Ecco l'Italia a rischio inondazione

Ecco l'Italia a rischio inondazione CRESCE L'ALLARME SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI Ecco l'Italia a rischio inondazione L'Enea: il mare minaccia metà delle nostre coste ROMA Tutta, o quasi, la Pianura padana e l'area veneto-friulana sembrano destinate a finire sotto il livello del mare. E anche parte della Versilia, la zona di Burano e quella della Pontina. Sono alcune delle 33 aree costiere o depresse che, stando ad imo studio dell'Enea, di qiu alla fine del secolo rischiano di finire sommerse dalle acque marine a causa dell'innalzamento del livello del mare e di altri fenomeni naturali (isostasia, tettonica e scioglimento dei ghiacci, o eustasia). In totale si tratta di 4500 chilometri quadrati di superficie, coinvolti da un fenomeno che richiederà un approfondito studio per individuare possibili soluzioni, ovvero valutare i prò e i contro della salvaguardia degli attuali insediamenti, anche produttivi. La stessa Enea affronterà il tema nel prossimo Piano Nazionale della Ricerca, con molte Università italiane. Il risultato degli studi condotti dagli esperti dell'Enea, curati da ima task force di scienziati coordinata dal climatologo Vincenzo Ferrara, è che metà dele coste d'Italia si sta lentamente afflosciando quasi come mi soufflé venuto male e rischia di finire sott'acqua in un futuro non lontano. Da un lato c'è il livello del mare che cresce, anche a causa del riscaldamento climatico indotto dalle emissioni di anidride carbonica di origine umana. Dall'altro c'è il terreno che si abbassa, a causa di fenomeni naturali come la tettonica. La task force ha confermato l'allarme lanciato in precedenza dagli studiosi americani della Nasa che avevano stimato in 18-30 centimetri la crescita del mare lungo le nostre coste entro la fine del secolo. Prendendo quindi a riferimento le valutazioni dell'IPCC e uno studio anche della Nasa-Giss, abbiamo un possibile rischio inondazione marino per D 25,4n7n del Nord Italia (soprattutto nell'Alto Adriatico), del 5,4nzi) per l'Italia centrale (medio Adriatico e zone del medio Tirreno), del 62,6')'o per il Sud (soprattutto Golfo di Manfredonia e zone del Golfo di Taranto), del 6,60Zt) per la Sardegna (zone a Ovest e a Sud). Sebbene l'area mediterranea per ora non appaia come tra le più critiche quanto a densità di popolazione, resta connmque tra quelle a livello mondiale a più alla vulnerabilità in termini di perdita di zone umide, e in particolare degli ecosistemi e della biodiversità marinocostiera. Il danno maggiore lo avrebbero le coste basso, più esposte a inondazioni sommate a forti mareggiate. E l'Italia, a causa degli interventi spesso disastrosi dell'uomo sull'ambiente e del forte uso dei territori costieri, correrebbe rischi aggiuntivi rispetto a quelli già ipotizzati. Aqueslo punto - hanno sottolineato Ferrara e Fabrizio Antonioli, geologo dell'Enea e studioso dei fenomeni di isostasia - andrà verificato con attenzione se convenga o no, economicamente, realizzare interventi a difesa di quelle aree costiere. Aree che già oggi, se solo si fermasse il sistema di idrovore attivato quando sono stati ultimati gli interventi di bonifica e di insediamento produttivo, finirebbero per- sempre sott'ac"i. Un progetto di ricerca, ha aggiunto, «dovrebbe sviscerare quanto emerge dagli studi dei geologi, tenendo conto anche dei cambiamenti climatici indotti dall'uomo a proposito dell'innalzamento del mare, e prendere le opportune decisioni», con indirizzi politici ben precisi in tema di ambiente e di insediamento umano e di attività produttive. «La scala di priorità ed interessi su cui lavorare dev'essere nuova e differente», ha detto dal direttore generale del Ministero dell'Ambiente, Corrado Clini, responsabile del Dipartimento protezione intemazionale dell'ambiente. Clini ha chiesto linee guida, misure economiche di sostegno, adeguati finanziamenti: in poche parole un «approccio diverso sulla gestione del tenitorio». [f. ama.) LE AREE ^ INTERESSATE 16 /-V Fra le aree in pericolo ci sono parte della Pianura Padana, della Versilia, Burano e la zona Pontina Ora gli studiosi dovranno verificare se convenga economicamente realizzare opere di difesa 1 L'area veneziana 2 La costa dell'alto Adriatico compresa tra Monfalcone e Rimini 3 L'area costiera alla foce del Magra 4 L'area costiera alla foce dell'Arno 5 La costa prospiciente Piombino 5 L'area costiera alla foce dell'Ombrone 7 La zona della laguna di Orbetello 8 L'area costiera alla foce del Tevere 9 Alcuni tratti della costa pontina 10 La piana di Fondi 11 L'area costiera alla foce del Volturno 12 L'area costiera alla foce del Sele 13 La zona dei laghi di Lesina e Varano 14 II Golfo di Manfredonia 15 II Golfo di Taranto 16 Lo stagno di Cagliari

Persone citate: Clini, Corrado Clini, Fabrizio Antonioli, Ferrara, Varano, Vincenzo Ferrara