Imboscata per uccidere i carabinieri di Vincenzo Tessandori

Imboscata per uccidere i carabinieri TRE KILLER ATTACCANO UNA JEEP. IL SINDACO: «NON E PIÙ UN'INTIMIDAZIONE» Imboscata per uccidere i carabinieri Aggressori sparano nei centro di Lula, i militari riescono a fuggire Vincenzo Tessandori LUIA (Nuoro) Un agguato è sempre un agguato e per differenti che possano casere le motivazioni che lo ispirano, rimane innanzi tutto un atto criminale, venato di ferocia, colorato di un colore opaco. E non tradisce questa regola il tentativo dell'altra notte a Lula, nella Barbagia dove qualcuno ha sparato contro una pattuglia dei carabinieri, forse a scopo dimostrativo, assai più facilmente per uccidere. Nessuna vittima, nessun ferito, ma più che dalla scelta generosa degli attentatori questo dettaglio nient'affatto collaterale par dipendere dal puro caso. Le 2,50, il paese è deserto e silenzioso, due carabinieri compiono su una Land Rover un lento giro di pattuglia. Decidono di fermarsi in piazza Loreto, che è in centro. Ma appena il fuoristrada si arresta, da una via laterale sbucano in tre, volti nascosti da passamontagna, fucile e pistola in pugno: due si piazzano ai lati, il terzo dietro all'auto. E fanno fuoco. La Land ha parabrezza antiproiettile e grate metalliche sul lunotto e sui vetri posteriori. Alla prima fiammata i due militari si gettano sotto ai sedili, due proiettili bucano la grata, mandano in frantumi il cristallo posteriore e forano il parabrezza. Dopo la prima scarica gli attentatori sembrano indecisi: l'oscurità nasconde le sagome dei loro bersagli e il carabiniere alla guida intuisce che questa è un'occasione forse irripetibile. Mette in moto e riparte, destinazzione l'ingresso del paese, dov'è la caserma. Non è stata una notte di normale barbarie, anche se in questo paese il viver civile richiede un prezzo molto elevato, e il sindaco lo hanno eletto soltanto nel maggio scorso, dopo un' attesa di dieci anni. Una cosa «assolutamente fuori dal normale», sostiene Maddalena Calia, 45 anni, avvocato civilista, quel giorno di primavera eletto in una lista unica di Foza Italia. «Sparare ad altezza d'uomo, cioè fatto per fare proprio del male ai carabinieri, a questi ragazzi, non è consuetudine. Perché prima si facevano gli attentati alla caserma, quindi alle cose, non alle persone. Questo è l'aspetto grave, inquietante e preoccupa che si sia solle vate il tiro». Che cosa significa un attentato di questo tipo? «Per capire aspettiamo il risultato delle indagini perché ci sono diverse chiavi di lettura». Ma che cosa vuol dire «diverse chiavi»? «Che potrebbe essere una questione legata ad attività di indagine, di investigazione dell'Ar¬ ma dei carabinieri; oppure una cosa di tipo politico legata al disegno complessivo eversivo che si sta attuando in Sardegna. Anche se fosse in qualche modo un attentato di tipo politico, forse ci sarebbe stata una rivendicazione: siccome non c'è stata, si può anche pensare ad un fatto di pura criminalità». Nel caso sarebbe avvenuto un salto di qualità? «Certo, sì. Da quando sono sindaco è il primo fatto di una certa gravità. Certo, quando si rientn, e si vuole rientrare, nella normalità, la presenza delle forze dell'ordine aiuta al ripristino della nonmalità. Perché non è semplice accettare le regole in situazioni di questo tipo: e, quindi, la gente si infastidisce. "Questa gente", non la gente di Lula, che è molto seccata. Hanno detto: "Li abbiamo coperti per dieci anni, ora basta". Nella mattinata mi hanno telefonato tanti cittadini di Lula: quindi, devo dare atto che questa gente vuole ribellarsi, vuole uscire e vuole emaiginare i criminali». Ma lei ha un'idea di chi possano essere? «Posso anche averla. Però ne corre da qui ad individuare le persone autori del fatto: sinceramente magari lo sapessi, sarebbe tutto più tranquillo. Ora verranno aumentati i controlli e questo, per certi versi, mi preoccupa, e anche mi rassicura. Perché "questa gente" non deve avere vita facile». Possibile contesto terroristico, in Sardegna? «Se una matrice politica c'è, potrebbe, dico potrebbe, ricondursi eventualmente anche a questo filone. In ogni modo, se esiste il tentativo, esso è importato, c'è qualcuno che vuole cavalcare determinate frange di malcontento della popolazione. Ma è gente che viene da fuori, la Sardegna non è terra di terroristi, il sardo è un individualista, quindi pensa esclusivamente perse». Chissà se pensavano per sé, o per coloro che li hanno mandati, quelli che hanno fatto fuoco nelle tenebre. «Non avranno pace finché non li troveremo, non molleremo la presa, non ci sarà tregua fino al loro arresto». Parola di Giuseppe Meglio, comandante regionale dell'Arma. Senza tregua perché un agguato è sempre un agguato.

Persone citate: Giuseppe Meglio, Land, Maddalena Calia

Luoghi citati: Foza Italia, Lula, Nuoro, Sardegna