«E' scomparso il rischio carcere Forse ricuserò i giudici di Aosta»
«E' scomparso il rischio carcere Forse ricuserò i giudici di Aosta» L'AVVOCATO DELLA DIFESA CARLO TAORMINA «E' scomparso il rischio carcere Forse ricuserò i giudici di Aosta» intervista Stefano Sergi ROMA TRE ore di arringa di fronte ai giudici della Suprema Corte, per dire che quegli indizi contro Annamaria Franzoni sono nullità, sono soltanto accuse infamanti e lontane dalla verità. E che l'arresto della donna è inconcepibile. L'avvocato Carlo Taormina, nel suo studio romano, vede la sentenza della Cassazione come un punto a favore della difesa. Sì, il ricorso è stato respinto, però Anna Maria in carcere non ci va. E su questo punto tutto dovrà essere di nuovo esaminato da un tribunale del Riesame, il terzo di questa inchiesta. Taormina sta anche pensando di invocare il legittimo sospetto per chiedere che l'eventuale processo sia spostato da Aosta a Milano. Avvocato, quella di oggi la considera una mezza vittoria? «Ho appreso la notizia con buona soddisfazione perché ci libera dalla cappa de la possibilità che si ridiscuta, per Anna Maria Franzoni, di carcere. Ma soprattutto, perché ci consente di mettere in campo tutte le indagini difensive che hanno dato importanti risultati, e che finora non ho potuto utilizzare perché in attesa del pronunciamento della Cassazione». Dove presenterà questi nuovi elementi? «Non necessariamente di fron- te a magistrati di Aosta, perché quella procura si è dimostrata inerte». In che senso? «Vede, io ho moltissime remore a mettere in mano alla Procura di Aosta ulteriori elementi di indagine atti a individuare, tra un gruppo di persone, chi ha ucciso Samuele e chi ha svolto depistaggi. Aosta è sempre stata abbarbicata sulla sua posizione, continua a non dar fiducia agli elementi importanti portati dalla difesa». Il procuratore Maria Del Savio Bonaudo ha parlato di «soddisfazione» per l'esito della Cassazione. «Sì, lo so. Ha anche detto che oggi è stato confermato l'impianto accusatorio. Avrebbe ragione, sul piano formale, se non fosse che si parla di Cassazione. La Suprema Corte ha valutato, dell'impianto accu¬ satorio, la correttezza delle motivazioni, ma non poteva certo dire che le circostanze X o Y fossero vere o false. La Procura di Aosta mostra poi, nel dichiararsi soddisfatta, di ignorare che la persistenza di un impianto accusatorio ai fini dei provvedimenti cautelari non è affermazione di responsabilità». E quindi, secondo lei, non c'è stata alcuna valutazione favorevole agli elementi raccolti dall'accusa? «Certo, aggiungo inoltre che nessun giudice che in Italia meriti questa denominazione avrebbe lasciato Annamaria con il suo figlioletto appena nato in braccio, e con Davide sempre accanto, se fosse stato realmente convinto della responsabilità della mia cliente nell'uccisione di Samuele». Questo ulteriore, sia pure parziale, rinvio ad un tribunale del Riesame è il terzo dell'inchiesta. I tempi della giustizia si allungano. Dal punto di vista della difesa è un bene o un male? «E' un bene, glielo assicuro, perché nella prima parte di questa inchiesta ci sono stati tanti, troppi atti convulsi che hanno favorito convincimenti affrettati e hanno inciso sull'opinione pubblica. Si è determinato un clima infernale attorno ad Annamaria Franzoni. E questo stesso clima infernale oggi si toccava con mano anche in Cassazione. La Suprema Corte, con la sua decisione, ha dimostrato coraggio. E' stato un fascio di luce in un Paese giustizialista». «Sono sempre stati abbarbicati sulle loro posizioni e non danno fiducia agli elementi importanti che abbiamo prodotto. La Suprema Corte ha dimostrato coraggio perché attorno a questo caso c'è un clima infernale»
Persone citate: Anna Maria, Anna Maria Franzoni, Annamaria Franzoni, Carlo Taormina, Maria Del Savio Bonaudo, Stefano Sergi
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