DiCaprio gioca a guardie e ladri con Hanks di Simonetta Robiony

DiCaprio gioca a guardie e ladri con Hanks UNA VICENDA TANTO INCREDIBILE DA ESSERE VERA, ISPIRATA Al CASI DELL'IMBROGLIONE FRANK ABAGNALE E AMBIENTATA NEGLI ANNI 60 DiCaprio gioca a guardie e ladri con Hanks Spielberg: volevo una storia leggera Simonetta Robiony ROMA Sembra l'ingresso di «Men in black» quello di Leonardo DiCaprio, Tom Hanks e Steven Spielberg, in1.eq)reli o autore di «Prova a prendermi», in uscita venerdì con la solila pioggia di copie: tutti e tre in nero o in un grigio che se non è nero lo sembra, con un unica punta di colore rappresentata dal bcrrettuccio di Spielberg, A Roma per poche ore, da ieri mattina cfuando chiuso il giro europeo Londra-Parigi sono approdati all'aeroporto, fino a stamattina quando sono partiti per l'America, con intervallo a cena da Benigni, amico del gruppo, Spielberg per primo, «Lo conosco, lo stimo, gii voglio bene - ha detto il regista - e mi fa piacere parlare con lui di "Pinocchio" che ho appena visto. E' un classico per i bambini di ogni età. Peccato che la Miramax mi abbia dato la copia doppiata in inglese. Detesto il doppiaggio; dovrò chiederne un'altra con i sottotitoli». Conferenze stampa di lancio del film punteggiata da due o tre numeri, Spielberg, l'uomo di «Intelligenza artificiale» e di tante altre storie piene di effetti speciali e avanzatissimi ritrovati al computer, non riesce a mettersi la cuffia per la traduzione e confessa di non capire affatto la tecnologia contemporanea. Un ragazzino si alza e chiede al regista se ò educativo, a suo parere, insegnare ai bambini a dire bugie e a fare imbrogli e il regista è costretto a rispondergli che nutre fiducia nei bambini e sa quanto sono in grado di distinguere naturalmente il male dal bene. Tom Hanks e Leonardo DiCaprio vengono fatti oggetto di una curiosa dichiarazione da parte di una delle «lene» che pubblicamente afferma di aver smosso d'amare Hanks perchè troppo vecchio e di esser pronta invece ad amare DiCaprio più bello e più giovano. E in effetti DiCaprio, in mezzo ai duo cinquantenni, poco più o mono meno, pare davvero un nipote vomito particolarmente bene, con la bolla faccia tedesca larga e rassicurante e i capelli pettinati all'indietro come usava re Umberto. «Prova a prendenni» è la storia di un mitico imbroglione, por caso, o non per caso?, di origine italiana. Frank Abagnale che all'età di sedici anni terrorizzò l'America e l'Europa spacciandosi per pilota, awocat o, medico, professore, fregando un mucchio eli soldi a chiunque, sempre inseguito da un solitario agente doll'FBI che sognava di mettergli le mani addosso per scoprire i suoi micchi e il suo mistero. Spielberg ne ha fatto un romantico ragazzo sognalo dal divorzio dei genitori, noll'Ainerica innocente prima del Viet-Nam, anche se Tom Hanks lo corregge e precisa; «Non è vero che gli Anni Sessanta fossero l'età dell'oro. Anche se avevamo i Beatles e i Rolling Slones, nasceva la cultura pop o la libertà dei ragazzi si espandeva, hanno ucciso Kennedy e Luther King e noi americani non siamo slati più gii stessi», E DiCaprio aggiunge: «Io che sono cresciuto negli assai più cinici Anni Ottanta posso dire che il vero Abagnale, un uomo che mi ha conquistalo con il suo fascino, tanto che ho cercalo di imitarne gesti e atteggiamenti, ha potuto fare quel che ha fallo perchè allora non c'era un computer centralizzato della polizia capace di inviduralo subito». Perchè tanta nostalgia per quell'America, signor Spielberg? «Credo perchè è quella della mia gioventù, un paese dove la gente non chiudeva le porte e le finestre e si aveva fiducia nella bontà degli esseri umani, A me gli Anni Sessanta sembrano appena trascorsi. Mi ricordo l'emozione dei primi voli aerei, i capelli lunghi dei ragazzi, i vestiti che oggi son tornali di moda. Ma non volevo far un film nostalgico. Ho guardato a quoll'America con gli occhi di oggi, secondo una prospettiva moderna, anche se non posso negare che il paese allora mi appariva candido, ingenuo, puro». Quale regista di quell'epoca l'ha ispirata? «Ho pensalo ai film di Audroy Hepburn, alla loro leggerezza. E a Billy Wilder e alla sua grazia. Dopo un lungo decennio di film più impegnativi da "Amislad" a "Salvate il soldato Ryan", a "Schindler's list", avevo voglia di una storia agrodolce, talmente incredibile da dover esser per forza autentica». In molti suoi film, il più famoso è «ET», c'è un bambino che fa fatica a crescere: anche qua in fondo la storia è la stessa. «L'ho già raccontato molte volte. Il divorzio dei miei genitori mi ha segnato profondamente. Anche a Frank Abagnale è accaduta la stessa cosa; i suoi divorziarono e lui scappò di casa diventando un falsario e imbrogliando le banche che avevano distrutto suo padre. A me è andata meglio. Sono scappato di casa anch'io, ma dal momento che il cinema mi attraeva molto, il mio unico imbroglio fu di andare a Hollywood vestito da manager per tentare di entrare in uno studio. Non ci riuscii ma alla fine posso dire di aver fatto quel che desideravo, anche se ancora non ho capilo bene chi sono. Del resto cambiamo continuamente: un amore, un figlio, un incontro ci modificano e io, in fondo, faccio film per esplorare me stesso». Leonardo DiCaprio circondato da belle donne nel nuovo film di Spielberg «Prova a prendermi»

Luoghi citati: America, Europa, Hollywood, Londra, Parigi, Roma