«Hanno dato ragione all'accusa C'è il rischio di un altro reato»
«Hanno dato ragione all'accusa C'è il rischio di un altro reato» IL SOSTITUTO PROCURATORE STEFANIA CUGGE «Hanno dato ragione all'accusa C'è il rischio di un altro reato» intervista AOSTA CHIUSA nel suo ufficio al terzo piano della Procura di Aosta, il sostituto procuratore Stefania Cugge, la titolare dell'indagine sul caso Cogne, ha atteso la sentenza della Cassazione lavorando ad altri fascicoli d'inchiesta, con tranquillità e senza tradire nervosismo. Qualche battuta con i colleghi e le segretarie, poi di nuovo alla scrivania, a leggere pagine su pagine di atti istruttori, a preparare indagini e processi. Come tutti i giorni. Alle 18,15 se n'è andata a casa senza fare commenti. Non sapeva ancora nulla della Cassazione, l'ha saputo pochissimi minuti dopo aver lasciato il palazzo di giustizia. E, com'è nel suo stile, non tradisce emozioni, parla soltanto di «importante conferma». Perché? Il procedimento è stato rinviato a Torino. «Sì, ma la Corte di Cassazione ha dato un'importante conferma all'impianto accusatorio, significa che gli indizi sono stati considerati gravi. Il rinvio riguarda soltanto le esigenze cautelari. Ciò significa che il tribunale del Riesame si pronuncerà soltanto su questa parte». Da lunedi vi preparerete al nuovo passaggio giudiziario? «No, non ancora. Prima è necessario leggere le motivazioni della sentenza, che arriveranno soltanto più avanti». All'origine dell'ordine di custodia cautelare c'era, tra le motivazioni, il rischio di reiterazione del reato. E' un rischio ancora attuale? «Sì, a nostro giudizio sussistono ancora oggi le esigenze cautelari, tra le quali il rischio di reiterazione del reato. Di fronte alla Cassazione è stato fatto un passo di grande importanza, perché si è chiusa la questione legata alla valutazione di gravi indizi di colpevolezza». Ai giudici del Tribunale del Riesame, chiederete misure alternative alla detenzione, in virtù della nuova situazione personale di Anna Maria Franzoni che è diventata mamma per la terza volta? «Non posso rispondere c^ggi, prima di ogni decisione è necessario esaminare le motivazioni della Cassazione. Al di fuori del caso specifico in esame, su cui non mi pronuncio, posso dire che per esigenze di custodia cautelare riferite a giovani madri, esistono misure alternative come ad esempio gli arresti domiciliari». C'è la possibihtà che a una giovane madre sottoposta agli arresti domicihari sia vietato di vedere i figli? «Sì, c'è. Ripeto, parlo in termini generali e non in riferimento al caso di Cogne». Il procuratore capo di Aosta Maria Del Savio Bonaudo, che coordina con il pm Stefania Cugge le indagini sull'omicidio di Samuele Lorenzi, ieri sera ha parlato di «soddisfazione» per la sentenza della Cassazione, aggiungendo: «E' favorevole alla ricostruzione dell'impianto accusatorio e quindi anche sotto il profilo della gravità degli indizi. Ritengo di non condividere che non sussistano le esigenze cautelari, ma è una questione soggettiva. La valutazione non tocca la validità delle indagini. Ed è questo che a noi interessa». Al Riesame chiederete l'arresto? «Aspettiamo le motivazioni della Cassazione per valutare se sia il caso o meno di insistere sulla richiesta di arresto. Attualmente ci devono essere motivi di "eccezionale gravità" perché la signora Franzoni è diventata di nuovo mamma. Il procedimento sulla libertà dell'indagata non ha rilevanza per le indagini. Noi speriamo di poter chiudere l'inchiesta ad aprile, senza così dover ricorrere a una richiesta di proroga». [s. ser.] «Gli elementi sono stati considerati rilevanti e ormai la questione è chiusa. In linea generale sono previste norme per cui a giovani madri agli arresti domiciliari è vietata la possibilità di vedere i figli» Il sostituto procuratore di Aosta Stefania Cugge titolare dell'indagine sul caso Cogne Il difensore di Annamaria Franzoni Carlo Taormina
Persone citate: Anna Maria Franzoni, Annamaria Franzoni, Carlo Taormina, Franzoni, Maria Del Savio Bonaudo, Samuele Lorenzi, Stefania Cugge
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