Quando rintocca l'orologio della storia di Gigi Garanzini

Quando rintocca l'orologio della storia IN BARBA AL PALO Quando rintocca l'orologio della storia Gigi Garanzini FORSE il segnale l'ha dato lei, la prima della classe del pomeriggio domenicale. Si parlava, a Stadio Sprint, di minuti di silenzio e di striscioni riverenti, di stadi interi con il groppo in gola e di qualche curva che non aveva rinunciato a farsi riconoscere. Era pur sempre la prima domenica senza l'Avvocato, fatale che anche un programma di stretta attualità elaborasse a sua volta, tra un'immagine e una dedica, una battuta e un amarcord, un lutto che coinvolgeva tutto il calcio italiano. Lei, la Sanipoli, era distaccata all'Olimpico e 0 primo giro di domande era filato insolitamente liscio. Talmente liscio che Varriale, conoscendola, si era ripreso la linea con l'aria di chi ormai il pericolo l'ha scampato. Macché. Rieccola. Posso fare una domanda io per sdrammatizzare? Dopo il Gay-Veron fans club, è stato fondato anche il GayMancini fans club. Ti fa piacere? Per la verità non lo sapevo, è riuscito a rispondere senza muovere un muscolo il povero Mancio, che, en passant, aveva anche appena finito di perdere in casa dalla Reggina. TESTIMONE. L'indomani il testimone l'ha raccolto Paolo Bergamo. Al microfono della Sanipoli avrebbe probabilmente sdrammatizzato di più e meglio, ma non potendo aver tutto dalla vita è stato bravo ad accontentarsi della Gazzetta dello Sport. In fondo cos'ha poi detto di tanto grave? Alla domanda se Treossi avesse sbagliato ad espellere Dellas e a negare un rigore alla Roma, si è limitato a rispondere che no, che Treossi aveva sbagliato tutta la partita, anzi, ora che gli veniva in mente, tutta la stagione. Opportuna¬ mente stimolato da un'intervistatrice come si deve avrebbe concluso, per sdrammatizzare fino in fondo, che Treossi in realtà ha sbagliato a nascere. RIFERIMENTO. Sono seguiti un paio di giorni anonimi, tristi, senza im guizzo. Ci ha provato Toshack, a ravvivarli, spiegando che se ne andava da Catania, perché mai nessuno in tanti anni si era permesso di dirgli chi doveva giocare. Come se uno che è passato per il Real Madrid potesse scambiarlo per un modello di riferimento, e non per una semplice tappa di passaggio verso il vero traguardo di un allenatore: che resta, com'è noto, la Gaucci-dynasty. Ma già mercoledì, pur nel grigiore, un'intervista - sdrammatizzante - a Matarrese alla vigilia della riunione di Lega faceva ben sperare. In questo calcio servono facce nuove, per reggere meglio la pressione invito Galliani a legarsi di più a me, insomma sintomi chiari che il grafico settimanale tornava ad impennarsi all'insù. Ed ecco, al di là di ogni più rosea previsione, 0 capolavoro del giovedì. La serie A raddoppiata, anzi di più, quaranta giornate per arrivare ai playoff e ai playout, e poi gran finale scudetto. Oppure, meglio ancora, la formula-Basaglia, con la serie A divisa in 6 gironcini da 5 squadre e 2 da 6 (per meno di 42 nemmeno si comincia), le prime due qualificate, e avanti col tabellone tennistico fino alla finale. UNIFICATE. Certo, tutto è perfettibile. Per dime una, perché annunciare la rivoluzione in una banale conferenza stampa anziché affidarla ad un video da diffondere a reti unificate? Quando rintocca l'orologio della storia, non bisogna aver paura di drammatizzare.

Luoghi citati: Catania, Madrid