La cultura non è un tesoro immobile di Oreste Del Buono

La cultura non è un tesoro immobile LA RISPOSTA di O.d.B. La cultura non è un tesoro immobile EGREGIO signor Del Buono, viviamo in un'era sempre più dominata dalla tecnologia, con internet si sono aperti nuovi scenari, nuove porte di conoscenza, nuovi orizzonti (a volte anche inquietanti). Sorge spontanea la domanda: si può parlare di vero progresso? Oggi un adolescente, un bambino di 7-8 anni probabilmente di computers e «collegamenti» vari ne sa più di un «matusa» di quarantanni, il problema però è che se chiediamo a un ragazzo di vent'anni se sa quando è terminata la seconda guerra mondiale o chi era Alessandro Magno, novanta su cento o non sa o ci sta a pensare sopra un bel po' di tempo o ti manda a quel paese! In compenso sono convinto che in fatto di CD-ROM, siti di vario genere (specie quelli «hard») è una sorta di ingegnere! Leggiamo sempre meno, ci siamo lasciati «acculturare» da un sistema che ci propone una «cultura» (se così si può chiamare) mordi e fuggi, usa e getta fatta di immagini e niente sostanza; a mio parere non è tanto come o cosa insegnare a scuola che conta, ma su quali principi vogliamo basare un insegnamento, una educazione. Non dobbiamo creare poeti, ma neanche (cito una battuta del mai abbastanza compianto Fabrizio De André) «cinghiali laureati in fisica» ! ! Massimo Poggio, Lerma (Al) f~l. ENTILE corrispondente, ca^■^ pisco la sua ansia. Però la «cultura» non è qualcosa di inalterabile e immobile. In certi periodi si concentra di più sulla Storia, in altri sulla tecnologia: oggi è più ignorante un ragazzo che non sa in quale anno finì la seconda guerra mondiale, o un adulto che non sa usare il computer? L'atto di leggere, l'atto di ascoltare o l'atto di vedere possono essere veicoli culturali della stessa importanza: l'importante sarebbe l'armoniosa completezza delle cognizioni. Oreste del Buono

Persone citate: Alessandro Magno, Del Buono, Fabrizio De André, Lerma, Massimo Poggio