Diocesi, continua la crisi delle vocazioni
Diocesi, continua la crisi delle vocazioni «LA CITTA' NON HA ANCORA SUPERATO LO CHOC POST-INDUSTRIALE, GENOVA LO HA FATTO MEGLIO». UNA BATTUTA SUL CASO GARLENDA Diocesi, continua la crisi delle vocazioni Vlonsignor Calcagno parla del suo primo anno a Savona Paride Pasquino SAVONA Crisi delle vocazioni, ima nuova regolamentazione delle Messe, una città che non ha ancora superato lo choc post-industriale. Monsignor Domenico Calcagno parla del suo primo anno a Savona. Il vescovo va a ruota libera: dallo scandalo della Caritas al fondo di solidarietà ecclesiale, dal freddo delle stanze del Vescovado alle battute sul parroco di Garlenda, che è di un'altra diocesi ma è pur sempre di estrema attualità. E pensare che un anno fa l'avventura di Mons. Calcagno a Savona era cominciata più o meno così. Economo della Gei a Roma, legge la posta elettronica e trova ima e-mail di un parroco savonese: «Si parla della sua nomina a Savona, se è vero che "vox populi" equivale a "vox dei" non so se farle le mie congratulazioni o le mie condoglianze». «In realtà pensavo di trovare una situazione peggiore di quella con cui ho dovuto confrontarmi - dice il vescovo Calcagno -. Ho trovato grande apertura, cordialità non solo nel clero e tanta gente nelle istituzioni disposta a lavorare per il bene della comunità. Ci sono state anche tante cose da sistemare e problemi che si trascinavano da decenni». Uno dei problemi aperti è quello della crisi delle vocazioni. Il seminario è poco frequentato, la successione dei circa 80 preti in servizio nella diocesi è difficile. Si pensa anche a una riduzione delle Messe o a concentrarle nelle chiese più rappresentative. «Manca la materia prima - dice il vescovo - e questo vale anche per le suore che sono circa 500 a Savona ma moltissime sono anziane e malate. E' un problema dovuto anche alle nuove tipologie familiari. Pochi figli, poche vocazioni. Quanto alle Messe, oggi è più facile spostarsi per andare in chiesa ma è vero che la parrocchia deve mantenere il proprio ruolo di centro della comunità». Un pensiero per Savona. «Si sta bene ma è una città che non ha superato lo choc post-industriale. Genova ha saputo farlo meglio, ma forse si è anche accaparrata più quattrini. Ma che a Savona non ci sia ancora un passo forte verso la ripresa è innegabile». Infine una battuta sul caso di Garlenda, del parroco contestato che rifiuta di lasciare la chiesa nonostante l'invito del vescovo di Albenga. Da Mons. Calgagno nessun consiglio al «collega» Oliveri, ma da esperto di economia sostiene: «Dipendesse da me comincerei a escluderlo dalla quota di sostentamento del clero». Monsignor Domenico Calcagno fa un bilancio del suo primo anno a Savona
Persone citate: Calcagno, Domenico Calcagno, Manca, Oliveri, Paride Pasquino
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