Cade il Milan a Udine Vola in alto la Juve di Alex-Pinturicchio di Roberto Beccantini
Cade il Milan a Udine Vola in alto la Juve di Alex-Pinturicchio CON IL PIACENZA DEL PIERO DEDICA UN GOL SPECIALE ALL'AVVOCATO Cade il Milan a Udine Vola in alto la Juve di Alex-Pinturicchio Al Delle Alpi raddoppia Nedved, bianconeri a un passo dalla vetta dove torna a insediarsi l'Inter grazie alla tripletta di Vieri all'Empoli Roberto Beccantini DOPO l'Inter a San Siro, il Milan al Friuli: l'Udinese sorvola i conflitti d'interesse e affonda anche la corazzata di Ancelotti ( 1 -0). È un «siluro» che ridisegna la vetta: l'Inter (3-0 all'Empoli) aggancia i «cugini», la Juventus (2-0 al Piacenza) scavalca la Lazio, sconfitta all'Olimpico dalla Reggina (0-1 ), e si porta a un punto dalle milanesi. Grande Udinese. Alimentata da un martellante pressing, soverchia i piedi buoni del Milan, Rivaldo (un fantasma) e Pirlo sostituiti, Rui Costa ornamentale. Risolve un rigore, il primo «contro» nell'arco della stagione, causato da una mano di Maldini e firmato dal migliore in campo, Pizarro. L'espulsione di Sensini (fiscale) regala mezza partita al Milan, ma è proprio nella ripresa che la capolista delude, povera com'è di fantasia e di efficacia in zona tiro, palla avanti e pedalare. Inzaghi single, Inzaghi più Shevchenko: il prodotto non cambia. Udine era terra di conquista, soprattutto per il Diavolo: Spalletti l'ha trasformata in un fortino. La rigogliosa classifica non è certo frutto del caso. In compenso, il Milan da trasferta conferma di soffrire gli avversari che lo prendono per il collo. Inter e Juventus onorano il pronostico, al k.o. della Roma segue la frittata della Lazio. Per la capitale, l'anno nuovo non poteva cominciare sotto auspici più foschi: Roma, tre sconfitte su tre; Lazio, una vittoria appena. A San Siro, il debutto di Batistuta stimola l'appetito di Vieri: tre gol, il quarto annullato, una traversa. Tre gol facili facili, d'accordo, ma sul primo c'è lo «zampone» dell'ex romanista e poi, come diceva quel tale, tutto fa brodo, specialmente se si è reduci dal mal di pancia di Perugia. L'Empoli resiste un tempo. Stuzzica i rivali, ne subisce le vibranti folate. Batistuta e Vieri si annusano con la smania degli studenti costretti dagli eventi a buttarsi su libri di testo che non figuravano in elenco. Sedici gol, Vieri. L'Inter gli deve molto. Viceversa, Rodomonti dovrebbe almeno un'ammonizione a Vannucchi, che sperona Almeyda, fratturandogli il perone destro. Niente. Alla faccia dell'uniformità di giudizio. Dellas impallinato senza pietà, Vannucchi graziato: Bergamo S- Pairetto sono pregati di ripassare il regolamento: e, soprattutto, di farlo ripassare a chi di dovere. La Juve dedica il successo a Giovanni Agnelli. Il Piacenza si scioglie in fretta e al 38' resta addirittura in dieci (espulso Rinaldi): non c'è partita. Al bottino provvedono Del Piero e Nedved. Splendida la pennellata di Pinturicchio: un gesto che richiama alla memoria il prodigio balistico con cui aveva suggellato - nel dicembre 1994 - la strepitosa rimonta a spese della Fiorentina, da 0-2 a 3-2. Nel tabellino non troverete Trezeguet. Calma. Da quando è rientrato (Perugia), la Juve ha cambiato marcia: quattro partite, quattro successi, 12 reti fatte, I subita. Le sbandate di coppa non hanno lasciato ruggini. Il calendario, propizio, ne ha rilanciato le golose ambizioni. Sarà il ritorno della Champions League, a metà febbraio, a fornire l'ultimo, insindacabile, giudizio. Non perdeva da sedici turni, la Lazio: dalla «prima» casalinga con il Chievo. Le è fatale il mercato invernale della Reggina: decide Bonazzoli, appena prelevato dal Parma. Il traliccio che mancava all'impianto di De Canio. Il verdetto, limpido, conferma l'allarmante flessione della Lazio. Il 15 dicembre rimontava la Juve a Torino: da allora, 1-1 con il Bologna, 0-0 a Brescia, 2-1 tribolato con l'Udinese, 0-1 con la Reggina. Guai a trascurare le assenze di Cesar, Corradi e Mihajlovic. Resta il problema di un rendimento casalingo sempre più fragile: 14 punti contro 22. A spazi intasati, il mordi e fuggi di Mancini non decolla. L'anno scorso, la Roma era prima e aveva 39 punti, sedici in più. Il Como, da parte sua, non aveva mai vinto. Sul neutro di Piacenza si proietta un film già visto e stravisto: Totti S- e. offrono a Brunner una serata alla Zamora, Treossi deraglia (rosso eccessivo a Dellas, rigore sfilato), la difesa crolla. La Roma ha smarrito l'occhio di tigre. Anche perché continuano ad abbassarle le palpebre. Rossoneri ir i serata no: non riescono a rimontare la rete su rigore di Pizarro contro i friulani in dieci Weekend amaro per le romane: dopo il crollo della squadra di Capello, perde in casa la Lazio di Mancini Del Piero, un gol capolavoro festeggiato senza esultare, con Nedved che dopo II raddoppio indica il cielo: lassù c'è l'Avvocato
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