Toro, per risalire deve farsi «grande» di Roberto Condio

Toro, per risalire deve farsi «grande» VIAGGIO DENTRO UNA CRISI AGGRAVATA DAI PRIMI EXPLOIT DELLE RIVALI Toro, per risalire deve farsi «grande» A febbraio affronterà l'Inter e il Milan al Delle Alpi e sarà ospite della Lazio: servono un paio di colpi Roberto Condio TORINO Prima o poi doveva capitare. Incapace di vincere, il Toro non poteva illudersi che le sue rivali dirette lo imitassero in etemo. Gli è già andata di lusso: in coda, il mal comune è durato cp.iasi un girone. Poi, qualcuno si è sbloccato: 2 successi di fila per l'Atalanta, 3 nelle ultime 4 partite per la Reggina. Il Toro, invece, niente. Non perde più, ma pareggia «soltanto» e nel nuovo calcio le «X» pagano poco. Resistono, i granata. Disperatamente, ammirevolmente aggrappati agli ultimi fili di speranza. La situazione, intanto, si aggrava. Tener duro non basta più. Bisogna cominciare a sorprendere, a fare cose fuori dalla norma. Vincere, insomma. Un problema grosso. Vi spieghiamo perché, facendo il check-up al Toro. IL CALENDARIO. Febbraio è un ostacolo tosto, superarlo bene è l'unico modo per poter sprintare in primavera. Delle ultime 7 in classifica, i granata sono i soli ad aver 3 sfide su 4 in casa. Gli impegni sono però ardui: Inter, Lazio (unica trasferta) e Milan con in mezzo il Modena. All'andata, Camolese chiuse il poker con 4 ko. Ora servono almeno 5-6 punti, bottino peraltro alla portata di molte rivali, alle prese con scontri diretti (Reggina-Perugia, Piacenza-Brescia, Reggina-Como, Brescia-Reggina). A inizio marzo, la quint'ultima avrà 21-22 punti. E il Toro non potrà essere più giù di cpjota 16-17. LÀ SQUADRA. Ulivieri oggi può contare soltanto su 4 certezze assolute (Mezzano, De Ascentis, Vergassola e Castellini). Il resto della truppa sale e scende, con speranze più concrete sul ritrovato Franco, sulla qualità del nuovo arrivato Donati, su Balzarotti sempre pronto alla chiamata. A Bologna è tornata a deludere la difesa, che sembrava aver trovato un assestamento soddisfacente. Preoccupa di più, per una squadra che deve iniziare a vincere, la crisi degli attaccanti. Ferrante, bocciato a Bologna pure in assenza di Lucarelli, morde il freno ma di fatto quest'anno ha inciso soltanto quando è subentrato. L'ex gemello livornese, peggior giocatore dell'andata secondo le cifre dell'Opta, è in fase di involuzione continua, causata anche da guai fisici. Franco oggi sembra in grado di dare più di tutti. Intanto, squalifiche e infortuni cominciano ad aprire squarci preoccupanti: contro l'Inter mancheranno De Ascentis, Vergassola e Balzaretti (esclusa, comunque, la frattura alla caviglia destra), sono a rischio Castellini e LucareUi. L'ALLENATORE. Ulivieri ha ereditato una squadra sfibrata da due anni di rincorse e di risultati persin troppo positivi per le sue effettive risorse. L'ha rivoltata, le ha cambiato faccia e spirito facendo anche vittime (Galante, Garzya, Maspero). Dopo la fase del rigetto, nella quale il Toro ha toccato minimi storici di decenza, qualcosa è cambiato in meglio: equilibrio, più manovra, più occasioni create e meno concesse. Di certo, le continue voci di panchina in bilico non giovano. Cosi com'era Camolese l'allenatore più indicato a salvare questo Toro mal costruito, a questo punto del campionato soltanto l'Ulivo può metterci ima pezza. Cambiare ancora significherebbe ricominciare tutto o quasi daccapo. LA SOCIETÀ. Comincia a perdere la pazienza per i torti arbitrali (prima del rigore omaggiato da Collina al Bologna, due gol validi cancellati contro Roma e Como), ma anche a dare preoccupanti segni di nervosismo. L'ipotesi che Cimminelli non ha mai voluto prendere in considerazione («Scendere in B sarebbe il Vieri contro Delli Carri, un duello che si ripeterà domenica a Torino. Bobo ha già segnato 16 gol, 5 in più rispetto al Toro intero Limiti tecnici non ancora sanati sul mercato, punte che non segnano più, torti arbitrali e tensioni interne alimentate dalle accuse di Cimminelli: per evitare il ko definitivo resta pochissimo tempo fallimento») si fa sempre più concreta. E il patron s'incavola accusando chi - assicura lui - in estate gli aveva giurato che questo Toro avrebbe fatto meglio dell'anno scorso. Il bersaglio è chiaro: Mazzola e Camolese. I quali, a quanto ci risulta, sono di parere esattamente opposto (sarebbe stato il Cimmi a non scucire il grano per i necessari rinforzi) ma hanno scelta, per il momento, di tacere. Intanto, comprensibilmente, i rapporti intemi peggiorano. IL MERCATO. Ultimi 4 giorni utili. Oggi si unisce al gruppo Francesco Statuto, 32 anni a luglio, rimasto a piedi dopo la fine del contratto col Piacenza. Vista l'emergenza a centrocampo, verrà utile anche lui. Ieri Mazzola ha lavorato per il futuro (a giugno arriverà Simone Rizzato, 21 enne centrocampista di sinistra del Pesaro di CI; nelle Marche vanno subito in prestito i «Primavera» Fedi e Soncin), ma per il presente non ha ricevuto le risposte che aspettava. Tutto rinviato a oggi, se va bene, nelle storie infinite per Marchionni e Innocenti. E, sull'esterno del Parma, obiettivo principale del Toro, pare che Piacenza e Lazio siano messe meglio.