L'assedio degli animalisti alla Rbm

L'assedio degli animalisti alla Rbm L'AZIENDA PRESA A SIMBOLO DELLA LOTTA CONTRO LA VIVISEZIONE RIBATTE: BASTA INTIMIDAZIONI L'assedio degli animalisti alla Rbm Mauro Revello COLLEREnO GIACOSA Si temevano incidenti, scontri, tensioni. Nulla di tutto questo è successo ieri alla manifestazione contro la sperimentazione animale ai cancelli della Rbm, l'istituto di Ricerche Biomediche «Marxer» di Colleretto Giacosa, a pochi chilometri da Ivrea. Circa 300 persone hanno risposto all'appello lanciato dal coordinamento «NoRbm», nato alcuni mesi fa e che ha scelto l'azienda canavesana come simbolo per protestare contro la vivisezione e l'utilizzo degli animale per testare i farmaci. Per un paio d'ore i manifestanti hanno presidiato i cancelli dello stabilimento, chiudendo di fatto l'accesso all'intero comprensorio del Parco Biotecnologico del Canavese. Quindi hanno invaso la provinciale 222, sfilando in corteo fino all'ex casello autostradale di Ivrea e creando inevitabili disagi per il traffico. Ogni momento della manifestazione si è svolto sotto la stretta sorveglianza di duecento uomini fra poliziotti e carabinieri, pronti a bloccare sul nascere (se mai ve ne fosse stato bisogno) ogni possibile eccesso. Archiviata la manifestazione - che aveva carattere nazionale e alla quale hanno aderito, più o meno formalmente, diverse associazioni e comitati -, non si chiude la protesta nei confronti dell'azienda e di chi ci lavora. Da mesi, del resto, un gruppo di persone si presenta settimanalmente ai cancelli per tenere sotto pressione i dipendenti; l'intenzione è quella di continua¬ re anche in futuro. «Questa azienda - dice Marina Berati, leader del coordinamento NoRbm - non è diversa da altri laboratori dello stesso genere, privati o universitari. Per noi è un punto di partenza per portare avanti le nostre istanze antivivisezioniste». Massimo Tettamanti, chimico ambientale, spiega come le prove su animali (comunque ob¬ bligatorie per legge) siano inaffidabili per l'uomo. «Questo facilita soltanto il businness economico della vendita dei farmaci dice -. Metodi diversi dalla vivisezione esistono, per esempio la sperimentazione su parti dell'organismo che, dopo il decesso della persona, vengono mantenuti vivi in coltura». La replica della Rbm (azienda che da 34 anni opera in Canavese, con 190 dipendenti) non si è fatta attendere. «Eseguiamo la sperimentazione su animali recita una nota -, dove espressamente richiesta dalla legge e sotto severi controlli, come strada obbligata in assenza di alternative scientifiche attendibili e perla cura di malattie devastanti. Da oltre vent'anni, inoltre, destiniamo importanti risorse nello studio di tecniche di sperimentazione alternativa, dove non si fa ricorso agli animali». Infine si richiama l'attenzione delle parti sociali sulla situazione che si è venuta a creare. «Da mesi - dicono i vertici della Rbm - i nostri dipendenti subiscono intimidazioni e violenze verbali: c'è il deliberato intento di trasformarci in capro espiatorio di tematiche che esulano dal nostro potere di intervento». Almeno 300 persone hanno partecipato alla manifestazione animalista

Persone citate: Marina Berati, Massimo Tettamanti, Mauro Revello

Luoghi citati: Colleretto Giacosa, Ivrea