Accordo Regioni-governo Via alla sanità federalista

Accordo Regioni-governo Via alla sanità federalista INTESA DI MASSfMA SUL RIPARTO DEI 70 MILIARDI DEL FONDO NAZIONALE Accordo Regioni-governo Via alla sanità federalista In arrivo 7 miliardi di euro per coprire i disavanzi accumulati sino al 2001 Il Mezzogiorno però non è in regola e la Liguria è promossa solo a metà Nei conteggi 2003 scende il peso degli anziani a vantaggio degli immigrati Mario Sensini ROMA La nuova sanità federalista italiana non esiste più solo sulla carta. Ieri, dopo un lunghissimo braccio di ferro ;e polemiche che hanno accompagnato il cammino di due leggi finanziarie, il governo e le Regioni hanno raggiunto l'accordo per il ripianamento dei disavanzi imputabili alla gestione della sanità fino a tutto il 2001, più di 7 miliardi di euro, mentre i governatori hanno concordato tra loro il riparto dei circa 70 miliardi di euro del fondo sanitario 2003. L'intesa sul 2003 deve essere ancora ratificata dal governo, ma nonostante differisca dalla proposta di riparto avaizata dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha buone possibilità di essere approvata dalla Conferenza Stato-Regioni del prossimo 6 febbraio. ; : f ;^:La doppia intesa scaturita a tt ''"Fiuggi dopo un conclave di due giorni non è stata indolore, pertm^Iiegioni che hanno Wfà di spesa previsti JtO^di Stabilità interno ■H^PKctìrà dimostrare di ■jjiyer preso misure efficaci di (jtìgcupero per ottenere le integrazioni "sul passato, e lascia aperti molti problemi'a cominciare dall'ammontare complessivo dei fondi, che le regioni ritengono comunque insufficienti per far marciare a dovere la sanità, ma è stata salutata da tutti i presidenti delle regioni e dal governo con toni molto positivi. Enzo Ghigo, presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, ha parlato di un «responsabile esercizio di federalismo», di «accordo importante che dimostra la maturità delle Regioni». Il suo vice, Vasco Errani, presidente dell'Emilia Romagna, ha sottolineato «lo sforzo unitario di solidarietà delle Regioni», capaci in alcuni casi di rinunciare ai rispettivi privilegi pur di far quadrare l'accordo complessivo, mentre il presidente del Lazio, Francesco Storace, che pure j incassa l'ok per il finanziamento dell'Ospedale Bambin Gesù, non ha nascosto che più volte l'accordo sul 2003 «ha rischiato di naufragare, a causa di qualche irresponsabilità che sarebbe stato meglio evitare», suggerendogli «qualche riflessione sul federalismo da sottoporre al partito». Senza | pregiudicare la valutazione finale, anche il governo si è detto 1' soddisfatto. Lo ha detto il ministro dell'Economia ai presidenti nel corso dell'incontro di ieri e lo ha espresso a chiare lettere il ministro degli Affari Regionali, Enrico La Loggia. Anche Sirchia appare possibilista, nonostante il rifiuto della sua proposta: «Io ho suggerito un riparto su basi scientifiche. Se ci sono modifiche da lare su questa base, ben volentieri. Se la proposta delle Regioni conterrà criteri oggettivi di distribuzione delle risorse che garantiscano l'uniformità dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale, potrà essere accolta. E' fondamentale che nel riparto del fondo prevalga il diritto alla salute». Con i nuovi criteri di riparto inciderà meno il peso della popolazione anziana a vantaggio di quello attribuito al numero complessivo di residenti, cui si aggiungono gli immigrati che aspettano la regolarizzazione. Le Regioni ne stimano 700 mila in attesa e ne fanno ragione per chiedere al governo un'integrazione sostanziale dei fondi 2003, ma il ministro dell'Economia, Giulio Tramonti, non ritiene realistica quella cifra. L'altro grosso problema, in prospettiva, riguarda le regioni che non hanno rispettato i tetti di spesa previsti dal Patto di Stabilità intemo. Per il periodo che arriva fino al 2000, in cui ci sono in ballo 3,2 miliardi di euro per la copertura dei disavanzi pregressi, sono in regola solo nove regioni che possono già usufruire dei fondi sbloccati dal Tesoro per la rispettiva quota parte. Per il residuo del 2001, altri 3,4 miliardi di euro, le regioni che hanno già varato misure effettive per il recupero dei deficit e che quindi sono in regola sono dieci su diciassette aventi diritto. Liguria e Molise sono state promosse solo parzialmente, mentre Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo e Sardegna rischiano di non vedersi attribuire i fondi. La vera prova del fuoco per il federalismo solidale. GII STANZIAMENTI PER IL 2003 PIEMONTE IPOTESI RIPARTO IN ÈURO 5.653.481 VAR. "/o (2002-2003) 3.53 IVALLE D'AOSTA 72.096 3,50 LOMBARDJA 12.001.249 3.95 PROV, BOLZANO 366.032 | 3.13 PROV.TRENTO ' 319.283 | 3,21 VENETO 5.867.490 jjjjj| Jj 4,73 FRIULI V.G. 796.022 3,04 LIGURIA 2.332.320 3,56 EMILIA ROMAGNA 5.578.244 3,89 TOSCANA 4.846.442 1 4,09 UMBRIA, ? 1.144.046 1 4.39 MARCHE 1.914.993 kjj 4.43 LAZI0 6.798.013 | 5,62 ABRUZZO 1,673.094 | 4,04 MOUSE 416.706 || 3,93 CAMPANIA 6.985.965 1 ftjMHMH 4'04 PUGLIA 5.042.581 | 4.01 BASILICATA ;;■ 720.406 I 3.63 CALABRIA 2.453.473 ittHM| 5,40 SICILIA 3.473.987 | gHHj 3,22 SARDEGNA 1.418.812 2,84 TOtALE 69.874.735

Persone citate: Enrico La Loggia, Enzo Ghigo, Francesco Storace, Girolamo Sirchia, Giulio Tramonti, Mario Sensini, Sirchia, Vasco Errani