Bush: complimenti all'Italia per l'operazione di Napoli di Paolo Mastrolilli

Bush: complimenti all'Italia per l'operazione di Napoli Bush: complimenti all'Italia per l'operazione di Napoli L'intelligence: dopo le Torri Gemelle miglior collaborazione con la Cia, vasta rete di contatti, più efficienza Paolo Mastrolilli NEW YORK La collaborazione tra la Cia e i servizi italiani è aumentata dopo l'I 1 settembre e almeno in parte i metodi sono stati aggiornati. Ma la novità più significativa è l'efficienza dimostrata dagli agenti italiani. Convergono su questo punto i giudizi di vari analisti che per mestiere frequentano da una vita la comunità dell'intelligence. Un riconoscimento è arrivato anche dal presidente americano Bush che al termine della conferenza stampa alla Casa Bianca con 0 premier britannico Blair si è complimentato con l'Italia per gli arresti di Napoli: «Complimenti al popolo italiano per questa nuova operazione contro personaggi che tentano disimporre armi di distruzione di massa». Vincent Cannistraro ha lavorato per la Cia proprio in Italia, prima di diventare il capo dell'antiterrorismo a Langley: «Nel caso degli arresti di Napoli - spiega - la dritta potrebbe essere arrivata dai servizi della US Navy, la marina militare americana che è molto attiva nella regione, oppure dalla sorveglianza elettronica gestita dalla National Security Agency. Ma io non escludo che gli stessi italiani abbiano prodotto l'informazione su cui poi hanno agito». Anche Edward Luttwak, esperto di intelligence del Center for Strategie and International Studies, condivide questa ipotesi: «Di sicuro vi posso dire che dall'undici settembre in poi, il bilancio del Sismi e del Sisde è nettamente in attivo: sono molte di più le informazioni che hanno passato ai servizi degli altri paesi rispetto a quelle ricevute. I colleghi americani si aspettavano un buon lavoro, perché purtroppo l'Italia aveva fatto esperienza col terrorismo intemo, ma sono rimasti addirittura sorpresi. Ad esempio, hanno scoperto che i vostri servizi hanno reti molto efficaci dove nessuno se le aspettava. Non posso dirvi con esattezza in quali paesi, ma presumo che il Pakistan sia uno di questi». Secondo Luttwak c'è una ragione strategica per questa rilevanza del Sismi e del Sisde: «La struttura di al Qaeda nei paesi d'origine, ossia l'Afghanistan e altri, è stata in buona parte smantellata, perciò da laggiù non arriva più il flusso di informazioni del passato. Ora sono diventati molto importanti i punti di approdo dei terroristi in fuga o delle nuove reclute, e l'Italia è uno dei principali. Ne' vostro paese si entra illegalmente soprattutto da due zone: il canale di Otranto via mare, e l'area di Trieste via terra. Poi ci sono molti altri posti dove arrivano legalmente i nuovi volontari, ancora non schedati. Perciò il vostro lavoro di controllo è diventato essenziale, per scoprire come al Qaeda cerca di ricostituirsi. E siccome siete spesso il punto di passaggio iniziale, voi siete i primi a raccogliere le informazioni che poi passate agli altri servizi europei. Non conosco l'origine dell'operazione di Napoli, ma so che le vostre forze hanno stabilito ottimi contatti con gli immigrati legali, che vogliono lavorare e non condividono la violenza degli estremisti. Spesso sono proprio loro a denunciare i terroristi che si infiltrano nelle comunità». Detto questo, secondo Cannistraro è anche vero che «la condivisione delle informazioni tra la Cia e i servizi italiani è molto aumentata. Ai miei tempi c'era uno scambio continuo, ma era concentrato soprattutto sui problemi legati alla guerra fredda? Con la caduta del Muro di Berlino c'è stato un rallentamento, ma già alla fine degli anni Novanta la minaccia del terrorismo aveva impesto un'accelerazione», x Dal punto di vista strutturale. per Luttwak non ci sono stati grandi mutamenti: «Gli uomini dell'Fbi e della Cia in Italia sono grosso modo gli stessi e possono avere contatti quotidiani con le vostre autorità. I numeri forse aumenteranno ora, a seconda di come verrà impostato il nuovo dipartimento per la Homeland Security». Quello che è già cambiato, secondo Cannistraro, sono i metodi, le priorità e il livello dei contatti: «La prevenzione oggi domina il lavoro di intelligence, quindi si agisce sull'intenzione di commettere un reato senza aspettare. Gli agenti monitorano per un po' le attività dei sospetti, ma quando hanno abbastanza elementi per convincersi delle loro intenzioni criminali intervengono, perché rimandare può equivalere a esporsi a una strage». Con la cellula di Torino, però, non sarebbe andata cosi: «Un conto -spiega Cannistraro - sono i rapporti tra i servizi, un altro quelli tra i servizi e la magistratura, che comunque esistono. Proprio per questo è probabile che la prima struttura rinforzata a Roma sia stata quella dei consiglièri legali dell' Fbi. L'Italia è un punto di passaggio e i terroristi continueranno a infiltrarla». «Nel caso degli arresti di Forcella la dritta potrebbe essere arrivata dagli agenti della marina militare americana, molto attiva nella regione. Ma non escludo che gli stessi italiani abbiano prodotto l'informazione su cui hanno agito»