Il dolore per la morte di Giovanni Agnelli di Gianfranco Quaglia

Il dolore per la morte di Giovanni Agnelli PROFONDO CORDOGLIO DEL MONDO POLITICO ED ECONOMICO PROVINCIALE CHE RICORDA L'UOMO ATTENTO A INDUSTRIA, TERRITORIO, INFORMAZIONE E SPORT Il dolore per la morte di Giovanni Agnelli Scalfaro: un punto di equilibrio. Lombardini: grande anticipatore Gianfranco Quaglia NOVARA Chi l'ha conosciuto e gli ha parlato, chi ha lavorato con lui. 0 chi, semplicemente, lo ha ascoltato, visto in tv, letto sui giornali per anni. Tutti, accomunati nel lutto per la morte dell'Avvocato, che era anche presidente dell'editrice «La Stampa». 1 novaresi l'hanno appreso ieri mattina dai notiziari radiofonici. Tra i primi a essere informati Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, in questi giorni a Novara. E il suo ricordo è andato subito all'«uomo che ha occupato largamente pagine intere della storia d'Italia e del mondo imprenditoriale». Ai giorni del suo settennato al Colle, quando incontrò Giovanni Agnelli al Quirinale. «Erano momenti tra i più difficili e drammatici per l'Italia, sembrava che la situazione potesse precipitare da un momento all'altro. Io gli dissi: "Lei assumerebbe il peso di un governo nella sua posizione? E lui rispose consapevolmente: "Mai, perchè la responsabilità che ho nel mondo industriale ed economico non mi metterebbero in condizioni di poterlo fare». Scalfaro aggiunge; «Inuna valutazione globale e complesiva ha occupato degnamente un posto di rilievo. Nessuno è infallibile ma non si può negare che ha sempre rapprespntato un punto di equilibrio,- Non ricordo momenti che avessero punte estremistiche anche nelle situazioni più acute, aveva il senso della responsabilità e della dignità nazionale in tutto il mondo. Sono stato vicino a lui e alla sua sposa nei momenti di acuta sofferenza familiare. La sofferenza è la legge forte dela democrazia perchè rende tutti uguali». Giuseppe Vegas, sottosegretario all'Economia: «Ci incontravamo qualche volta in Senato. E' una grave perdita per l'Italia. Agnelli rappresentava la sua massima espressione, con lui scompare una certa immagine del nostro paese». Siro Lombardini, presidente della Banca Popolare di Novara: «Ho avuto in varie occasioni contatti e scambi di opinioni. Sono rattristato per la perdita di un grande industriale che ha portato la Fiat ad anticipare l'impresa italiana. Questa prerdita avviene in un momento difficile. Il rammarico è particolarmente vivo e sono molto vicino al senatore Umberto e a tutta la sua famiglia». Maurizio Pagani, presidente della Provincia ed ex ministro Robperla mindu delle Poste: «Ho avuto occasioni di brevi incontri durante la mia attività di governo. Era un principe rinascimentale, un uomo dotato di grandi visioni che accompagnava con un gradne stile». Mario Galli, presidente Camera di Commercio di Novara e degli artigiani del Piemonte: «Un uomo che ha dato lavoro per tanti anni a centinaia di migliaia di persone. Il Piemonte e Torino devono moltissimo a lui. Vorrei ricordare un episodio personale: alcuni anni fa mi trovavo a Varsava per lavoro e un mattino entrai in un bar, ordinai qualcosa e subito un polacco mi festeggiò così: "italiano. Fiat, Torino, lo , ema Agnelli". Mi fece sentire a casa». Gianfredo Comazzi, presidente dell'Associazione Industriali e membro della giunta Confindustria: «Lo conobbi alcuni anni fa in occasione della mia nomina a presidente di Federexport. Subito mi colpì la sua grande capacità di essere imprenditore, l'attenzione e il rispetto nei confronti della controparte sindacale. Negli Anni '30 era stato mandato negli Usa e da allora si era guadagnato quei rapporti di stima che in questo momento mancano. Ultimamente, malgrado fosse malato, io credo che abbia seguito le vicende della Fiat. E' un uomo che ha rappresentato degnamente l'Italia e malgrado gli impegni trovava sempre il modo di mantenere una forte dimensione umana: Palazzo Grassi è un'intuizione sua, nel momento in cui il fenomeno dell'attenzione per la cultura non era ancora così diffuso come oggi. Dava del tu a Rockfeller e Kissinger. Ma è inutile ricordare l'imprenditore senza parlare dell'uomo: ebbene lui è stato provato in modo incredibile dalla vita. E' stato fedele alla famiglia e attento alle esigenze di tutti. Mi hanno sempre colpito positivamente anche la competenza e il pragmatismo che seppe dimostrare all'interno del mondo dello sport. Vorrei sottolineare un altro aspetto: ricordo che aveva una certa fedeltà a essere presente nella Giunta di Confindustria dimostrando che pur essendo un grande sapeva mantenere il senso dell'associazionismo». Renato Pisani, prefetto di Novara, è stato vicario a Torino alcuni anni fa: «Un grande personaggio che appartiene alla storia del nostro paese. E' una grave perdita. L'ho incontrai una volta nell'ufficio del prefetto Stelo a Torino, poi un paio di volte a teatro». Il sindaco di Novara Massimo Giordano: «Un lutto che colpisce tutto il pase, è una personalità di altissimo profilo e ilivello che ha dato prestigio all'Italia nel mondo. Un peccato che la sua fine si arrivata in un momento particolarmente difficile per la Fiat. L'augurio è che chi gli succederà possa incontrare la fortuna che lui ha incontrato nella sua vita». Roberto Cota, presidente del Consiglio regionale: «E' stato un simbolo per l'industria dell'auto e per la città di Torino. Oggi non è il momento dei giudizio ma quello della riflessione. Mi auguro che gli ultimi suoi sforzi per salvare la Fiat vadalo a buon fine. Il presidente dèlia Fiat è stata la maggior figura della nostra industria». Oscar Luigi Scalfaro, ex presidente della Repubblica, e Siro Lombardini Giuseppe Vegas, sottosegretario all'Economia, e Maurizio Pagani Gianf redo Comazzi (Industriali) e Roberto Cola, presidente del Consiglio regionale Roberto Gota: è stato un simbolo per l'auto e per la città di Torino, la maggiore figura della nostra industria e propulsore di un sistema