«Riordino degli enti e meno costi Così sarà rivoluzionata la ricerca»

«Riordino degli enti e meno costi Così sarà rivoluzionata la ricerca» ILCONSIGLIO DEI MINISTRI AVVIA L'ESAME DEI DECRETI, DURE REAZIONI DEGLI SCIENZIATI «Riordino degli enti e meno costi Così sarà rivoluzionata la ricerca» .■'•'" ' ì Il ministro Moratti: «Vogliamo più fondi per il personale». Il presidente del Cnr Bianco «E: una occupazione militare da parte dei politici, il provvedimento è incostituzionale» ROMA Il Consiglio dei ministri ha avviato l'esame dei decreti di riforma degli enti di ricerca. Lo ha annunciato il ministro Letizia Moratti. Gli schemi dei decreti erano già stati presentati ieri alla comunità scientifica e alle rappresentanze sindacali. Gli enti pubblici di ricerca dovrebbero passare dagli attuali 19 a 10. Il ministro ha spiegato che «la rivisitazione degli enti, attraverso un riordino delle missioni e dei modelli organizzativi, consenitirà di rispondere meglio agli interessi dèi sistema Paese». Obiettivo, è costituire una «rete» 'di enti di ricerca, oltre ad una «riduzione dei costi amministrativi» per avere «maggiori risorse per. il personale». Il riordino riguarderà il Cnr, l'Inaf (Istituto Nazionale astrofisica) e l'Asi (Agenzia spaziale italiana). Questi enti ne accorperanno altri, le cui attività restano comuiique «ipalSétSI^fprtia anche le lóro ae^i.-: ; •' Lb;spèttro peri,apercatorrè il commissairiaménto del Cnr, un'ipotesi "di cui si parla ma Sulla quale non esistono confer'ine. «All'esame oggi ci sono i provvedimenti per il riordino aègl^enti di ricerca», ha affermato il ìninistro Moratti in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. «Altre decisioni - ha aggiunto - le vedremo successivamente». «Un minuto di silenzio con il quale ci opponiamo al silenzio che ci hanno imposto come comunità scientifica». Così una affollatissima assemblea di ricercatori, riuniti ieri a Roma al Consiglio nazionale delle ricerche, ha voluto sottolineare il momento in cui il Consiglio dei ministri sta decidendo la sorte futura degli enti di ricerca con nuovi decreti di riforma. Quello che lamentano i ricercatori è sia il taglio ai finanziamenti («tolte le spese fisse, ogni ricercatore Cnr potrà spendere nel 2003 solo 17 euro al giorno»), sia il fatto che la riforma venga calata dall'alto senza alcuna consultazione con i diretti interessati, Riforma, questa del ministro Moratti, che, secondo il presidente del Cnr, Lucio Bianco, occorre «bocciare del tutto in quanto è una presa manu militari degli enti da parte dei politici». Bianco ha anche sottolineato il fatto che i decreti presentano «elementi di incostituzionalità» quando non rispettano l'articolo 33 sull'autonomia della ricerca. Sulla ventilata possibilità che l'ente venga commissariato a breve scadenza. Bianco ha detto che prevede di «opporsi in quanto il provvedimento è illegittimo, mancando di motivazioni». ^ «Pieno sostegno» alla battaglia dei ricercatori è stato espresso da Piero Fassino, secondo cui c'è una «gravissima sottovalutazione da ' parte del Governo di come l'investimento' in questo campo sia positivo per il Paese». Sottolineando che la ricerca non può essere solo quella applicativa desiderata dal Governo, Fassino ha promesso di «dare battaglia in Parlamento contro questi pericoli» ed ha annunciato «proposte per una inversione di tendenza sui finanziamenti alla ricerca e un piano per l'assunzione di 5000 ricercatori in cinque anni». Verso questa strada di revisione delle risorse per la ricerca italiana, Francesco Rutelli ha sottolineato la necessità di «riorientare gli incentivi da parte delle imprese italiane». Rutelli ha inol; tre detto che nel settore occorre «contrastare una incultura sulle necessità strategiche del Paese». Il pericolo di «un profondo cambiamento culturale» che va ad aggiungersi ai pur importanti finanziamenti in costante diminu¬ zione è stato sottolineato anche dal fisico Carlo Bernardini. Ancora più duro sull'ingerenza del Governo in settori di autonomia della ricerca, l'astrofisico Franco Pacini ha detto che «mai c'è stata una tale situazione in cui incompetenza e ignoranza si sono mescolate a questo modo». Della situazione, dice Pacini, si sono accorti anche all'estero, tanto che riviste prestigiose come Science o Nature affermano che «la ricerca italiana sta andando in fumo». Una critica anche all'opposizione è venuta invece dal fisico Giorgio Salvini, già ministro per la ricerca, che pur professandosi «di sinistra da 60 anni» non vede oggi «nella sinistra italiana una forza che possa opporsi a questa situazione». Se nella maggioranza si vede spesso incompetenza e ignoranza nel voler favorire solo la ricerca orientata a fini commerciali - conclude Salvini - dall'altra parte non abbiamo chiarezza di sostegno dalla sinistra». (f.ama.l Il progetto di riforma della ricerca scatena aspre polemiche

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