L'omaggio della Juve «Voleva la terza stella La vedrà dal cielo»

L'omaggio della Juve «Voleva la terza stella La vedrà dal cielo» I TRE GRANDI AMORI SPORTIVI: IL CALCIO, LA FERRARI E LA VELA L'omaggio della Juve «Voleva la terza stella La vedrà dal cielo» Lippi: «Il suo carisma era tale da contagiare anche gli avversari» Del Piero: «Per lui ero Pinturicchio, sapeva sorprendere sempre» Il rinnovato stadio Delle Alpi potrebbe chiamarsi Giovanni Agnelli Fabio Vergnano TORINO La Juve di oggi, la Juve di ieri, il mondo dello sport. L'Avvocato nel ricordo di chi l'ha conosciuto anche come uomo di calcio. Primi fra tutti i bianconeri di oggi che stamane si recheranno nella camera ardente alla Pinacoteca del Lingotto e domani affronteranno il Piacenza con il lutto al braccio. Il presidente Vittorio Chiusano ricorda: «Intuiva le situazioni con grande rapidità. Amava i fuoriclasse, ebbe un rapporto particolare prima con Sivori poi con Platini, che era fiero di aver acquistato personalmente. Il suo rammarico fu di non aver preso Maradona. Gli segnalarono un giovane argentino che però aveva i fianchi grossi e il sedere basso. In seguito mi disse: visto i tecnici? Ce ne fossero tanti di questi sederi». Roberto Beltega: «Attraverso di lui, simbolo della Torino in cui sono nato, ho imparalo ad amare la Juve. Continuerò ad amarla anche per ricordarlo». Antonio Giraudo: «Era un grande appassionato, si entusiasmava per il calcio apprezzandone il gonio e la sregolatezza dei suoi campioni». Luciano Moggi: «Pur conoscendo la gravità del male che affliggeva l'Avvocato, ho sempre sperato che questo giorno non arrivasse mai. Mi piace ricordare il suo approccio ironico e pungente alle vicissitudini di questo mondo». L'Avvocato non sarà più in^ tribuna al Delle Alpi, stadio che sarà rinnovato e probabilmente porterà il suo nome. Marcello Lippi frena la commozione: «Gli ero molto affezionato e so che ricambiava il sentimento. Parlavamo di calcio, di mare, di regate. Un personaggio carismatico anche peri non juventini. L'Avvocato voleva la terza stella sulla maglia della Juve: prima o poi arriverà e lui la vedrà dal cielo». , Alessandro Del Piero ha parlato anche a nome dei compagni: «E' un giorno triste, se ne va un uomo che aveva la capacità di sorprendere. Diceva sempre cose che facevano riflettere. Per lui ero Pinturicchio e porterò dentro questo soprannome». Zibi Boniek era il «bello di notte»: «Mi ba voluto bene, per questo si permetteva battutine. Ho vissuto con Agnelli il periodo più bello della Juve: vincevamo sempre». Un'epoca d'oro che ebbe come protagonista anche Antonio Cabrini: «Arrossivo ai suoi complimenti, ci mancheranno le sue punzecchiature che facevano umanità». Marco Tardelli ha un ricordo particolare: «E' il suo saluto quando andai all'Inter. Mi disse: per lei ci sarò sempre. Affetto e stima che non dimenticherò mai». E Pablito Rossi ricorda le innumerevoli sveglie; «Mi chiamava alle 7, spesso non riuscivo neppure a rispondere per il sonno. Era bello sapere che si occupava di me una persona di questo spessore». Gli avversari storici. Massimo Moratti, presidente dell'Inter, ha voluto ricordare il rapporto che legava suo padre Angelo all'Avvocato: «C'è sempre stata grande competizione fra i due club, soprattutto rispetto e affetto. Agnelli e Prisco sono personaggi che ci mancheranno in un momento in cui c'è bisogno di forti personalità e punti eh riferimento». Adriano Galliani parla di «stile unico e inconfondibile» aggiungendo: «Amava il bello in tutte le cose e il bello nel calcio sono i numeri 10 per i quali aveva una predilezione. Nei primi anni in cui lavora¬ vo con Berlusconi il presidente mi disse che l'Avvocato era il suo modello». Colpito Attilio Romero, presidente del Torino, e per anni stretto collaboratore di Agnelli: «Entrai nel Torino e mi disse: si ricordi che è un lavoro difficilfe perché fortune e sfortune dipenderanno in grande misura da chi le sta sotto e da chi le sta sopra». Ulivieri, tecnico dei granata: «Lo incontrai nello spogliatoio del Delle Alpi quando allenavo il Bologna. Strinse la mano a Marocchi dicendogli di offrire al Bologna tutto quello che aveva, imparato alla Juve. Mi colpì molto». Fabio Capello, allenatore della Roma ed ex juventino, rievoca i famosi blitz dell'Avvocato agli allenamenti: «Una toccata e fuga, ma lasciava il segno. Il suo era sempre un do di petto». Oggi e domani verrà osservato un minuto di raccoglimento su tutti i campi di serie A e B. Giovanni Agnelli con Marcello Lippi nel luglio 2001 ; l'Avvocato amava assistere agli allenamenti dei bianconeri Giovanni Agnelli con Marcello Lippi nel luglio 2001 ; l'Avvocato amava assistere agli allenamenti dei bianconeri

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