Il rapporto all'Onu «Saddam collabora ma solo nella forma» di M. Mo.

Il rapporto all'Onu «Saddam collabora ma solo nella forma» UNA RELAZIONE PIÙ' DURA DEL PREVISTO Il rapporto all'Onu «Saddam collabora ma solo nella forma» Restano interrogativi sul gas nervino, l'antrace, le testate chimiche e i missili. Quasi un'assoluzione sul nucleare. Occorrerà altro tempo dal corrispondente a NEW YORK «L'Iraq non ha accettato il disarmo richiesto in maniera genuina». E' questo il giudizio di Hans Blix, capo degli ispettori Onu, maturato al termine di due mesi di controlli all'interno dell'Iraq. Il testo letto in meno di 30 minuti di fronte ai quindici ambasciatori del Consiglio di Sicurezza dà atto a Baghdad di aver «collaborato piuttosto bene» consentendo l'accesso illimitato a quasi trecento siti sospetti, ma «nella sostanza» le raccomandazioni della risoluzione 1441 sono state largamente disattese. La principale obiezione rivolta all'Iraq è quella di aver consegnato il 7 dicembre scorso una «dichiarazione sulle armi» che se dà un Iato «ripresenta materiali già noti» dall'altra non risponde all'interrogativo sulla sorte del gas nervino, di 8500 litri di antrace e di 6500 bombe chimiche risalenti a prima della guerra del Golfo del 1991. Si tratta di armi di distruzione di massa di cui l'Onu lamentò la scomparsa già nel rapporto del 1999. «In assenza di prove sulla loro distruzione dobbiamo presumere che queste armi mancano all'appello», dice Blix, sollevando il sospetto che le testate chimiche vuote da 122 millimetri trovate casualmente a Sud-Est di Baghdad siano «la punta di un iceberg». Altri due ritrovamenti contribuiscono ai sospetti degli ispettori: «Tremila pagine sull'arricchimento dell'uranio rinvenute nella casa di uno scienziato» e «un documento dell'aviazione militare in cui si parla di seimila razzi chimici» incluso all'interno della dichiarazione del 7 dicembre. - Per quanto riguarda i missili, Blix afferma che gli ispettori hanno trovato l'Iraq in violazione delle riso-' luzioni post-1991 nelle quali gli si consentiva soltanto il possesso di vettori con gittata massima di 150 chilometri: «A disposizione delle forze armate vi sono oggi l'Ai Samud II e l'Ai Fatam, già sottoposti a test per gittate di 183 km e 161 km» grazie a particolari poligoni balistici che lasciano sospettare la volontà di raggiungere «potenzialità di raggio ben maggiore». In particolare sono state trovate prove dell'acquisto da parte dell' Iraq - fino allo scorso dicembre 2002 - di trecento motori per missili AI Samud, fatto che lascia supporre l'esistenza di numerosi vettori. Nel complesso dunque la pagella di Hans Blix per Saddam Hussein è negativa: «Ha collaborato sull'accesso ai siti ma non nella sostanza», non c'è stato dunque quel «contributo volontario al disarmo che il'Sud Africa diede alla comunità internazionale» nel 1989 quando si liberò dell'intero arsenale di armi di distruzione di massa. E ancora: «Restano senza risposte tre domande, quante armi anteriori al 1991 sono ancora esistenti, quante ne sono state prodotte dopo il 1991 e come fare ad assicurarsi che non ne vengano prodotte più». Nonostante le continue dichiarazioni di collaborazione da parte dell'Iraq, Blix descrive l'esistenza di diffi- Test del motore di un missile, ieri mattina nella base militare irachena di Falluja, alla presenza degli ispettori delle Nazioni Unite colta: il no opposto all'uso degli aerei spia U2 che gli ispettori già utilizzarono negli Anni-Novanta, il tentati-vo.di ostacolare l'uso degli elicotteri Onu facendoli seguire-da ^elicotteri; iracheni e, sòpirattùtto, «incìdenti e maltrattamenti nei confronti degli ispettori». Con questa espressione Blix ha voluto denunciare la campagna da parte di portavoce e di mezzi di informazione governativi iracheni sul fatto che gli ispettori sarebbero delle «spie straniere». «Vi sono state manifestazioni e prote¬ ste pubbliche contro di noi in un Paese dove ciò non avviene senza il consenso delle autorità - ha detto Blix - in una occasione ci hanno accusato di aver mancato di •rispetto a^ una mogchea nonostante'avessimo mostrato ogni attenzione per il luogo di culto, ricevendo un'accoglienza cordiale dalle autorità competenti». «Il governo di Baghdad sa molto bene che gli ispettori non sono uomini dell'intelligence - ha lamentato il capo della missione - e non deve affermare il contrario». Meno dura nei confronti di Baghdad è stata la relazione del direttore dellAgenzia internazionale per l'energìa atomica, Mohammed el-Baradei che dopo aver riepilogato i minuziosi controlli svolti ha affermato di «non aver trovato alcuna prova che l'Iraq ha riattivato il programma nucleare degli Anni Novanta», sebbene il ritrovamento di «tubi d'alluminio a doppio uso» di cui parlò per primo il vicepresidente americano Dick Cheney «costituisce una violazione della risoluzione 687». Blix ha lasciato al Consiglio dì Sicurezza la decisione se dare più tempo alle ispezioni limitandosi a dire di «sentire l'urgenza di terminare il lavoro in un arco di tempo ragionevole», El Baradei invece ha chiesto apertamente una proroga: «Il nostro lavoro è ancora in corso» e «ha bisogno di tutto il tempo necessario per essere terminato», valutato in «alcuni mesi». «Le ispezioni prendono tempo - ha concluso Mohammed el-Baradei - ma possono aiutare a evitare la guerra». [m. mo.]