Trapianto nell'occhio sano di Fulvio Milone
Trapianto nell'occhio sano DIECI ANNI FA UN ERRORE ANALOGO Trapianto nell'occhio sano Airospedale di Padova: «Rimedieremo» Fulvio Milone NAPOLI Ha il sapore di una tragica beffa il finale della storia di cui è stato protagonista un napoletano di trentasette anni, ufficiale dell'esercito residente in Veneto: colpito da una grave deformazione di una cornea, si è rivolto all' ospedale di Padova dove il chirurgo, però, è interventuto sull'occhio sbagliato. «Siamo spacenti dell'errore, se vuole . rimedieremo con un'altra operazione», gli hanno poi detto costernati i responsabili della struttura sanitaria. E' accaduto mercoledì scorso nella sala operatoria dell' unità di oftalmologia e malattie infiammatorie dell'occhio del policlinico veneto. L'uomo era ricoverato lì perchè affetto da cheratocono dell'occhio destro, una deformazione della cornea che provoca una menomazione progressiva della vista fino a portare alla cecità. Una patologia grave che poteva però essere risolta con il trapianto. Il paziente aveva deciso di ricoversarsi all'unità di oftalmologia di Padova, considerata all'avangardia per questo tipo di interventi considerati ormai di routine. Tutto sembrava filare liscio in sala operatoria. L'intervento, che dura una cinquantina di minuti e comporta pochi giorni di degenza, era a buon punto quando l'equipe chirurgica si è accorta che stava eseguente l'operazione sull'altro occhio, quello sinistro, colpito dalla stessa malattia ma solo in fase iniziale. Il lavoro dei chirurghi, però, era ormai ultimato, la cornea era già stata trapiantata. Il paziente è stato riportato nella sua stanza, e al suo risveglio è stalo messo al corrente dell'errore. Il compito di spiegare quanto era accaduto e naturalmente di scusarsi per l'equivoco è toccato al direttore generale dell'azienda ospedaliera, Adriano Cestrone. All'ammalato è stato assicurato il risarcimento dei danni fisici e di quelli relativi alla perdita di giorni di lavoro. Quindi, la proposta: «Se vuole la sottoponiamo subito a un altro intervento sull'occhio malato, che le consentirà di recuperare pienamente la vista». Ma il paziente, sconvolto e sotto shoc, ha preso del tempo prima di decidere se tornare o meno sotto i ferri. L'ospedale di Padova non è nuovo ad errori simili. Dieci anni fa, nella stessa clinica oculistica, un metronotte di quarantanni affetto da una grave forma di miopia fu operato dai chirurghi che sbagliarono occhio. L'episodio finì in un'aula di tribunale, e il Poloclinico pagò un risarcimento di 215 milioni. Oggi, ha ricordato Cestrone, le cose sono cambiate: «In questo ospedale è in funzione il Clinical risk management, una struttura che con protocolli e linee guida si occupa della gestione del rischio in azienda». Ma è evidente che il Clinical Risk, ha aggiunto Cestrone, «dovrà essere rivisto e potenziato». Ma che cosa è accaduto mercoledì nella sala chirurgica? Sulla lista operatoria era annotato che l'occhio su cui intervenire era quello destro. Eppure, quando sul volto del paziente è stato posto il telino per circoscrivere il campo operatorio, nessuno ha notato che il chirurgo si apprestava a lavorare sull'occhio sinistro. L'operazione era ormai alla fine quando un'infermiera si è accorta dell'errore. Troppo tardi: ormai il trapianto della cornea donata dalla Banca degli occhi di Mestre era già stato eseguito. In ospedale assicurano che il decorso post-operatorio dell'ufficiale dell'esercito è ottimo. Il paziente, però, dovrà attendere un anno per poter togliere i punti alla cornea trapiantata. Un altro errore In sala operatoria
Persone citate: Adriano Cestrone, Cestrone
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