UN FOLLE «DISPETTO» A CARRARO di Roberto Beccantini

UN FOLLE «DISPETTO» A CARRARO UN FOLLE «DISPETTO» A CARRARO Roberto Beccantini IL problema della Lega è grave ma non serio. Se non ci si scanna per un rigore (e ieri, ahinoi, Sensi non c'era), si pensa di moltiplicare la serie A; magari già dalla prossima stagione, visto com'è fornito il bar di via Rosellini. Se improvvisamente ecasualmente gli interessi smarriscono il «conflitto di», si punta a bloccare le retrocessioni; subito, affinché Preziosi possa leggere anche nelle scomuniche del Palazzo, e non soltanto fra le pagine del Vangelo, che gli ultimi saranno i primi (o sempre coi primi). Il tutto, per mandare un segnale (forte?) alla Federazione, la cui riforma, firmata da Abete e benedetta da Carraro, prevede lo sdoppiamento della B in due gironi. Insomma: voi dividete la B? noi raddoppiamo la A. Meglio ancora: nascondiamo i debiti della B dentro ai debiti della A. Per fortuna, non se ne farà niente. Per sfortuna, se ne deve scrivere, perché questa, purtroppo, è la notizia del giorno. L'avrebbero concepita i presidenti del Cagliari (Cellino) e del Livorno (Spinelli), blanditi da Matarrese e sostenuti in maniera strumentale da Galliani, al quale non è parso vero che, per una volta, nessuno abbia sollevato la questione della sua polivalenza statutaria. Il calcio è in crisi, il Sud allo sbando: ammettiamo pure che il disegno Abete non rappresenti il massimo (per chi scrive, resta il male minore). Vogliamo parlare dello scempio architettato al suo posto? In un colpo solo si stravolgerebbero le strutture dell'intero sistema, oltre a falsare i tornei in corso più di quanto non lo siano già. Sono cose che succedono quando la Federazione è debole e la Lega folle. Chiamiamola «provocazione», anche se il termine più corretto mi sembra «delirio». Invece di rispettare i contratti - almeno quelli in corso - e tagliare i costi, senza limitarsi a promettere di farlo, si mira allo sbarco in Normandia, al ripristmo di una formula abbandonata nel 1929 e mai più rimpianta. Le retrocessioni sono troppe e troppo incidono sui bilanci societari? Nulla vieta che, a bocce ferme e con modalità rispettose dei regolamenti in vigore, vengano ridotte. Lungi dal renderlo più appetibde in chiave televisiva e sul piano tecnico, la doppia serie A impoverirebbe un prodotto che già fatica a tenersi su. E poi ci meravigliamo se i politici, attratti dal panorama, si sporgono sempre più dal davanzale, pronti a ghermire gli avanzi e a delegittimare i manovratori. Nessun Paese al mondo può concedersi il lusso e lo spreco di 128 club professionistici. Se a «findus» Matarrese non piace il progetto Abete, proponga qualcosa di meno scialbo e cervellotico. Per esempio: serie A di 16 squadre, serie B di 18, CI e C2 accorpate e smagrite. Che settimana: l'aveva battezzata Bergamo, con la sua vergognosa filippica contro Treossi, la suggellano i padroni del vapore inventandosi questo grandioso papocchio. Penso all'idea di ridiscutere stipendi liberamente pattuiti, un'idea che manderà in brodo di giuggiole Campana, alla Agonfiata e senza derby, al sentimento di degrado e -di disagio che ogni assemblea di Lega trasmette. Aii.ro che aspirine, caro Moratti. Qui ci vuole la camicia di forza. .

Persone citate: Abete, Carraro, Cellino, Galliani, Matarrese, Moratti, Sensi, Treossi

Luoghi citati: Bergamo, Normandia, Spinelli