Bob e slittino ritornano a Cesana

Bob e slittino ritornano a Cesana VÈRSO L'OLIMPIADE ^k z^-. f-*^i*^CH*"*» ^ -^^«J" Il dossier del Toroc sulle tre piste inviato al ministero per il parere definitivo è netto: in Val d'Aosta bisogna rifare tutto e il Veneto è lontano L'impianto in località Pariol costerà 56 milioni Una Fondazione sarà incaricata di studiarne l'utilizzo una volta finito l'appuntamento di Torino 2006 L'impianto di bob, slittino e skeleton per le Olimpiadi di Torino 2006 sorgerà quasi certamente a Cesana Bob e slittino ritornano a Cesana Perdono quota le candidature di Cervinia e Cortina il caso Alessandro Mondo LA pista destinata ad ospitare le competizioni di bob, skeleton e slittino in occasione dei Giochi invernali del 2006 verrà costruita in località Pariol-Greniere, tra Cesana e Sansicario, con un investimento di 56 milioni di euro. L'investitura del piccolo comune della Val di Susa, con i suoi 980 abitanti che si moltiplicano puntualmente d'estate e d'inverno, è stata data praticamente per certa ieri pomeriggio al termine della cabina di regia ospitata negli uffici regionali di piazza Castello. Presenti all'incontro i massimi rappresentanti di Regione, Provincia, Palazzo civico, Agenzia, Toroc, Coni: da Enzo Ghigo a Sergio Chiamparino, da Valentino Castellani a Domenico Arcidiacono. E naturalmente gli assessori di riferimento: Ettore Racchelli (Regione), Silvana Accossalo (Provincia), Elda Tessere (Comune). Avanti con Cesana, quindi, nonostante 1'«imprimatur» ufficiale spetti al ministro per gli Affari Esteri Franco Frattini, delegato dal Governo a seguire la complessa partita olimpica. Ma ormai non dovrebbero esserci più dubbi. Giusto ieri sera la Regione ha inviato al Ministero il rapporto stilato dall'Agenzia e dal Toroc in seguito al sopralluogo svolto la settimana scorsa all'impianto di Cervinia, candidatasi con Cortina d'Ampezzo in alternativa al sito di Cesana. Il senso di questa valutazione, basata su parametri diversi (costi di costruzione, spese di gestione, impatto ambientale, etc), dimostra che fra il comune della Valle di Susa e le sue più famose concorrenti non c'è partita. Ettore Racchelli, assessore regionale al Turismo e allo Sport, lo dice senza mezzi termini. «Naturalmente la decisione spetta al ministro, ma ormai la situazione si è delineata. La pista di Cervinia, in disuso da una decina di anni, non è omologata e comunque versa in condizioni talmente critiche che andrebbe ricostruita ex-novo». Fra l'altro, gli fa eco il presidente del Toroc Valentino Castellani, «stiamo parlando di un impianto a ghiaccio naturale». Quindi obsoleto nella sostanza. E Cortina? Anche in questo caso la struttura è abbastanza malandata, spiegano in Regione, quindi suscettibile di corposi interventi di adeguamento. Come se non bastasse, è collocata su versanti con problemi di rischio-idrogeologico. Ma il vero anello debole appare quello della distanza rispetto a Torino e alle altre località olimpiche, colmabile solo con un ponte aereo che in cabina di regia è stato giudicato fuori discussione. Anche alla luce di un precedente con la maiuscola. Quale? Quello che è costato alla svizzera Sion la perdita della battagliera competizione con Torino per aggiudicarsi i Giochi invemali del 2006. Come ricorda Castellani, la candidatura della concorrente prevedeva, fra le altre cose, un collegamento aereo da Ginevra a Saint-Moritz per sfruttare la pista già esistente. Ipotesi di dubbia efficacia, alla luce di svantaggi diversi ma complementari: la perdita di tempo, unita alla necessità di affidarsi ad aerei di dimensioni modeste in condizioni meteorologiche stagionali per loro natura imprevedibili. Sarebbe paradossale se ora Torino proponesse una soluzione analoga. Insomma, stando ai prò e ai contro nel rapporto inviato a Roma, la decisione del ministro dovrebbe essere conseguente. Sulla candidatura di Cesana la cabina di regia, che ha chiesto a Frattini un appuntamento urgente alla fine di questa settimana, è ormai compatta. Soddisfatta Evelina Christillin, vicepresidente vicario del Toroc, per la conferma di una soluzione giudicata fin dall'inizio come la più opportuna dal Comitato Torino 2006. Resta il problema legato all'utilizzo del costoso impianto dopo i Giochi. «Per risolverlo - aggiunge Racchelli - abbiamo proposto un soggetto apposito». L'idea - che verrà sottoposta al Ministero nel prossimo incontro - è la costituzione di una Fondazione a partecipazione pubblica e privata incaricata di gestire la nuova struttura nel delicato periodo post-olimpico. Comunque la si pensi, la giornata di ieri dovrebbe sancire la fine di una «querelle» ricca di colpi di scena. Cesana sì, Cesana no, Cesana forse... Come si spiega, assessore? «Non c'è mai stato nessun "giallo" - risponde Racchelli -. Su Cesana ci siamo concessi una pausa di riflessione alla luce dei costi da sostenere: 56 milioni di euro rispetto ai 30 originariamente previsti per costruire la pista ad Oulx, poi sfrattata dall'amianto. Valutare le altre candidature è stato un esempio di serietà». Novità anche per il «Parco torinese della salute», destinato a sorgere sul terreno degli ex-Mercati generali e sull'area delle vecchie dogane (la Regione ha già interpellato il Demanio) una volta riconvertito il villaggio olimpico. Ieri la giunta regionale ha deliberato l'istituzione di im gruppo di lavoro rappresentato da tutti i soggetti interessati. Obiettivo: valutare e riferire entro dieci giorni se la superficie in questione è idonea ad ospitare il polo sanitario di eccellenza. Il senso è quello di un progetto assai più ambizioso di quello finora contemplato: nuove Molinette, nuovo Sant'Anna e nuovo Regina Margherita.