L'EROE DI STRAUSS SECONDO LAZAREV

L'EROE DI STRAUSS SECONDO LAZAREV SERATA PARTICOLARE AL LINGOTTO PER LA STAGIONE SINFONICARAI Paolo Gallarati Serata particolare, al Lingotto, per la Stagione Sinfonica della Rai, grazie al direttore Aleksandr Lazarev che ha guidato l'Orchestra in una sontuosa esecuzione di «Una vita d'eroe», capolavoro di Richard Strauss, fiume di musica splendida incanalato entro una forma che raffigura l'itinerario di un'esistenza eccezionale: l'eroe che attraverso i suoi amori, le battaglie, la lotta contro i nemici, elargisce al mondo le sue opere di pace e infine lo lascia in un sontuoso, appagato commiato. I tre quarti d'ora riempiti di questa musica sono un'esperienza vitale; quando si esce, nell'umido della notte, si conserva un calore protettivo, invasi dall'impressione di quei suoni dorati, sempre pieni e fecondi, purché l'esecuzione abbia L'EROE DI STRAUSS SECONDO LAZAREV saputo renderli tali. Ed è proprio quello che è accaduto sotto l'impulso di Aleksandr Lazarev che ha guidato un'orchestra in gran forma, impreziosita dall'esibizione del primo violino, Alessandro Milani, che in «Una vita d'eroe» rappresenta la donna, cioè la moglie del compositore, Pauline de Ahna, signora quanto mai vivace e brillante, come mostra quell'archetto che balza, saltella, scivola in una miriade di note capricciose e snelle, mentre l'eroe, con la voce della grande orchestra, l'accoglie nel suo abbraccio. Ma non era solo il primo violino a uscire autorevolmente in primo piano: c'erano i flauti, i corni, il corno inglese, con la sua voce nasale e malinconica, che chiazzano la partitura in passaggi dal colorito inconfondibile, dosato magistralmente da Lazarev che ha teso l'arco della grande partitura con energia e poesia. Nella prima parte, l'eccellente baritono Sergei Leiferkus, aveva cantato un altro capolavoro, i «Canti e danze della morte» di Modest Musorgskij, quattro liriche orchestrate da Rimskij dove la morte giunge, s'avvicina, ci fissa negli occhi in un clima sospeso, come stregato: e l'esecuzione vocale e strumentale pulsava in strani bagliori. Splendido, e tanto più, dopo il modesto «Wingless» per grande orchestra, brano di sussurri alternati a strepiti composto da Giya Kancheli, un russo esperto di musica da film; e si sente.

Persone citate: Aleksandr Lazarev, Alessandro Milani, Kancheli, Lazarev, Modest Musorgskij, Paolo Gallarati, Richard Strauss, Sergei Leiferkus