La foga trascinante del giovane Harding

La foga trascinante del giovane Harding E PARTITO IERI SERA AL LINGOTTO DI TORINO IL CICLO «SINTONIE» La foga trascinante del giovane Harding Il direttore, poco più che ventenne, non ha paura di apparire eccessivo o di rischiare: per questo l'esecuzione porta una ventata di freschezza All'inizio, un minuto di silenzio in memoria dell'avvocato Agnelli TORINO Dopo un minuto di silenzio in memoria dell'Avvocato Agnelli, è partito al Lingotto il ciclo «Sintonie», organizzato dall' Associazione Lingotto Musica, ispirato da Claudio Abbado, realizzato da Daniel Harding con la Mahler Chamber Orchestra e il meraviglioso RiasKammerchor, reduce da Nantes dove ha eseguito da par suo dei bellissimi mottetti di Giovanni Gabrieli. Vedremo come andrà. L'idea è nuova per Torino: collegare alla musica altri settori come l'arte, il cinema, la letteratura, cioè una mostra su Schoenberg pittore, una ventina di film espressionisti e d'avanguardia tedesca, letture di testi su Beethoven, presente nei concerti con due Sinfonie. Il progetto è bello, lancia una idea, vuol fare uscire la musica dall'ambiente dei soliti appassionati e gettar¬ la in mezzo al mondo, rompendo il solito schema della stagione concertistica fatta di manifestazioni autosufficienti e isolate. Vedremo come il pubblico risponderà. Per ora, a metà del primo concerto, possiamo dirci corroborati da una ventata di freschezza. Daniel Harding è un direttore giovane, dalla foga trascinante, non ha paura di rischiare, d'apparire eccessivo, e a poco più di vent'anni ci mancherebbe: si tuffa nella musica con un piacere vorace e trasmette il suo argento vivo agli ascoltatori I . «Mahler» è un'orchestra giovane (non un' orchestra giovanile ma di veri professionisti, passati per anni sotto la striglia di Abbado) ha una brillantezza di suono tutta sua, e poi, sotto le punture della bacchetta impugnata da Harding, fa sprizzare più scintille del solito. Dopo la prima parte del concerto si segnala una esecuzione vitale e fantasiosa della telegrafica ouverture delle «Rovine di Atene», il dramma di Kotzebue, rappresentato a Pest nel 1812 e per il quale Beethoven scrisse le musiche di scena. Seguiva il «Poèma pour Mi» di Olivier Messiaen, nove liriche in cui l'amore per la moglie si intreccia al senso della natura da ammirarsi nei suoi momenti estatici: il tutto proiettato in una prospettiva trascendente di unione con Dio. La musica ha colori freddi che la Mahler Chamber Orchestra ha reso a meraviglia: frasi che salgono e scendono in percorsi obbligati, insieme arcaiche e piene di ansia e di dolore. Il soprano Rosemary Hardy ha giocato agevolmente con questa vocalità difficile, tesa fino allo spasimo sopra una orchestra compatta, asciutta, occasionalmente tagliente o violenta. Poche le volte in cui la voce è stata coperta; più frequenti, invece, i tratti in cui l'esecuzione respirava con naturalezza in un felice equilibrio tra il soprano e gli strumenti. Messiaen è difficile, talvolta aspro e poco attraente, ma tocca il cuore per la sua since¬ rità che l'esecuzione ha messo in rilievo. Si attende ora, nella seconda parte, la prova del giovane Harding e dell'Orchestra alle prese non la Sinfonia Pastorale. [p.gal.] Daniel Harding ha diretto a Torino la Mahler Chamber Orchestra

Luoghi citati: Atene, Torino