Il critico che inventò i Freaks di Giovanna Zucconi
Il critico che inventò i Freaks MORTO LESLIE FIEDLER Il critico che inventò i Freaks Giovanna Zucconi N'ELL'EPOCA in cui i critici . letterari contavano ancora qualcosa. Lesile Fiedler, morto di cancro a 85 anni, ieri a Buffalo, faceva capire perché. Sempbcemente, non stava mai fermo. Con la sua bella faccia falstaffiana, un sigaro smisurato sempre in bocca, ad ogni svolta della conversazione cambiava di scatto postura. Altrettanta irrequietezza ebbe sulle poltrone, metaforiche e non, dell'Accademia. L'elenco delle università dove ha insegnato è impressionante: Montana, Buffalo, Princeton, Harvard, Columbia, Indiana, Parigi, Wisconsin, Vermont, Sussex, Roma, Bologna, Atene. Da record anche il numero delle ore di lezione spese a tramandare nozioni convenzionali: zero. Come disse di lui un altro grande, Alfred Kazin, Fiedler «diceva apertamente ciò che tutti i professori e gli studenti sospettano ma pochi confessano: che l'insegnamento accademico della letteratura è insensato». Un re della critica che ha speso decenni e decine di libri principalmente a dire: il re è nudo, l'autorevolezza non esiste. Nemmeno la propria. A ottant'anni sosteneva di essere «più confuso di quando ne avevo quindici». Per tutta la vita si vantò di essere un dilettante, insofferente alle etichette. Il suo libro più importante, .Amore e morte nel romanzo americano, ormai un classico della critica letteraria novecentesca e tradotto perfino in tailandese, uscì provocatoriamente nel 1960 senza note a pie' pagina e senza bibliografia. Era questione di temperamento, prima ancora che di ragionamento: di inclinazione sanguigna e passionale, di insofferenza e trasgressione, di gusto mèlo. Dionisiaco, non certo apollineo, Fiedler diceva: «Non amo le cronache distaccate e la fredda analisi, anelo alla voce surriscaldata, all'urlo di rabbia o d'amore». Urlo, howl, come nel poema del suo amico Alien Ginsberg, e infatti questo professore dell'East Coast (era nato a Newark nel 1917, si mantenne all'università di New York vendendo scarpe da donna) aveva un'irruenza libertaria semmai californiana, da West Coast. Il decennio più «suo» sono stati i ribelli anni sessanta, quelli che nella letteratura americana si sono aperti con Pubblicità per me stesso di Norman Mailer e chiusi con JZ lamento di Pottnoy di Philip Roth, e che Lesile Fiedler celebrò a modo suo facendosi arrestare per possesso di hashish e marijuana, e scrivendoci sopra un libro-appello. Ma già il suo primo saggio di rilievo. Come Back to the Raft ag'in, Huck Honey, che lo mise subito ai ferri corti con l'establishment letterario, venne pubblicato nel '48 sulla Partisan Review perché pensarono fosse uno scherzo: Fiedler vi sosteneva l'inaudita tesi che il tema di fondo deR'Huckberry Finn di Mark Twain è il legamo omoerotico e interrazziale fra Huck e lo schiavo Jim. e che altrettanto accade in Moby Dick e nell'Ultimo dei Mohicani. Disinnescando letture maliziose delle sue tesi critiche, LesUe Fiedler ha avuto due mogli e sei figli; e soprattutto ha esteso quell' intuizione giovanile all'intera letteratura americana, da Hawthome a Hemingway, rintracciandovi il filo rosso dell'alienazione, del sessismo, del sentimento fra maschi, dell'ossessione funebre: Amore e morte è stato un geniale petardo contro la solenne grisaglia critica, ma anche un profetico preludio alla liberazione sessuale che stava albeggiando. Lui che vide piantare la bandiera americana a Iwo Jima nel '45, amava ripetere: «So di essere americano e dubito di essere ebreo», e all'enigma dell'ebraicità ha dedicato i saggi raccolti sotto 0 titolo chagalliano Dodici passi sul tetto, ultima sua opera tradotta in italiano. Il suo libro forse più popolare è però Freaks, cpiattrocento pagine di nani, giganti, ennafroditi, grassoni e altre umane stravaganze: il titolo divenne una parola-bandiera della tolleranza e della diversità.
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