chiuso tutti e due gli occhi sulle violazioni diritti umani per acquisire questo Paese alla coalizione internazionale contro il terrorismo. Nel luglio 2002 gli USA hanno firmato con Nazerbajev un accordo: gli aerei americani operanti in Afghanistan (che dista 500 km) potranno rifugiarsi negli aeroporti kazakhi in caso di emergenza. E, sarà un caso, in luglio è entrata in vigore una legge che in pratica impedisce la formazione di qualsiasi partito di opposizione. Anche per quelli esistenti diventa dura sopravvivere. Prima per formare un partito bastavano 3mila persone adesso ne servono 50mila. Con un minimo di 700 membri in ciascuna delle 14 regioni. È il pluralismi politico alla kazakha, la libertà politica che prevede che tutti i nomi e gli indirizzi degli aderenti ai partiti debbano essere notificali al Ministero della Giustizia. I partiti già esistenti devono riregistrarsi in base alla nuova legge La soglia per entrare in parlamento viene elevata dal 7 al 10 0z6. Attualmente solo i tre partiti al governo sono in grado di adempiere agli obblighi della nuova legge. Ma l'esistenza dell'opposizione qui sarebbe un miracolo, con qualsiasi legge elettorale, basta ricordare che i due cofondatori del partito di opposizione DVK sono stati condannati a 7 anni di prigione e a multe di migliaia di dollari per «malversazione». Nel 1999 il governo ha manipolato i mezzi di comunicazione e le procedure elettorali per assicurare la rielezione di Nazerbajev e la formazione di un parlamento compiacente formato quasi esclusivamente di fautori del regime, ma le elezioni sono state giudicate irregolari da tutte le organizzazioni internazionali. Una volta eletto Nazerbajev, ha prolungato il suo mandato attraverso il più classico dei referendum plebiscitari di regime. L'Urss forse non finirà mai, conservata dalle fredde sleppe subsiberiane non solo del Kazakistan ma di tulle le altre quattro repubbliche dell'Asia Centrale: Uzbekistan, Tagikistan, Kirgigistan, Turkmenistan. Come il Kazakistan sono sotto regimi corrotti ed autoritari e si dibattono in seri problemi sociali ed economici. Quando ci sono elezioni, i presidenti in carica ottengono quasi tutti i voti, e i candidati di opposizione se solo sono pericolosi vengono esclusi. Maggioranza bulgare sorrette da polizie politiche che di diverso dal Kgb hanno solo il nome. Paesi fotocopia con storie tutte uguali. I leader sono gli slessi dell' era sovietica (in 4 casi su 5), fino alla metà degli anni '90 hanno mimato una democratizzazione poi hanno ripreso le vecchie più comode 'maniere sovietiche con quel tanto di repressione che basta per lenere ferma la storia nelle mani delle nomenklature. E paradossalmente dopo l'I! settembre per loro è lutto ancora più facile, da allora i controlli internazionali si sono allentati, perché 1 'area è strategica nelle nuove guerre dell'America. Meglio averli amici qualunque cosa facciano al loro interno. Se l'America accettava l'Unione Sovietica come nemico convenzionale con cui spartirsi il mondo, adesso Bush deve accettare anche questa caricatura fuori tempo dell' Urss, pur di non concedere il mondo alle paure dell'Islam. jgawronski@europarl.eu.int Giornalisti uccisi opposizione messa a tacere culto della personalità ma l'Occidente non fa nulla perché il paese asiatico è un punto cruciale della strategia americana di lotta al terrorismo ^iJ«RGHI?15fAN UZBEKISTAN l'' ^^A C:INA vTAGIKISTÀi^---, PAKISTAN L'immagine di un oleodotto in Kazakistan: il petrolio del paese asiatico serve a ridurre la dipendenza dell'Occidente dai giacimenti arabi

Persone citate: Bush, Irina Petrushova, Nazarbayev, Nursultan Nazarbayev, Petrushova, Sergei Duvanov