«Da oggi siamo tutti più poveri»

«Da oggi siamo tutti più poveri» IL CORDOGLIO DEL MONDO POLITICO TORINESE «Da oggi siamo tutti più poveri» reazioni PER decenni Agnelli ha amato imparzialmente la Fiat e la città e le ha amate con affetti radicati negli obblighi che avvertiva nei confronti dell'Azienda e della società civile». Questo il commento della presidente della Provincia, Mercedes Bresso, all'annuncio della morte dell'Avvocato. «Siamo certi - aggiunge - che anche negli ultimi difficili mesi abbia fatto sentire tutto il suo peso per non privare Torino e l'universo Fiat del settore auto». E, a giudizio del vice presidente della Regione, William Casoni, «il rilancio della Fiat rappresenterà il modo migliore di onorare la sua memoria». Ai funerali, domani in Duomo, ci sarà il gonfalone deUa Città. L'ha annunciato ieri ai capigruppo, il presidente del Consiglio comunale. Mauro Marino, che con la vice Susanna Fucini, ha espresso il cordoglio della Sala Rossa, condiviso da partiti ed istituzioni. «La scomparsa di Giovanni Agnelli afferma Marino - costituisce una grave perdita per la nostra città, che così profondamente ha intrecciato il proprio destino con uno sviluppo industriale del quale Agnelli è stato alfiere». Per Susanna Fucini «finisce un'epoca», mentre per il segretario Ds, Pietro Marcenaro, e il capogruppo in Sala Rossa, Beppe Borgogno, «da oggi Torino e l'intero paese, si ritrovano un po' più poveri». «È venuto a mancare - aggiungono Marco Borgione e Giorgio Merlo (Margherita) - un punto di riferimento prestigioso, proprio nel momento in cui la città e la Fiac stanno attraversando una fase cruciale». Concetti ai quali si unisce il capogruppo dei Comunisti italiani, Gianguido Passoni quando osserva che con Agnelli La presidedella Prov«Ha amatcome la F nte ncia o noi at» «scompare una generazione di imprenditori che probabilmente il paese rimpiangerà», mentre Giovanni Nigro (Verdi) è convinto che «l'Avvocato, in più di un'occasione, abbia dimostrato grande saggezza». Lutto e «profonda stima» anche dal centro-destra. «Perché - afferma Paolo Chiavarino, vice capogruppo di Forza Italia in Comune Agnelli, coniugando intelligenza, intuizione e capacità imprenditoriale con un grande stile personale, ha saputo far conoscere Torino nel mondo». Per il vice ministro Ugo Martinat, il segretario provinciale di An, Agostino Chiglia, e il capogruppo a Palazzo Civico, Ferdinando Ventriglia, «dopo Agnelli, Torino sarà un'altra città, perché, con l'Avvocato viene meno un protagonista, non solo sotto la Mole, ma nel paese». A giudizio del vice presidente del Consiglio regionale Roberto Cota e del leghista Mario Borghezio, con Agnelli «è scomparso un grande Padano». Per Giuliana Cabri (gruppo misto comunale) «la morte di Giovanni Agnelli non ha sconfitto, ma sublimato un uomo che ha combattuto e vinto tante battaglie». Infine dall'opposizione di sinistra, Marilde Provera (Re) che afferma: «In vita il senatore Agnelli ha ben rappresentato la forza di classe della borghesia torinese». A giudizio dell'ex sottosegretario all'Industria, Gianfranco Morgando (Margherita), «quello di Giovanni Agnelli è stato un insegnamento di profilo alto che app'are ancora più forte perché il messaggio che lascia è quello dell'ultimo patriarca del capitalismo italiano». Analoghe osservazioni arrivano dal vice sindaco Marco Calgaro, dagli assessori, provinciale, Giuseppina De Santis, e comunale, Paolo Peveraro, secondo cui, «da oggi Torino si sente un po' più sola, meno rappresentata nel mondo e quindi più triste». [g. san.] La presidente della Provincia «Ha amato noi come la Fiat»

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