«Facevo le sue auto», «lo le vendo» di Sergio Miravalle

«Facevo le sue auto», «lo le vendo» «Facevo le sue auto», «lo le vendo» Pensieri intrecciati di due vite con la Fiat nell'era dell'Avvocato Sergio Miravalle Tazio Piubelli e Lorenzo Nisoli forse non si conoscono. Ma ieri nel giorno della morte di Giovanni Agnelli entrambi hanno ripercorso, con la memoria, la loro vita passata in Casa Fiat, nell'era dell'Avvocato. Tazio, 70 anni, veronese doc, astigiano d'adozione, mostra con orgoglio alla parete della sua concessionaria, in corso Alessandria, la foto che lo ritrae sorridente con Gianni Agnelli. «Era ili 966, me lo ricordo come se fosse ora. Era tra i venti migliori venditori dell'anno tra i dipendenti delle filiali. Allora ero a Verona e avevo piazzato da solo circa 450 auto. Era uscita la 850, eravamo in concorrenza con la Simca Mille e la NSU Prinz. Il cliente andava seguito passo passo, convinto, coccolato. Da allora non ho più smesso». Dopo un avvio nel settore agricolo «quanti trattori Fiat ho venduto sulle colline del Monferrato, ce ne sono che girano ancora adesso», Piubelli nel 1969 si mise in proprio e aprì una concessionaria, naturalmente Fiat: prima a Moncalvo, poi dieci anni dopo ad Asti. Ora il gruppo, che conduce con i figli, vende Fiat e Lancia. «Quella foto con Agnelli per me è un simbolo. Mi strinse la mano, consegnandomi la medaglia d'oro e poi disse a noi premiati, "diteci che auto dobbiamo fare per vendere ancora megho le nostre Fiat"». Lorenzo Nisoli, pochi anni dopo entrò alla scuola allievi della casa automobilistica a Torino. Aveva 23 armi e il primo giugno 1971 fu assunta al Lingotto, reparto «Esperienze», squadra «tracciatori». «Non mi sono più mosso. Negli anni sono diventato il responsabile di altri 27 operai. Ho sempre lavorato sui prototipi, creavamo i modelli in legno e lamiera partendo dal disegno dei progettisti». Nisoli ora iscritto alla Cgù, partecipava agli scioperi. Ad Asti fu tra i fondatori del «Magopovero-Collettivo Gramsci». «Nei cortei urlavamo gli slogan contro la politica degli Agnelh, ma debbo dire che tutti in fabbrica erano consapevoli che la presenza dell'Avvocato era fondamentale. Lui era un punto ferma, dava un senso di appartenenza». Nisoli, dopo 30 anni in Fiat, pendolare quotidiano delle 6 e 20 da Asti, dal 2002 è in pensione: «Ricordo alcune sue visite al nostro reparto. Veniva a vedere i nuovi modelli. Chiedeva, si informava, era appassionato. Una sera arrivò a sbirciare la Punto, appena abbozzata. Non sembrava il padrone, ma un chente che stesse decidendo se acquistarla». Lorenzo Nisoli eTazio Piubelli Quella medaglia d'oro per i successi della 850 Da pendolare al reparto dei prototipi con visita serale a sbirciare la Punto

Luoghi citati: Asti, Moncalvo, Monferrato, Torino, Verona