L'Isae: la guerra può costare lo 0,8 % del pil
L'Isae: la guerra può costare lo 0,8 % del pil PREVISlONUMPOSSIBILi SE VENISSERO DISTRUTTI i POZZI SAUDITI L'Isae: la guerra può costare lo 0,8 % del pil verificassero attacchi terroristici con la diffusione generalizzata di effetti di panico e flessione delle aspettative». In questa eventualità, lo choc petrolifero «potrebbe complessivamente contrarre la dinamica del pil italiano (e dell'area industriale) di sette/otto decimi di punto». Naturalmente, «un petrolio che si attestasse su livelli ancora più elevati, fino a toccare gli 80 dollari paventati da alcuni analisti nell'ipotesi che i giacimenti dell'Arabia saudita fossero colpiti nel conflitto iracheno, avrebbe conseguenze chiaramente recessive sull'economia globale e su quella italiana», e l'Isae non prova nemmeno a quantificarle. Invece, l'istituto vede pochi pericoli dal cosiddetto «euro forte»: nel caso che il dollaro continuasse a deprezzarsi, «fino a toccare al termine dell'anno una quotazione di 1,15-1,20 nei confronti dell'euro», le conseguenze sullo sviluppo italiano sarebbero «contenute in un minore aumento del pil di un decimo di punto». b Le incognite che dominano il quadro mondiale «condizionano i tempi della ripresa internazionale e italiana». Nel caso che si avverasse lo scenario più pessimistico per un'eventuale guerra in Iraq, e cioè un conflitto lungo ed esteso con un consistente choc petrolifero, questo «potrebbe sottrarre alla crescita italiana e a quella dei paesi industriali fino a 7-8 decimi di punto». Lo dice l'Isae (istituto di studi e analisi economica) nel suo rapporto trimestrale. Secondo lo studio, se in conseguenza della guerra il barile di petrolio «si collocasse sopra i 40 dollari nei primi tre-quattro mesi dell'anno, per scendere poi gradualmente verso i 25 dollari a fine 2003, avrebbe un impatto diretto sulla crescita dell'Italia (e degli altri paesi industriali) pari a due/tre decimi di punto». Tale effetto «sarebbe più rilevante qualora si innescassero nuove ondate di sfiducia, con ulteriori cadute nei mercati azionari, e si
Luoghi citati: Arabia Saudita, Iraq, Italia
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