Lippi alla Juve «Glochiamo per l'Avvocato» di Marco Ansaldo

Lippi alla Juve «Glochiamo per l'Avvocato» Lippi alla Juve «Glochiamo per l'Avvocato» «La lezione degli Agnelli è che la vita deve continuare Per riprendersi bisogna gettarsi nel lavoro e farlo nel modo migliore: nessuno da noi lo dimentica» Marco Ansaldo TORINO All'Avvocato non piaceva lo stadio «Delle Alpi» anche se è probabile che, dopo la ristrutturazione che ne farà la Juve, prenderà il suo nome. «Mi sembra giusto intitolarlo a lui», osserva Lippi in linea con la quasi totalità dei tifosi, anche se per ragioni commerciali c'è chi spinge per una sponsorizzazione ben pagata del futuro impianto. Così com'è il «Delle Alpi» gli pareva troppo freddo e asettico perchè si vedesse il calcio che amava lui, ammesso che si potesse entusiasmare per il gioco così povero di talento e di estetica che si vede di questi tempi. Giovanni Agnelli frequentò poco lo stadio costruito per i Mondiali, negli ultimi anni preferiva le partite in tv, che spesso guardava al fianco di Giampiero Boniperti e del nipote John Elkann. Non aveva un posto fìsso, l'Avvocato: ne sceglieva uno nella zona ristretta che la Juventus riserva in tribuna d'onore alla famiglia Agnelli e ai suoi ospiti e oggi, su una di quelle poltroncine, qualcuno poserà un cuscino di fiori. E' inevitabile che non sia una domenica qualunque, per la Juve. Altre volte i bianconeri hanno portato il lutto, e una fu quando morì Umberto di Savoia e fu proprio Giovanni Agnelli a imporre di giocare con quella fascia nera al braccio. Questa però è un'altra storia. C'era un rapporto ancora stretto tra la squadra e l'Avvocato, sebbene lo si vedesse meno che negli anni Ottanta, quando il piacere di incontrare Platini e Boniek, Scirea e Zoff lo portava spesso a seguire gli allenamenti al «Combi». I giocatori sapevano, perchè ne avevano avuto la prova, che nei momenti più difficili se lo sarebbero trovati vicino, come quando Davids scivolò sulle provette al nandrolone e Giovanni Agnelli continuò a difenderlo. L'olandese gli piaceva molto benché uscisse dai suoi canoni di stile. «Davids è il solo fighter che conosco nella Juventus, è straordinario», disse a un gruppo di ultras. I NUMERI DELLA DOMENICA Udinese mai sconfitta in casa, nessun rigore contro Lazio e Milan Prima giornata di ritorno: dal 1989 (tornei a 18 squadre) la Juve ha vinto 9 volte dopo il giro di boa. Precede Roma (8) e Inter (7) Successo del Milan nelle ultime 4 trasferte a Udine (sempre a segno Shevchenko) In calo gli espulsi: sono 40, contro i 65 della passata stagione. Record negativo per la Roma (6 cartellini rossi) e positivo per l'Empoli (zero) Successo del Milan nelle ultime 4 trasferte a Udine (sempre a segno Shevchenko) Record di panchine per Mazzone, 64 anni, il più anziano tecnico in attività. Lo precedono Rocco (787) e Trapattoni (che oggi sarà raggiunto a quota 689). Ha allenato per 25 stagioni in A (come Rocco), 6 in B e 4 in C. Dieci le squadre che ha guidato (cominciò con l'Ascoli nel '68). Miglior piazzamento; 30 con la Fiorentina nel 1977 i «Fighters» appunto, in cui si imbattè per caso nell'atrio de «La Stampa». I ricordi si affollano e non scompariranno nel pomeriggio che si aprirà con il minuto di silenzio in omaggio all'Avvocato. Fuori dalla retorica presenzialista che ha colorato molte cronache delle ore scorse, la Juve dovrà confrontarsi an- Giovanni Agnelli con Lippi durante un allenamento della Juventus: i bianconeri oggi contro il Piacenza giocheranno con il lutto al braccio e sulla poltrona della tribuna che occupava l'Avvocato verrà deposto un cuscino di fiori che con questo clima speciale, oltre che con il Piacenza. «Mi piacerebbe che giocassimo una partita spettacolare e divertente, perchè sapremmo a chi dedicare la vittoria», dice Lippi. «Noi abbiamo imparato da questa famiglia, che purtroppo ha vissuto parecchie situazioni sfortunate e negative, cos'è la grande forza che aiuta versino a mascherare il dolore. La ezione degli Agnelli è che la vita continua e che per riprendersi bisogna gettarsi nel lavoro». Se l'idea è di celebrare la prima domenica della Juve senza il suo primo tifoso, giocando la partita come sarebbe piaciuto a lui, ci aspettiamo la replica del match di Verona e non l'infelice esibizione di giovedì sera in Coppa Italia: non è un caso che Lippi accantoni tutti i protagonisti della sconfitta di Perugia e riproponga la formazione che ha schiantato il Chievo. «L'eliminazione dalla Coppa mi è dispiaciuta ma è un discorso già chiuso - spiega il tecnico bianconero -. Il mio progetto ora è di arrivare al 19 febbraio, quando riprenderà la Champions League, con un gruppo mollo allargato e in forma, in modo che si possa affrontare una partita ogni tre giorni con forze fresche: perciò faremo in modo di alternarci e dare spazio a chi deve recuperare la conciizione, come Tudor, che viene da un anno di sosta ed è normale non vederlo al top». Resterà a riposo chi ha giocato mollo e bene nella prima parte della stagione, ad esempio Tacchinardi, e si darà spazio a chi, come Conte, è rimasto bloccato a lungo dagli infortuni. Slesso discorso per Trezeguel. Anche se l'esibizione dei rincalzi in Coppa Italia suggerisce di non esagerare con gli stravolgimenti: tra le prime e le seconde linee c'è una bella differenza e la Juve, in campionato, non può permettersi passi falsi. Le condoglianze di Del Piero a Umberto Agnelli ieri al Lingotto

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